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Atto terzo Il Palazzo
Bouillon La galleria
dei ricevimenti in ricco stile barocco. Nel centro un rialto dov'è un
teatrino
col velario chiuso. Due grandi arcate di fianco con due usci a destra e
due a
sinistra. Grandi ritratti e grandi specchiere nei riquadri delle
pareti.
Diagonalmente a destra un duplice ordine di canapè, poltrone e
sgabelli. A
sinistra altre poltrone e sedie. È prima
sera. Scena I L'Abate con
vari valletti. Alcuni
valletti dispongono a giusta distanza le seggiole; altri calano i
cortinaggi;
altri ancora trasportano grandi vasi di fiori e piante ornamentali. L'ABATE.
Eh, via! Così non va ... Lasciate fare a me
...
Voi non avete gusto ... Il Principe mi diè
di regolar la festa ogn'ampia facoltà ...
La
Principessa, l'Abate e i domestici. La
Principessa di Bouillon, in vestito di gran gala, entra dal primo uscio
di
destra. LA
PRINCIPESSA ragionando, tra sé.
(Ah! quella donna ... mia rivale! ... Oh,
come
scoprirne il grado, le fattezze, il nome?
...
Che fa? Che vuol? ... Rubarmi l'amor mio!
Perdonar nol potrei nemmeno a Dio ...). L'ABATE dal
fondo ai valletti.
Quel candelabro a manca ... e questo vaso
qua ... LA
PRINCIPESSA camminando lentamente. (Dicea: »Chi mi confida tutto ...«. Tutto? E questo, dunque, de' miei baci il frutto? ... Egli è prigion ... Ma di me l'altra ride! ...
Oh, quella voce che carezza e uccide, quella voce di scherno e di furore sempre mi suona, come squilla, in cor! ...). Scena III L'Abate e
la Principessa. L'ABATE
inchinandosi, lezioso.
Voi, Principessa? Fulgida più della bionda LA
PRINCIPESSA con un sorriso beffardo.
Dopo il tramonto? L'ABATE
baciandole la mano.
Sempre! ... Voi siete il sol che indora
l'eterna notte al polo ... LA
PRINCIPESSA guardandosi nello specchio.
L'eterno madrigale! L'ABATE
galantemente.
Non vi garba? N'ho un altro ... LA
PRINCIPESSA seccata.
Basta il primo ... Mi sale troppo la gonna? L'ABATE
chinandosi, per meglio vagheggiarla.
Ohibò! ...
L'ABATE
ammirandone il contenuto.
Ohimè! LA
PRINCIPESSA guardandolo di traverso.
Che fate? L'ABATE tra
due sospironi.
Lo vedete ... sospiro! ... LA
PRINCIPESSA schernevole.
Troppo! L'ABATE
giungendo le mani.
Crudele! LA
PRINCIPESSA voltandosi un po' minacciosa.
Abate! L'ABATE
sdolcinato.
Dite che il dio d'Amore,
per ironia fatal,
non vi compose il core
di marmo funeral ...
O nova Galatea,
dite alla mia canzon
ch'io vi farò men rea,
novo Pigmalion ...
Dite ...
Dite molte sciocchezze ... L'ABATE
sconsolato.
Le dico in poesia ... LA PRINCIPESSA
con asprezza.
Piuttosto di Maurizio ricercate stasera
l'amante nuova ... L'ABATE
assicurandola.
Sì, presto la scoprirò!
Scena IV Il
Principe, Dame, Signori e detti. Il Principe
in abito da cerimonia entra dalla sinistra, mentre introdotte dal
Maggiordomo
entrano successivamente dalla porta L'ABATE
alla prima coppia. Sempre la prima. Grazie! LA PRINCIPESSA alle dame. Siete deliziose ... L'ABATE.
Uno scrigno di gemme ... IL
Un canestro di rose ... LA
PRINCIPESSA.
La mia festa v'attende. L'ABATE.
Verrà la Lecouvreur ... LA
PRINCIPESSA.
Il Giudizio di Paride, balletto di
Champfleur. L'ABATE.
Un incanto, un portento! ... IL
Io ne sono felice! L'ABATE. Sì,
per la Principessa!
No, per la grande attrice. Scena V Il
Maggiordomo, poi Adriana, Michonnet e detti. IL
MAGGIORDOMO dal fondo, annunciando.
Madamigella Lecouvreur! Adriana
entra a braccio di Michonnet. IL PRINCIPE
ad Adriana.
Venite ... D'ammirar più da presso i vostri
incanti son lieto, e vi ringrazio ... Il Principe
presenta Adriana alla Principessa. ADRIANA con
vera emozione.
Io son confusa ...
Commossa io sono per sì grande onor ...
(Cielo!) ADRIANA
seguitando.
L'artista, ancella della Musa, tutte le grazie e le dolcezze in voi mira e i fulgor ...
(Oh, quella voce! ... Forse mai? ... Non
oso
pur pensarlo ... Un'attrice? ... E perché
no? ...) Voltandosi
per guardare Adriana, che è assai festeggiata.
(Ecco! l'adoran tutti ... lo lo saprò). L'ABATE al
IL
Attendiam Maurizio ... LA
PRINCIPESSA con intenzione.
L'attenderete invano ... Adriana si
scuote: la Principessa, sempre in piedi, l'osserva di sottecchi.
(Si scosse? ... Ecco un indizio! ...) IL
Perché? Non forse Amor gli aperse ogni
cancello? Adriana,
scossa dal nome di Maurizio, tende l'orecchio per meglio seguire il
discorso,
la Principessa l'avverte, e ne segue ogni moto. LA
PRINCIPESSA fra sé.
(Ascolta ...) Forte al
Principe.
Ben sapete ... quel duello. ADRIANA
trasalendo con voce soffocata.
(Un duello?) LA
PRINCIPESSA fra sé, come sopra.
(Mutò color ...) Forte.
L'Abate seppe dalla sua gente ... L'ABATE
stranito.
Io? ... LA
PRINCIPESSA piano all'Abate.
(Zitto!) Forte,
guardando Adriana.
... ch'è ferito ... pericolosamente ... Adriana
colpita al cuore cade riversa sul canapè. LA
PRINCIPESSA correndo al canapè
Madamigella sviene ... MICHONNET
chiamandola disperato.
M'odi, Adriana! ... LE DAME
soccorrendola.
Cielo! ADRIANA
risollevandosi a sedere.
È nulla ... il caldo ... i lumi ... Alla
Principessa, che la sogguarda biecamente.
Grazie, signora! ... Tra sé,
turbata.
(Oh, il gelo di quello sguardo!) LA
PRINCIPESSA all'Abate, che non capisce.
Cieco! ... Scena VI Il
Maggiordomo, indi Maurizio e detti. IL
MAGGIORDOMO dal fondo.
Il Conte di Sassonia! ADRIANA
respirando.
(Ah!)
Fermati! ... La gioia t'accusa ...
Che fandonia!
Conte, qui si diceva che voi foste ferito
... MAURIZIO
ridendo.
Eh, via! Dopo re Carlo, la Svezia è a mal
partito ...
Adunque, quel Kalkreutz? MAURIZIO.
L'ho tosto disarmato ... Maurizio si
avvicina alla Principessa e le bacia la mano. MAURIZIO
sottovoce alla Principessa.
Per voi qui venni ... LA
PRINCIPESSA piano con gioia.
Grazie! ... MAURIZIO
c.s.
Voleva partir celato ... ma dopo il vostro
ausilio,
che accettar non potrei ...
(Favellano sommesso ... Qual dubbiol ...
Fosse lei
quella nobile dama? ...) MAURIZIO
alla Principessa.
... un colloquio vi chieggo ... LA
PRINCIPESSA piano a Maurizio.
Quando saran partiti ... più tardi ...
(Io più non reggo! ...) La
Principessa abbandona il braccio di Maurizio: questi al volta e,
scorgendo
Adriana, la saluta profondamente. MAURIZIO ad
Adriana, inchinandosi.
Madamigella! IL
Conte, non ci narraste ancora
la maggior vostra impresa di Curlandia ... MAURIZIO
giocondamente.
Ch'io mora, se me ne rammento ... L'ABATE a
Maurizio.
Dite ... Dite ... IL
Vogliam gustar quell'assalto di Mittau ...
Non fatevi pregar ... MAURIZIO. Il
russo Méncikoff
riceve l'ordine di côrmi in trappola
nel mio palagio ... Era un esercito
contro un manipolo, un contro quindici ...
Ma, come a Bèndera Carlo duodecimo,
nemici o soci contar non so ...
Gloria a Maurizio, gloria al valor! ...
I miei s'appiattano dietro ogni ostacolo
...
tre giorni infuria la gaia musica:
tre giorni zufola la morte, e gongola ...
Alfine i pifferi l'assalto intimano ...
L'istante è tragico ... Come resistere? Non v'è da scegliere tra piombo e allor ... TUTTI.
Sassonia, avanti! trionfa o muor ... MAURIZIO
con impeto.
Le torcie fumano; pronto è l'incendio ... Ma nel vestibolo io stesso rotolo baril di polvere ... Stringo la miccia
e ... cento saltano cosacchi in aria ...
Gli altri indietreggiano, gli amici
accorrono ...
e qua la storia posso ancor ridir! ... TUTTI con
grande entusiasmo.
Viva il coraggio! Viva l'ardir! IL PRINCIPE
ai Signori. Dopo Marte, Tersicore ... L'ABATE alle Dame. Dopo il pugnar, la danza ... IL
Signori miei, di Paride ... il Giudizio
s'avanza ... Le signore
si mettono a sedere, i cavalieri si collocano alle loro spalle in
piedi. Sul
davanti a destra la Principessa e Adriana con altre dame, dietro di
loro
l'Abate e Michonnet. A sinistra siedono il
Il
divertimento danzante. Due
valletti sollevano il velario Paride in
abito di pastor frigio, riposa adagiato sovra un poggetto di verzura.
Uno
stuolo d'Amorini tesse, intorno all'assopito, una carola. Al suono
tenue di
strumenti pastorali, voci lontane accompagnano le danze puerili. VOCI
LONTANE.
Dormi, dormi o pastorello!
È l'amor dolce ruina,
al suo regno ti destina!
Dormi pur, non ti destar! Mercurio
entra Mercurio,
compiuto il messaggio, dispare. Il frigio pastore si avanza sul palco
in preda
a gran turbamento, mentre le Ninfe e gli Amorini gli cantano intorno:
Bel
pastor di Frigia, bada! Ogni frutto un verme serra. La Discordia è scesa in terra: temi il dono e chi lo fa ... Dall'arcata di destra, onde i cortinaggi s'alzano subitamente, seguita da Iridi leggiadre, entra Giunone dalle bianche braccia in nitide vesti, cinto il nero crine da fulgido diadema e onusto il dorso di purpurea clamide regale. La gran dea sorge maestosa, e significa a Paride genuflesso, essere ella la possente consorte di Giove, regina del cielo e della terra, castissima custode dei talami, patrona delle spose fidenti e delle madri soavi, bella della più pura, salda e serena bellezza, quella della bontà, sì che a lei, sovra tutte le dee conviene e s'addice il frutto disputato. Preceduta da focose Amazzoni sorviene
Pallade, azzurreggiante
e corrusca nell'armi magnifiche, in capo l'elmo biforo, sul petto
l'egida
Medusèa, in pugno l'antenna portentosa, pendulo al fianco
l'impenetrabile
scudo. A Paride, stupito e sgomento, ella dichiara i pregi e i difetti
suoi:
prediletta figlia di Giove, fiore del pensiero suo onnipossente, nata
in armi
dalla balenata sua fronte, purissima e sapientissima virago, che alla
forte
armonia delle membra quasi virili associa l'immortale fulgor dell'idea;
tutrice
ella d'ogni umana energia, d'ogni audacia feconda, genio della forza
cosciente
e insieme della ragion vincitrice, raffigurante l'arte della guerra e
la guerra
della sapienza. L'aureo pomo a
lei spetta, come alla irresistibile bellezza della verità militante e
gloriosa.
Ed ecco, mentre l'esule principe troiano sta per cedere al fascino
della
magnifica Vergine, ecco giungere, di tra un dolce stuolo di Carità e
Voluttà,
soffusa di tenui veli trapunti, coronata di candide rose e adorna »Io son la
Bellezza immortale - cosi si esprime in suo muto linguaggio la Dea
lusingatrice
- la Bellezza che basta a se stessa, la Bellezza ragion dell'arte e
premio
della vita, la Bellezza che appaga il desiderio, cancella il Dolore e
trionfa
perfino della Parca spietata. A me, dunque, il pomo contesto, a me
d'Amor
genitrice, d'Amore sovrano degli uomini e dei Numi, d'Amore principio e
fine di
tutte le cose«. Paride, meravigliato e commosso, scende nel mezzo per
meglio
considerare le tre dèe che insieme offronsi al suo sguardo rapito. Egli
ammira
l'augusta maestà di Giunone, la vereconda marzial giovinezza di
Minerva, le
dolcissime grazie di Venere, ondeggiando perplesso in estasi deliziosa.
D'improvviso la bionda Afrodite, impaziente e sdegnata, gittando le
inutili
bende, tutta gli si discopre nella radiosa sua nudità, umanamente
gioconda e
divinamente impudica. Il Pastorello vacilla, quasi abbacinato da Ma no: il
suo sguardo, distratto un momento, ha scorto la Principessa di Bouillon
seduta;
e a questa corre, a questa consegna il pomo delle Esperidi, piegando il
ginocchio. La Principessa lo accoglie benignamente, mentre gli astanti
mandano
tutti un lungo unanime plauso. Le tre Durante
l'ultima parte L'ABATE
piano alla Principessa, accennando ad una delle dame creduta amica di
Maurizio.
È quella dama al certo! ... LA
PRINCIPESSA piano all'Abate, scrollando le spalle.
Non capite niente ... L'ABATE
tutto umiliato.
Infatti! ... LA
PRINCIPESSA indicando col capo Maurizio, rivolgendosi ad Adriana.
La bella
non ignota, forse, a madamigella ...
Io? ... LA
PRINCIPESSA con sottile ironia.
Si parlava a Corte d'una commediante ... ADRIANA di
rimando.
Ed a teatro invece d'una dama galante ... LA
PRINCIPESSA insistendo.
Un incontro notturno ... ADRIANA
rincarando.
Un convegno segreto ... L'ABATE
stupefatto.
La storia è assai piccante ... ALCUNE DAME
solleticate.
Il caso è assai faceto ... L'ABATE
incredulo.
Ma quali son le prove? LA
PRINCIPESSA fissando Adriana.
Un mazzolin gentile dato all'eroe ...
(Il mio!) Fissando a sua
O piuttosto un monile perso fuggendo ...
(Il mio!) ALCUNE DAME
ridendo.
Un proverbio cinese ... L'ABATE
imitandole.
Un romanzo spagnolo ... ADRIANA con
forza.
No, la vita francese ... poiché quel
braccialetto
me l'han recato or or ... Eccolo! ... Adriana si
toglie dal braccio sinistro un monile e lo mostra. L'Abate lo prende e
lo passa
alle signore. La Principessa fa violenza a se stessa per serbarsi calma. L'ABATE
alle Dame del crocchio.
LE DAME
osservando curiosamente.
Splendido! LA
PRINCIPESSA con simulata indifferenza.
Prezioso lavor! IL PRINCIPE
avvicinandosi, curioso, alle signore.
Che consultate, in grazia? LE DAME.
Un braccialetto ... Il Principe
ha preso dalle mani d'una dama il monile, e lo osserva attentamente
insieme a
Maurizio. IL PRINCIPE
sorridendo. È quello di mia moglie ... LE DAME quasi spaventate. (Sua moglie!) LA
PRINCIPESSA fra sé guardando Adriana.
(È lei.) ADRIANA fra
sé guardando la Principessa. (È lei.) DAME E CAVALIERI. Qual mister! Che cosa avviene!
C'è un mistero fra le due dame.
Dàn baleni al par di lame
gli occhi lor, senza pietà! LA
PRINCIPESSA che ha ricevuto da Paride il pomo, si sforza di sorridere,
poi
rivolta ad Adriana, con grazia affettata.
Invano avrem sperato d'udirvi in qualche
brano? ADRIANA
signoreggiandosi appena, fra sé.
(Dei versi, a lei?) MICHONNET
sottovoce ad Adriana.
Prudenza! IL PRINCIPE
ad Adriana.
Che mai reciterete? LA
PRINCIPESSA con intenzione.
Il monologo d' »Arianna abbandonata«? ADRIANA
affogando di sdegno, fra sé.
(È troppo!) IL
Meglio »Fedra«, la scena ADRIANA
subitamente.
E »Fedra« sia! TUTTI.
Udiamo ... ADRIANA
declamando.
» ... Giusto Cielo! che feci in tal giorno?
Già s'accinge il mio sposo col figlio al
ritorno:
testimon d'un'adultera fiamma, ei vedrà
in cospetto
e gonfiarsi il mio petto de' vani sospir,
e tra lacrime irrise il mio ciglio
languir!« Guarda
Maurizio, che conversa con la Principessa, la quale ostentatamente gli
si piega
sull'omero, per parlargli più sommesso.
Credi tu che, curante di Tèseo la fama,
disvelargli non osi l'orrendo mio drama?
Che mentire ei mi lasci al parente ed al
re?
E raffreni l'immenso ribrezzo per me?« Maurizio
raccoglie il ventaglio lasciato cadere a
»Egli invan tacerebbe! So il turpe mio
inganno,
o Enon, né compormi potrei, come fanno ... Avanzandosi
fuori di sé, verso la Principessa.
le audacissime impure, cui gioia è tradir,
una fronte di gel, che mai debba arrossir!« Adriana,
dicendo l'ultimo verso di Racine, ha mostrato col gesto la Principessa,
e
rimane alcun tempo in quell'atto. Tutte le dame, che han seguito con
grande
emozione ogni suo moto, si alzano quasi sbigottite. La Principessa sola
resta
seduta, affettando la massima calma, e dà il segno degli applausi. LA
PRINCIPESSA battendo le mani.
Brava! ... TUTTI
applaudendo.
Brava! Sublime! MICHONNET
piano ad Adriana.
O sconsigliata, che mai facesti? ADRIANA con
impeto.
(Son vendicata!) LA
PRINCIPESSA fra sé, lacerando il fazzoletto con rabbia.
(Un tale insulto! Io sconterà! ...) Rapidamente
a Maurizio.
Restate!!! ... ADRIANA al
Principe che viene a felicitarla.
Chiedo in bontà di ritirarmi ... Piano a
Maurizio.
Sèguimi! ... MAURIZIO
piano ad Adriana.
A domattina ... Il Principe
offre la mano ad Adriana, che risale con lui verso l'arcata di destra,
seguita
da Michonnet. I signori aggruppati a sinistra e le dame in piedi a
destra
s'inchinano. Adriana manda a Maurizio un'ultima occhiata piena
d'amarezza,
mentre la Principessa, rimasta indietro, fremente d'ira, la segue con
la
minaccia degli occhi. |
Dritter Aufzug. Das Palais Bouillon.
Der Abbé und mehrere Diener.
So nicht! Bleibt nur davon! Das mach ich selber schon! Geschmack bei solchen Leuten! Der Fürst hat mich bestellt, Das Fest ihm zu bereiten, Ganz,
wie es mir
gefällt.
Die Fürstin, der Abbé, die Diener.
Ach! Dieses Weib, die Rivalin! O könnt Ich entdecken, was sie ist, wie sie aussieht, sich nennt! Was will, was plant sie? Den Liebsten mir zu rauben? Nein! Das darf Gott im Himmel niemals erlauben! ABBE zu den Dienern. Den Kandelaber links und diese Vase ... hier! FÜRSTIN langsam auf und abgehend. Sie sprach: »Er, der mir alles sagt!« Alles? Ist das der Lohn, weil ich ihm gab mein Alles? Er ist gefangen, ... aber mein spottet jene! Diese Stimme, deren tiefe Töne Schmeicheln, töten, bald zürnen und bald scherzen, Klinget voll Zauber stets in meinem Herzen.
Die Fürstin. Der Abbé. ABBE mit einer Verbeugung, zärtlich. Sie, gnäd'ge Fürstin? Strahlender als die Morgenröte ... FÜRSTIN mit spöttischem Lächeln. Wenn sie entschwunden? ABBE küsst ihr die Hand. Immer! Sie sind die Sonne, die die stete Nacht dort am Pole erleuchtet! FÜRSTIN sich im Spiegel betrachtend. Ach! Stets das alte Lied! ABBE galant. Ihnen gefällt's nicht? ... Hab kein anderes! FÜRSTIN trocken. Lassen Sie's, hab genug davon! Wie sieht Denn heute mein Kleid aus? ABBE beugt sich vor, um besser zu sehen. Weh mir! FÜRSTIN immer vor dem Spiegel. Und das Mieder? ABBE mit lüsternen Blicken ihren Hals betrachtend. Ich Armer! FÜRSTIN mit einem Seitenblick auf ihn. Was gibt's wieder? ABBE schwer seufzend. Wie Sie sehen! Ach! Ach! Ich seufze! FÜRSTIN verächtlich. Warum? ABBE mit gefalteten Händen. Wie grausam! FÜRSTIN mit dem Finger drohend. Abbé! ABBE süsslich. Sagen Sie, dass Amor, der Schlimme, Stets treu in seinem Beruf, Auch Ihr Herz nimmer im Grimme Aus totem Marmor schuf. Und wär es doch geschehen - O, Galathé, Königin! - So wollen Sie nun sehen, Dass ich Pygmalion bin. Sagen Sie, sagen Sie ... FÜRSTIN achselzuckend. Sagen Sie nicht solchen Unsinn! ABBE trostlos. Die Kunst hat zu entscheiden! FÜRSTIN lächelnd. Der Fürst kann ja, wie Sie wissen, Mythologie nicht leiden ... ABBE mit einer zweideutigen Gebärde. Ein Chemiker! ... begreiflich! FÜRSTIN mit dem Kopfe nach hinten deutend. Doch stille! Er ist ja da! ABBE dreht sich um. In fabula! FÜRSTIN gleichgültig. Den Puder! ABBE verwirrt. Wo denn! Wo ist er? FÜRSTIN wendet sich zu einem Diener, der mit einer Dose in der Hand zurückkommt. Da! Vierter Auftritt. Der Fürst, die Vorigen. FÜRST zu den Dienern. Zum blauen Pavillon dort tragt alles hin, ihr Leute; Zum Abbé. Aus meinem Laboratorium vertreibt das Fest mich heute! FÜRSTIN vom Spiegel her, mit dem Fusse stampfend. Den Puder, schnell doch! ABBE nimmt dem Diener das Gefäss aus den Händen. Hier ist er! FÜRST reisst es ihm wieder weg. Abbé, bist du verrückt? Das war ein Puder! ... Gefährlich! ABBE. Sie scherzen? FÜRST. Aber schwerlich! Weiss wie der Schnee, Leicht wie 'ne Fee, Ein Pulver von Orest, Der Hydra Aschenrest! Wie man es mache, Zeigt es der Rache! Stumm ist der Täter Für den Verräter. Hilft auch den Erben, Dass andre sterben; Waffen, nur eigen Falschen und Feigen; Lauert in Ringen, Den Tod zu bringen; In Wein gegeben, Raubt es das Leben; Im Tee selbst droht Dir es den Tod. ABBE entsetzt zurückweichend. Barmherz'ger Himmel! FÜRSTIN interessiert näher kommend. Ein starkes Gift? FÜRST zwischen Scherz und Ernst. Es können viele davon sterben! FÜRSTIN. Ist es vielleicht das berühmte »Pulver lauernder Erben«? FÜRST wichtig. Das ist es! Und mir vertraute das Gericht die Sache Zur Untersuchung, wie es ... ABBE wieder näher kommend. Sie sind berühmt in dem Fache! FÜRSTIN streckt die Hand aus. Ich möchte einmal sehen ... FÜRST ausweichend. Behüte! Schon der Geruch ... FÜRSTIN lachend. Im Taschentuch ... FÜRST. Tötet. Jetzt muss ich gehen. ABBE mit einer Gebärde des Entsetzens. Mir graut!
Die Fürstin, der Abbé. FÜRSTIN. Jetzt gilt's zu wissen vom Grafen von Sachsen, Wer jetzt sein neues Liebchen ist Nun! Sie schweigen? ABBE das Kinn in die Hand stützend. Ich suche! FÜRSTIN achselzuckend. Finden Sie! ABBE wie plötzlich von einem Gedanken erleuchtet. Frau Vaudemont ... möglich! FÜRSTIN lachend. Haha! Sie scherzen! Krächzt wie eine Elster! ABBE kratzt sich den Kopf. Und die Baronin d'Aspre? FÜRSTIN noch mehr lachend. Fistelstimme! ABBE verzweifelt. Vielleicht die Herzogin? FÜRSTIN betroffen. Wie? Athénaïs, die mich liebt? ABBE wieder Hoffnung schöpfend. Das tut nichts! FÜRSTIN noch unruhiger, überlegend. Ja, wirklich! In ihrer Stimme gibt Es etwas Süsses ... Himmel! wenn sie es wäre! ABBE strahlend. Wir werden sehen! Sechster Auftritt. Der Haushofmeister, die Herzogin von Aumont, die Vorigen. HAUSHOFMEISTER anmeldend. Die Herzogin von Aumont! ABBE dreht sich überrascht um. Siehe, da ist sie! FÜRSTIN liebenswürdig. Wie
stets die
Erste! Willkommen! Siebenter Auftritt. Die Marquise von Vaudemont, die Baronin d'Aspre, der Fürst und die Vorigen, später noch andere Damen und Herren.
FÜRSTIN. Ach! alles so entzückend! ABBE. Welche selt'nen Diamanten! FÜRST. Und die Rosen ... berückend! FÜRSTIN. Unser Fest soll Sie erfreuen! ABBE. Es kommt die Lecouvreur! FÜRSTIN. Und das Urteil des Paris dann ... ABBE. Ist ein Zauber, ein Wunder! FÜRSTIN. Und das Ballett von Champfleur! FÜRST. Wie ich heute so glücklich bin! ABBE. Ja! Dieses gilt der Fürstin! FÜRSTIN. Nein! wohl der grossen Künstlerin! Achter Auftritt. Der Haushofmeister, dann Adrienne, Michonnet
und die
Vorigen. HAUSHOFMEISTER aus dem Hintergrunde anmeldend. Fräulein Lecouvreur!
Sie kommen! Bin beglückt, Ihren Liebreiz in der Nähe Zu bewundern ... ich danke Ihnen FÜRSTIN liebenswürdig zu Adrienne. Willkommen! Indem sie Adrienne, zurücktretend von oben bis unten betrachtet, für sich. Dass ich ihre Diamanten von der Königin nicht sehe! Ihr die Herzogin vorstellend. Die Herzogin von Aumont. ADRIENNE mit aufrichtiger Bewegung. Ich danke Ihnen! Es verwirrt, es ergreift mich die Ehre, so gross! FÜRSTIN bei dem Klang ihrer Stimme erschreckt zusammenfahrend, bei sich. Himmel! ADRIENNE fortfahrend. Die Künstlerin kann als Magd nur der Muse dienen, Doch alle Anmut, alle Wonnen schufen Ihnen Ein glänzend Los. FÜRSTIN im Gehen bei sich. O diese Stimme! Kann es sein? Ich wag's nicht auszudenken! Eine Künstlerin! Doch warum nicht? Das ist die Stimme! Sieh nur, wie alle sie feiern! Jetzt will ich Licht! ABBE zum Fürsten. Fürst, soll's beginnen? FÜRST. Warten wir auf den Grafen! FÜRSTIN mit Betonung. Dann warten Sie vergebens! Erschrickt sie? Diese Worte trafen!
Warum? Hat nicht die Liebe ihm schnell Das Gitter geöffnet?
Sie lauscht Laut. Sie wissen doch? Sein Duell ... ADRIENNE auffahrend, mit erstickter Stimme. Ein Duell? FÜRSTIN wie oben. Jetzt wird sie blass. Laut. Dem Abbé erzählten's die Diener soeben. ABBE verblüfft. Mir? FÜRSTIN leise zum Abbé. Stille! Laut, Adrienne ansehend. Er sei verwundet. Man fürchte für sein Leben ... Das Fräulein fällt in Ohnmacht! MICHONNET verzweifelt. Hör doch, Adrienne! DIE DAMEN helfend. Himmel!
Es ist nichts! ... Die Hitze ... Die Lichter ... Zur Fürstin, die sie von der Seite ansieht. Danke, Frau Fürstin! Bei sich, verwirrt. O, mich schrecken ihrer Augen Blitze! FÜRSTIN zum Abbé, der nichts begriffen hat. Dummkopf!
Der Haushofmeister, dann Moritz und die Vorigen. HAUSHOFMEISTER ruft von hinten. Der Graf von Sachsen! ADRIENNE aufatmend. Ah! Sie ist im Begriff, auf Moritz zuzueilen,
Michonnet hält sie
zurück. MICHONNET leise zu Adrienne. Bleibe hier! Du wirst dich verraten! FÜRST lustig. Welche Faxen! Graf! Man sprach davon, dass Sie verwundet wären. MORITZ lachend. O, nicht doch! Seit König Karls Tod kann Schweden sich nicht mehr wehren. FÜRST. Und Kalkreutz also raus? MORITZ. Ihn entwaffnen war nicht schwierig. Halblaut zur Fürstin. Ich kam um Ihretwillen! FÜRSTIN leise, entzückt. Dank!
Erst wollte von hier ich Fort im stillen. Aber nach Ihrer Helfertat Muss ich noch sehen, sprechen Sie. ADRIENNE. Sie reden jetzt so leise ... o Zweifel! Wäre die... Wohl die feine Dame? MORITZ zur Fürstin. Hätte Ihnen was zu sagen. FÜRSTIN leise zu Moritz. Wenn alle fortgegangen, später ... ADRIENNE bei sich. Kann's nicht mehr ertragen!
Mein gnäd'ges Fräulein! FÜRST zu Moritz. Graf! Jetzt solln Sie nicht entrinnen, Ohne uns Ihre kühnste Tat erzählt zu haben. MORITZ fröhlich. Könnt' ich mich nur noch besinnen ... ABBE zu Moritz. Bitte, bitte! FÜRST. Ich würde wählen Die Belagerung von Mitau. ABBE. Lassen Sie sich nicht quälen! MORITZ mit epischer Bescheidenheit. Das ging sehr einfach zu. Der Russe Menzikoff Empfing die Weisung, mit List mich gefangen zu nehmen In meinem Palaste. Es war eine Heeresmacht Gegen eine Handvoll Leute, eins gegen fünfzehn. Doch wie einst in Bender dem König Karl, So ging es mir: Feinde und Freunde zähle ich meistens nicht.
Ruhm und Heil Moritz! Er zählt sie nicht. MORITZ lebhaft werdend. Die Meinen suchen Schutz hinter jedem Vorsprung, Drei Tage rast und wirbelt der höllische Tanz, Drei Tage pfeift der Tod und mäht mit blutiger Sense, Da bläst von draussen her zum Sturm der Hörner Ton: Gefährlicher Augenblick! Was hilft noch aus der Not? Die letzte Losung heisst! Jetzt Sieg oder Tod! ALLE. Hoch lebe Sachsen! Sieg oder Tod!
Die Fackeln rauchen schon, fertig zum Brande ... Da roll ich selber schnell zum Eingangstore hin Die Pulvertonne ... jetzt noch die Lunte ... Und ... hundert Kosaken sind in die Luft geflogen! Während alle Feinde fliehen, sammeln die Freunde sich Und ... so kann jetzt ich's erzählen mit ruhigem Blut ALLE lebhaft begeistert. Hoch lebe Kühnheit! Hoch lebe Mut! FÜRST zu den Herren. Nach Mars: Terpsichore, ABBE zu den Damen. Nach heissem Kampf: die Minne. FÜRST zum Abbé. Jetzt gib das Zeichen, dass das Urteil des Paris beginne!
Zehnter Auftritt. Das Tanz-Divertissement.
UNSICHTBARER CHOR. Schlafe, schlafe, o Hirtenknabe! Wachzurufen Tod und Schrecken, Lässt dich Amor grausam wecken; Schlafe
still wie
im Grabe!
Würmer wohnen oft in Früchten; Zwietracht will jetzt ihr Werk verrichten; Fürchte
den Geber
und die Gabe! Können würdig des Preises scheinen; Nur wo alle sich vereinen in der Einen - Der gebührt er.
Die Herzogin ist's sicher! FÜRSTIN achselzuckend und leise zum Abbé. Sie verstehen gar nichts. ABBE ganz bedrückt. So ist es! FÜRSTIN zu den Damen, auf Moritz weisend. Die Schöne des Grafen ... Wer sie sein mag? Nun ... Sich zu Adrienne wendend. ich denk das Fräulein wüsst es! ADRIENNE zusammenfahrend. Ich? FÜRSTIN mit feiner Bosheit. Denn man sprach am Hofe von einer Komödiantin ... ADRIENNE den Hieb zurückgebend. Und im Theater von einer hochgestellten Intriguantin ... FÜRSTIN in demselben Tone fortfahrend. Ein geheimes Begegnis ... ADRIENNE ebenso. Ja! Ein nächtlich Ereignis ... ABBE ganz verdutzt. Die Sache scheint pikant. EINIGE DAMEN angeregt. Der Fall ist amüsant. ABBE ungläubig. Doch wo sind die Beweise? FÜRSTIN Adrienne fixierend. Ein Veilchensträusschen, blühend Geschenkt dem Helden ... ADRIENNE zusammenfahrend, bei sich. Das meine! Die Fürstin fest ansehend. Nein, ein Armband, das fliehend Verlor die Dame! FÜRSTIN erschreckt bei sich. Das meine! EINIGE DAMEN lachend. Das klingt wirklich chinesisch! ABBE ebenfalls lachend. Eine span'sche Romanze! ADRIENNE nachdrücklich. Nein! Das ist echt französisch! Und übrigens ... Das Armband ... ich hab's bekommen ... 's ist mein! Hier ist es!
Prächtig! DIE DAMEN es neugierig betrachtend. Wunderbar! FÜRSTIN mit erheuchelter Gleichgültigkeit. Die
Arbeit ist
fein! FÜRST neugierig zu den Damen. Was gibt's hier, mit Verlaub? ABBE UND DAMEN. Es ist was Rares! FÜRST lächelnd. Das Armband meiner Gattin ... FÜRSTIN bei sich, einen wütenden Blick auf Adrienne werfend. Sie war es!
Sie war es!
Sie werden doch den Genuss uns gewähren, Als Künstlerin Sie zu hören. ADRIENNE sich mit Mühe beherrschend, bei sich. Noch sprechen? Vor ihr?
Vorsicht! FÜRST zu Adrienne. Was wünschen Sie vorzutragen? FÜRSTIN mit Beziehung. Der verlassnen Ariadne bitt're Klagen? ADRIENNE mit vor Zorn erstickter Stimme, bei sich. Zuviel ist's! FÜRST. Lieber: Phädra; die Szene muss berauschen! ADRIENNE entscheidet sich plötzlich. So sei es Phädra! ALLE. Wir lauschen! ADRIENNE nach rechts gewendet. O ihr Götter! Was hab' ich begangen? Mit dem Gatten zugleich soll den Sohn ich empfangen? Er, der Zeuge der schändlichen Tat, soll mich sehn Vor dem Vater in feigem Zittern vergehn? Und die Seufzer, von welchen die Brust mir erfüllt, Und den Tränenstrom verspotten, der dem Aug' mir entquillt? Wird, da Theseus besorgt, er zurück davor schrecken. Mein entsetzlich Geschick vor der Welt aufzudecken? Dass der Trug gegen Vater und König mir glückt, Dass er kämpfend den Abscheu vor mir unterdrückt? Doch umsonst wär' sein Schweigen! Auf der Stirne steht geschrieben Mir die Schuld! Ich kann mich nicht verstellen, wie es lieben Jene schändlich frechen Weiber, die schwelgen im Verrat, Deren eisige Stirne nicht mehr errötet, vor keiner Tat!
Bravo! ALLE applaudierend. Bravo! Ganz himmlisch! MICHONNET zu Adrienne. Wie konntest du so sprechen! Was soll das geben! ADRIENNE ungestüm. Ich musst mich rächen! FÜRSTIN bei sich, wütend ihr Taschentuch zerreissend. Ha! Diesen Schimpf vergess ich ihr nie! ADRIENNE zum Fürsten, der kommt, um ihr einige Schmeicheleien zu sagen. Ach! Sie verzeihn! Ich muss jetzt gehn! FÜRST ihr die Hand küssend. Dank! Grosse Künstlerin! FÜRSTIN eilig zu Moritz. Bleib hier! ADRIENNE halblaut zu Moritz. Folge mir! MORITZ leise zu Adrienne. Auf morgen früh! Der Vorhang fällt. Ende des dritten Aufzuges.
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