Adriana Lecouvreur

 

Commedia-dramma

Libretto von Arturo Colautti

 

Personaggi

 

 

Maurizio, conte di Sassonia (Tenore)

 

Il Principe di Bouillon (Basso)

 

L'abate di Chazeuil (Tenore)

 

Michonnet, direttore di scena alla Comédie Française (Baritono)

 

Quinault, socio della Comédie (Basso)

 

Poisson, idem (Tenore)

 

Un Maggiordomo (Tenore)

 

Adriana Lecouvreur, della Comédie (Soprano)

 

La Principessa di Bouillon (Mezzosoprano)

 

Mad.lla Jouvenot, socia della Comédie (Soprano)

 

Mad.lla Dangeville, idem (Mezzosoprano)

 

Una Cameriera (Comparsa)

 

Dame - Signori

 

Comparse - Servi di scena - Valletti




Personaggi del Balletto

 

 

Paride, pastorello frigio

 

Mercurio, messaggero di Giove

 

Giunone, dea della Serenità

 

Pallade, dea della Forza e della Saggezza

 

Venere, dea della Bellezza

 

Iridi - Amazzoni - Cariti - Amorini

 

Parigi nei 1730

 

Atto primo   Atto   secondo    Atto   terzo
Atto quarto


 

Il »Foyer« della Comédie Française

 

Sala quadrangolare di stile Rinascimento.

 

Nel mezzo, in fondo, caminetto adorno del busto di Molière. Quattro porte laterali. Una grande, a sinistra, comunica colla scena: una piccola a destra, coi camerini. Quella a sinistra, sul davanti, conduce ai palchetti. Quella di destra è l'entrata degli artisti.

 

Ai lati della scena, due mensole a specchi con vari oggetti teatrali.

 

Presso al caminetto acceso, un piccolo paravento, una tavola dorata, poltroncine, sedie e sgabelli di damasco fiorito, disposti in semicerchio: a destra, in fondo, un tavolino da giuoco con sopra una scacchiera: nel mezzo altre poltrone e un canapè. Sulle mensole doppieri accesi. Il fuoco arde nel caminetto.

 

All'alzarsi della tela, madamigella Jouvenot, turchescamente vestita da »Zatima« nel Bajazet, siede a sinistra dinanzi al cristallo, e dà l'ultimo ritocco alla sua acconciatura.

 

Nel mezzo, adagiata sul canapè, nel civettuolo costume di »Lisetta« delle Follie d'amore, madamigella Dangeville ripassa, a tratti, la sua parte.

 

A destra in piedi presso il caminetto, Quinault, sotto le spoglie del »visir Aconat«, si pavoneggia rimpetto alla mensola, mettendosi il turbante.

 

Più innanzi, seduto al tavoliere, Poisson, nelle vesti campestri di »Crispino«, sta consultando uno specchietto a mano.

 

Michonnet, in abito comune, con le mani e con le braccia cariche di cose sceniche, corre su e giù, a dritta e a sinistra affaccendato e trafelato, trovando una risposta e un sorriso per tutti, a tutti recando gli oggetti richiestigli.

 

Nel fondo, passano attori e comparse nei costumi del Bajazet e delle Follie d'amore: servi di scena imparruccati portano attrezzi; macchinisti dispongono i praticabili.

 

Movimento animato.

 


 

 

Scena I

 

 

M.lla Jouvenot, M.lla Dangeville, Michonnet, Quinault, Poisson.

 

LA JOUVENOT dalla mensola.

    Michonnet, della biacca!

MICHONNET alla Jouvenot, indicando la mensola. Là sopra, signorina ...

POISSON dal tavoliere.

    Michonnet, del rossetto!

MICHONNET a Poisson, accennando al tavolino.

    Là dentro, nel tiretto ...

LA DANGEVILLE dal canapè.

    Michonnet, la mia ventola!

QUINAULT dal caminetto.

    Michonnet, il mio manto! ...

MICHONNET correndo dall'uno all'altro.

    Ecco qua, miei signori ...

LE DUE DONNE.

    Spicciatevi!

MICHONNET umilmente.

    Ho soltanto due mani ...

QUINAULT deridendolo.

    E quattro gambe ...

LA DANGEVILLE.

    Le mie pasticche! ... Presto ...

LA JOUVENOT.

    Un neo! ... Presto ...

QUINAULT.

    La mia spada! ... Presto ...

POISSON.

    La cintola! ... Presto ...

TUTTI E QUATTRO spazientiti.

    Presto, dunque, Morfeo! ...

MICHONNET con sdegno represso.

    Michonnet, su!

    Michonnet, giù!

    Auff! non ne posso più ...

    A me tutti gl'incarichi,

    tutti i fastidi a me ...

    Un direttor di scena

    sta peggio d'un lacchè ...

    In mezzo a tanti re

    di cartapesta

    c'è da perder la testa ...

    Seguir le chiacchiere,

    molcer le invidie,

    placar le collere,

    romper le cabale,

    sventar le insidie

    delle pettegole,

    mattino e vespro,

    vespro e mattin,

    senza mai fin!

 

Malinconicamente.

 

    Ah! se non fosse il posto sospirato

    di socio proprietario,

    per sbarcare il lunario

    e starle sempre allato ...

 

Fa un gesto di minaccia verso gli attori.

 

POISSON seccato, a Michonnet.

    Che mai borbotti?

MICHONNET scuotendosi.

    Nulla ...

LA DANGEVILLE sbadigliando e masticando pasticche.

    Che noia, l'aspettare! ...

QUINAULT studiando un atteggiamento dinanzi allo specchio con la scimitarra sguainata.

    »Trema, codardo!«

 

Tirando una botta, infilza quasi Michonnet, che è risalito.

 

    Scusa ...

MICHONNET schivandola con un salto.

    Fate pur ...

POISSON a Michonnet, che ridiscende.

    Che ti par?

MICHONNET ironico.

    Magnifico! Un Narciso ...

LA JOUVENOT sempre allo specchio.

    Un neo ancor mi manca ...

LA DANGEVILLE interrompendo la lettura, perfidamente.

    Solamente?


LA JOUVENOT voltandosi, come punta da un insetto.

    Sfacciata!

LA DANGEVILLE con una spallata di sprezzo.

    Superba!
LA JOUVENOT alzandosi di scatto.

    Sono stanca! ... Sfacciata!

LA DANGEVILLE alzandosi pure.

    Ed io nauseata!

LA JOUVENOT con una riverenza esagerata.

    Marchesa morganatica!

LA DANGEVILLE imitandola.

    Principessa di picche!
POISSON.

    Badate alla grammatica!

MICHONNET spaventato si slancia per dividere le due attrici e si busca colpi di ventaglio.

    Signore, si va in scena!

QUINAULT.

    Molière v'ascolta ... là ...

 


Scena II

 

 

Il Principe di Bouillon, l'Abate di Chazeuil e detti.

 

L'uscio di sinistra si apre. Il Principe entra solennemente, seguito da Chazeuil.

 

MICHONNET cerimoniosamente ai sopraggiunti.

    Il Principe di Bouillon ... e l'Abate di Chazeuil ...

    Che fortuna! ...



QUINAULT piano a Poisson.

    (Colui?)

POISSON in disparte.

    (Il mecenate della Duclos ...

    di chimica dilettante e d'amore ...)


QUINAULT.

    (E l'abatino?)

POISSON.

    (Il ninnolo della moglie ...)

L'ABATE arricciando il naso.

    Che odore!

MICHONNET con un inchino esagerato.

    Odor di palcoscenico ...

IL PRINCIPE con fatuità, sbirciando con l'occhialino le attrici.

    Delle Grazie è il respir ...

POISSON piegandosi fino a terra dinanzi al Principe.

    Principe!

IL PRINCIPE con un gesto di protezione.

    Caro, caro ...

QUINAULT all'Abate, salutando all'uso turco.

    Abate! ...
L'ABATE familiarmente.

    Gran Visir!

IL PRINCIPE galantemente alla Jouvenot.

    Madamigella, come vi chiamerem stasera?


LA JOUVENOT con una moina.

    »Zatima«.

L'ABATE alla Dangeville, con grazia affettata.

    E voi?
LA DANGEVILLE svenevole.

    »Lisetta« ...

IL PRINCIPE c.s.

    Siete una vera Sultana del Serraglio ...

L'ABATE c.s.

    E voi la Primavera ...

LA JOUVENOT indicandogli la spalla.

    Principe, questo nèo ...

IL PRINCIPE chinandosi fin quasi a baciarlo.

    D'Amore parmi un bersaglio ...

L'ABATE tra due sospiri.

    Ardo nel guardarvi ...

LA DANGEVILLE ridendo forte.

    Abate, eccovi il mio ventaglio ...

IL PRINCIPE leziosamente.

    Fior d'amor, arma di Venere,

    dolce neo che splendi al seno

    come un astro nel sereno,

    per le vie d'un bianco mar

    verso il porto dell'oblio,

    Argonauti del desio,

    fai gli sguardi navigar ...

L'ABATE leziosamente.

    Dell'augel di Leda eburneo

    vaga piuma ondoleggiante

    sovra un petto d'adamante

    che d'Artemide è l'altar,

    se l'ardor ne ammorzi un poco

    d'altri mille il chiuso foco

    fai repente divampar ...

 

I due galanti si scostano e vanno ad osservare nelle scene dagli usci socchiusi, l'uno a destra e l'altro a sinistra.

 

L'ABATE a Michonnet, che ridiscende.

    E la Duclos?

IL PRINCIPE come a caso.

    Infatti, la Duclos?

MICHONNET asciutto.

    Si veste ...

LA JOUVENOT ammiccando, ridendo forte.

    Volete dir: si spoglia ...

LA DANGEVILLE velenosa.

    Per sembrar più celeste!

IL PRINCIPE impaziente a Michonnet.

    Ma quando si principia?

MICHONNET.

    Bajazet fra un istante: poi le Follie d'amore ...


L'ABATE indicando il teatro.

    La sala è riboccante ...
MICHONNET con importanza.

    Lo credo ben ... Stasera la Duclos e Adriana

    nella stessa tragedia!

IL PRINCIPE entusiasta.

    La Duclos è sovrana! ...

MICHONNET di ripicco.

    La Lecouvreur, divina!

LA JOUVENOT con una smorfia.

    In ciel non è rimasta! ...

L'ABATE indeciso.

    Scandisce bene i versi ...

LA DANGEVILLE.

    Per caso ...


MICHONNET accennando verso il fondo.

    Eccola ... basta! 

 


Scena III

 

 

Adriana e detti.

 

Adriana Lecouvreur, nel costume orientale di »Rossana« entra dall'ultimo uscio di destra, col rotolo della sua parte tra le mani. Le altre attrici le voltano dispettosamente le spalle; il Principe e l'Abate s'inchinano; Michonnet la contempla estatico. Ella non si accorge d'alcuno, restando in fondo alla sala.

 

ADRIANA ristudiando la parte, declama lentamente.

    »Del sultano Amuratte m'arrendo all'imper ...«

    »Tutti uscite! e ogni soglia sia chiusa all'audace ...«

 


Interrompendosi.

 

    No, così non va bene! ...

 

Facendosi più innanzi, e ricominciando in tono più solenne.

 

    »Tutti uscite; e ogni soglia sia chiusa all'audace ...«

    »E ritorni al Serraglio l'angusta sua pace ...«

IL PRINCIPE.

    Splendida!

L'ABATE.

    Portentosa!

IL PRINCIPE accostandosi.

    Musa!

L'ABATE egualmente.

    Diva!

IL PRINCIPE baciandole la mano.

    Sirena!

ADRIANA con vera modestia.

    Troppo, signori ... troppo! Ecco: respiro appena ...

 

Semplicemente.

 

    lo son l'umile ancella

    del Genio creator:

    ei m'offre la favella,

    io la diffondo ai cor ...

    Del verso io son l'accento,

    l'eco del dramma uman,

    il fragile strumento

    vassallo della man ...

    Mite, gioconda, atroce,

    mi chiamo Fedeltà:

    un soffio è la mia voce,

    che al novo dì morrà ...



IL
PRINCIPE.

    E che cercate voi?

ADRIANA.

    La verità ...

L'ABATE accennando a Poisson e Quinault.

    Temprata foste da insigni artisti ...

ADRIANA alzando le spalle.

    No, da nessuno ...

 

Accorgendosi di Michonnet.

 

    Ingrata! Umile cor devoto, forte ingegno modesto,

    il consiglier mio solo, il solo amico mio, è questo ...

    Michonnet ...




MICHONNET commosso fino alle lagrime.

    Adriana ... tu scherzi, figlia mia ...

    Fai male ... vedi ... soffoco!

 

L'avvisatore, dal fondo, fa un cenno a Michonnet.

 

    Signori, sono pronti? ...

LA JOUVENOT protestando.

    Non sono a punto ancora!

LA DANGEVILLE.

    lo neppure ...

ADRIANA.

    lo lo sono ...

IL PRINCIPE E L'ABATE a Michonnet.

    E la Duclos?

MICHONNET.

    Or ora nel camerin stava scrivendo in fretta ...


IL PRINCIPE vivamente.

    A chi?


LA JOUVENOT al Principe, con intenzione.

    A voi no, certamente ...

LA DANGEVILLE egualmente.

    Sa che attendete qui ...

QUINAULT al tavolino.

    Scacco al re!

POISSON mangiando un pezzo, trionfalmente.

    Scacco matto!

QUINAULT protestando.

    Matto sarete voi ...

POISSON inalberandosi.

    A me del »voi«? ... Mi manchi d'ogni riguardo ...

QUINAULT in piedi, la mano sull'elsa, con esagerata dignità.

    E poi?
MICHONNET dal fondo.

    Signori, andiam!

 

La Jouvenot e la Dangeville scappano, ridendo, tra le quinte del teatro. Quinault e Poisson, seguono le due attrici minacciandosi comicamente.

 

IL PRINCIPE all'Abate, sbuffando.

    Abate, quel biglietto ...

L'ABATE.

    Della Duclos?

IL PRINCIPE.

    Lo voglio! ...

L'ABATE imbarazzato.

    Ma come fare?

IL PRINCIPE dandogli una borsa.

    Ho detto!!! ...

 

Il Principe esce dall'uscio ond'era entrato; l'Abate dal fondo, dalla porta dei camerini.

 

 


 

Scena IV

 

 

Michonnet e Adriana.

 

MICHONNET tra sé, guardando amorosamente Adriana che studia sempre.

    Eccoci soli alfin! ... per un minuto ...

 

S'avanza d'un passo, sospirando.

 

    Son cinque anni che l'amo e che sospiro ...

    e resto muto ... e dentro mi martiro! ...

 

Indietreggiando.

 

    Che giova? È tanto giovane ...

    mentr'io nol sono più!

 

Avviandosi.

 

    Devo o non devo dirglielo?

 

Indietreggiando ancora.

 

    Meglio domani ...

    ma doman sarò vecchio anche di più ...

 

Risolutamente.

 

    Sbigottimenti vani!

    Dunque si parli, orsù! ...

 

Si accosta vivamente ad Adriana, poi di nuovo si arresta, finalmente chiama.

 

    Adriana! ...

ADRIANA senza voltar la testa.

    Che c'è? ...

MICHONNET.

    Una notizia ...

ADRIANA c.s.

    Buona o cattiva?

MICHONNET titubante.

    Secondo ... Lo zio di Carcassona ... il farmacista ...

ADRIANA subito.

    E poi?


MICHONNET.

    È morto ...

ADRIANA.

    Male!

MICHONNET rapidamente.

    Ma ... mi lascia diecimila lire in eredità ...


ADRIANA.

    Bene!

MICHONNET con intenzione.

    Che devo farne? Eccomi imbarazzato ...

ADRIANA.

    Tanto peggio!

MICHONNET.

    Non tanto, perché m'hanno ispirato un'idea ...


ADRIANA.

    Un'idea?

MICHONNET insinuante.

    Strana, bizzarra ...

ADRIANA.

    Quale?

MICHONNET risoluto.

    Un matrimonio ...

ADRIANA ridendo.

    Tanto meglio!

MICHONNET dolcemente sorpreso.

    Che! Naturale ti sembra?

ADRIANA.

    Certamente ...

 

Sospirando.

 

    Ah, se potessi anch'io!

MICHONNET palpitante.

    Come! Anche tu!

ADRIANA.

    Ci penso ... un poco ...

MICHONNET tra sé.

    (Immenso Iddio!) 

Decidendosi. 

    (Allora, glielo dico ...)

ADRIANA malinconicamente.

    L'ingegno mio è mutato ...

MICHONNET con impeto.

    Cresciuto, vorrai dire! ...

ADRIANA esitando.

    Ier sera ...

MICHONNET.

    Hai recitato »Fedra« come Melpòmene stessa ...

ADRIANA confidenzialmente.

    Correa la voce d'una battaglia ... Niuna notizia! ...

    un'ansia atroce! ... Era forse ferito! ...


MICHONNET spaventato.

    Chi?

ADRIANA abbandonandosi.

    Il mio cavalier ...

MICHONNET rabbrividendo.

    Un cavalier? ...

ADRIANA con gioia.

    Ma oggi ...

MICHONNET come un'eco.

    Oggi?

ADRIANA.

    ... è ritornato!

MICHONNET tremante.

    E l'ami?

ADRIANA ardente.

    Se l'amo! ...

MICHONNET tra sé, le braccia penzolanti.

    (lo casco giù)

ADRIANA non potendo più tacere.

    Per voi non ho misteri ...

MICHONNET lasciandosi cadere in una poltrona.

    (Non glielo dico più!)
ADRIANA.

    Era un semplice alfiere del conte di Sassonia,

    l'eroico pretendente figlio al re di Polonia ...

    Partì per la guerra di Curlandia ... Nè più

    ebbi di lui novella ... ler lo rividi ...




MICHONNET balzando in piedi, smarrito.

    Lui?

ADRIANA senza comprendere.

    E oggi udrà »Rossana ...«

MICHONNET tra sé, disperatamente.

    (Michonnet, sei servito! ...)

ADRIANA alzandosi pure.

    Oh, come son felice!

MICHONNET.

    Ragazza mia, paventa la gioia tentatrice ... 

S'odono tre colpi di bastone dal fondo. 

    Ecco il segnale ...

 

Michonnet risale e scompare tra le quinte. Adriana si rimette a sedere presso il caminetto, per ripassare ancora la parte. 

 



Scena V

 listenAdriana!... Maurizio! - La dolcissima effigie, Parliam di cosa lieta

 

Adriana e Maurizio.

 

Maurizio, in costume di semplice ufficiale, apre il primo uscio di destra riservato agli artisti; rimane incerto un momento; poi volgendosi per ridiscendere, scorge Adriana intenta nella lettura, e corre a lei, palpitante.

 

MAURIZIO.

    Adriana!

ADRIANA alzandosi, con ebbrezza.

    Maurizio!


MAURIZIO.

    Regina mia!

ADRIANA ricomponendosi.

    Voi qua?

MAURIZIO.

    Oh! tardavate tanto ... Vedo là una scala ...

    Vogliono opporsi ... Chieggo di voi.


ADRIANA tra offesa e lusingata.

    Incauto!

MAURIZIO.

    Perché? Sincero amor

    non soffre divieto, non conosce rossor ...

    La dolcissima effigie sorridente

    in te rivedo della madre cara;

    nel tuo cor, della mia patria dolce, preclara

    l'aura ribevo, che m'aprì la mente ...

    Bella tu sei, come la mia bandiera,

    delle pugne fiammante entro i vapor;

    tu sei gioconda, come la chimera

    della Gloria, promessa al vincitor ...

    Bella tu sei, tu sei gioconda ...



ADRIANA commossa, ma sorridente.

    Ciel! quante belle frasi ...

MAURIZIO.

    Sì! Amor mi fa poeta ...

ADRIANA per mutar discorso.

    E il vostro avanzamento?
MAURIZIO protestando.

    Parliam di cosa lieta ...

ADRIANA insistendo.

    Ed il ministro? E il conte di Sassonia?

MAURIZIO gaiamente, con una punta d'ironia.

    Ho tentato ... promette, e non mantiene! ...
ADRIANA.

    Conoscerlo vorrei ...

MAURIZIO c.s.

    Perché?

ADRIANA.

    Senza tradirmi, piegarlo io ben saprei

    in favor vostro ...

MAURIZIO simulando timore.

    Grazie! ... È un uomo pericoloso.

ADRIANA.

    Lo so: tutte le donne l'amano.

MAURIZIO.

    Io son geloso ...

ADRIANA.

    Fanciullo!

MAURIZIO con finta rassegnazione.

    Ebben, di me parlategli ... 

La bacia sull'avambraccio. 

ADRIANA schermendosi.

    Che fate?

 

Guardando verso il fondo. 

    Entrar debbo in iscena ...




MAURIZIO.

    Crudele, mi discacciate!

ADRIANA prendendolo per mano.

    Per voi, per voi soltanto, reciterò stasera ...

 

Tenerissimamente.

 

    E beverò nei tuoi sguardi l'anima intera,

    e ti farò pianger, se tu m'ascolterai ...

    Che importa a me dei plausi,

    dei doni e degli omaggi?

    Ah, della Francia tutti non valgono i tesor

    una tua pura lagrima, diamante d'amor ...


MAURIZIO inebriato.

    T'ascolterò, Adriana, come un devoto ascolta

    la divina parola ...

ADRIANA.

    Dove sarai stavolta?

MAURIZIO.

    Nel terzo palco a destra ...




ADRIANA respingendolo dolcemente.

    Lasciami! ...

MAURIZIO anelante.

    E poi?

ADRIANA.

    Non qua ... Attendimi all'uscita ...

 

Staccandosi dal seno un mazzetto di viole e mettendolo alla bottoniera del giovane.

 

    Un pegno ...

MAURIZIO baciandolo.

    Grazie!

ADRIANA

    Va!

 

Adriana corre verso il fondo poi entra con incesso solenne in palcoscenico. Maurizio esce dalla porta dei palchi, a sinistra.

 


 

Scena VI

 

 

Il Principe, l'Abate; poi M.lla Dangeville e M.lla Jouvenot. 

Il Principe entra da sinistra, l'Abate dal fondo di destra.

 

IL PRINCIPE ansioso.

    Or dunque, Abate?

L'ABATE mostrandogli in atto di trionfo una lettera.

    Corpus delicti ...

IL PRINCIPE diffidente.

    Come?

L'ABATE facendo schioccare le dita.

    Penelope ...

IL PRINCIPE.

    La cameriera?

L'ABATE abbassando la voce.

    Cento luigi! ...

IL PRINCIPE prendendo la lettera.

    Caro! ... la cera è molle ...

L'ABATE.

    Meglio!

 

Il Principe la dissuggella.

 

    Son suoi caratteri?

IL PRINCIPE soffregandosi gli occhi.

    Ma contraffatti ...

L'ABATE.

    Pessimo segno!

IL PRINCIPE ridandogli il biglietto.

    Leggi ... M'offusca gli occhi lo sdegno ...

 

A questo punto fan capolino la Jouvenot e la Dangeville.

 

L'ABATE leggendo.

    Stasera alle undici, laggiù, nel solito

    villino presso la Senna ...

IL PRINCIPE sbuffando.

    Il mio!
L'ABATE seguitando.

    per un affare d'alta politica ...

 

Fra due sbuffi.

 

    Ah, graziosissima!

IL PRINCIPE dolorosamente.

    Lo so ben io! ...

L'ABATE ripigliando la lettura.

    ... atteso siete ... Fede e silenzio ...

    Punto ...

IL PRINCIPE.

    E la firma?

L'ABATE.

    Costanza ...

IL PRINCIPE scattando.

    Perfida! ...

L'ABATE frenando a stento le risa.

    Il suo pseudonimo?

IL PRINCIPE.

    Da me trovato! ...

L'ABATE per secondarlo.

    O donna immemore!

IL PRINCIPE smaniando.

    O cuore ingrato.

L'ABATE.

    Costanza ironica!

IL PRINCIPE.

    Fede istrionica! ...

 

Dopo una pausa.

 

    Ed il recapito?

L'ABATE guardando la soprascritta.

    Terzo palchetto a destra ...

 

Battendosi la fronte.

 

    Diavolo! ... Quale sospetto! ...

IL PRINCIPE ansiosamente.

    Conosci il complice?

L'ABATE.

    Forse ... Maurizio ...

IL PRINCIPE stupefatto.

    Il Conte? ...

L'ABATE.

    Entrare l'ho visto là ...

IL PRINCIPE furioso.

    È dunque lui?

L'ABATE.

    Dubbio non v'ha ...

IL PRINCIPE incrociando le braccia.

    Che far?

L'ABATE imitandolo.

    Che far?

IL PRINCIPE stillandosi il cervello.

    Laggiù ...

L'ABATE grattandosi la fronte.

    Nel villino?

 

Le due attrici, inoltrandosi cautamente un pochino, tendono il collo per meglio udire.

 

Il Principe afferrando una idea.

    Un gaio festino ...

L'ABATE cogliendola a volo.

    offerto agli attor? ...

Il Principe all'Abate.

    Ti piace il disegno?

L'ABATE inchinandosi.

    Mirabile! ardito!

Il Principe.

    Di guerra partito ...

L'ABATE.

    tranello d'amor ...

Il Principe infervorandosi.

    Cogliamo due tortori ...

L'ABATE Secondandolo.

    senz'altro sospetto ...

Il Principe.

    e il dolce duetto ...

L'ABATE.

    rimetter dovran ...

Il Principe.

    Di Marte e di Venere ...

L'ABATE.

    l'error si ripete ...

Il Principe.

    ma tende la rete ...

L'ABATE.

    l'offeso Vulcan

Il Principe.

    e tutta Parigi ...

L'ABATE.

    appena ridesta ...

Il Principe.

    dell'ilare festa ...

L'ABATE.

    l'intento saprà ...

Il Principe.

    Già ridono incauti ...

L'ABATE.

    Amore ed Imene ...

Il Principe con un gesto di minaccia.

    ma riderà bene ...

L'ABATE imitandolo.

    chi poi riderà ...

 

Il Principe risale verso il fondo, e visto un servo di scena fra le quinte, lo chiama con un cenno.

 

IL PRINCIPE al servo, accennando al primo uscio a sinistra.

    Questo al numero tre, a destra ... con mister ...

 

Gli consegna il foglio e una moneta d'oro; il servo parte all'uscio indicato.

 

IL PRINCIPE.

    Non soltanto dei Numi ...


L'ABATE terminando la frase.

    ... la vendetta è piacer! ...

 


 Scena VII

 

 

M.lla Jouvenot, M.lla Dangeville, Quinault, Poisson, quindi Michonnet.

 

Mentre il Principe e l'Abate sono sul davanti e passeggiano confabulando, i quattro artisti, in punta di piedi, li seguono non visti fino a che siano usciti, facendo loro dietro ogni sorta di gesti; poi rimasti soli si abbandonano alla più viva ilarità.

 

LA JOUVENOT.

    Quanto è burlevole!

LA DANGEVILLE.

    Quanto è piacevole!

QUINAULT.

    Perché ridete?

POISSON.

    Che grilli avete?

LA JOUVENOT.

    L'arzillo Principe ...

LA DANGEVILLE.

    maturo satiro ...

LA JOUVENOT.

    è protettore

LA DANGEVILLE.

    a tutte l'ore ...

LA JOUVENOT.

    della Duclos ...

LA DANGEVILLE.

    detta Rondò ...

QUINAULT.

    Chi non lo sa?

POISSON.

    Ciascun lo sa ...

LA JOUVENOT.

    Ma la fraschetta ...

LA DANGEVILLE.

    è pur protetta ...

LA JOUVENOT.

    per buona sorte ...

LA DANGEVILLE.

    dalla consorte ...

QUINAULT.

    Nobile cuor!

POISSON.

    Senza rancor ...

LA JOUVENOT.

    una spagnola ...

LA DANGEVILLE.

    che si consola ...

LA JOUVENOT.

    Dunque, un terzetto ...

LA DANGEVILLE.

    anzi, un quartetto ...

LA JOUVENOT.

    poi che c'è un altro ...

LA DANGEVILLE.

    ed è il più scaltro ...

LA JOUVENOT.

    Sicuramente ...

LA DANGEVILLE.

    naturalmente ...

QUINAULT.

    Per la Duclos?

POISSON.

    Detta Rondò?

LA JOUVENOT.

    Il vecchio ardente ...

LA DANGEVILLE.

    molto prudente ...

QUINAULT.

    Sicché, lei stessa?

POISSON.

    La Principessa?

LA JOUVENOT.

    un verde nido ...

LA DANGEVILLE.

    degno di Gnido ...

QUINAULT.

    Che bel bisticcio!

POISSON.

    Che gran pasticcio!

LA JOUVENOT.

    fuor delle mura ...

LA DANGEVILLE.

    tutto natura ...

LA JOUVENOT.

    schiuse alla bella ...

LA DANGEVILLE.

    Ma la monella ...

LA JOUVENOT.

    di greca fede ...

LA DANGEVILLE.

    la chiave cede ...

LA JOUVENOT.

    spesso alla moglie ...

LA DANGEVILLE.

    che poi v'accoglie ...

LA JOUVENOT.

    senza rossor ...

LA DANGEVILLE.

    il suo amator ...

QUINAULT.

    Intrigo amen ...

POISSON.

    di Lafontaine! ...

LA JOUVENOT.

    Ma già una lettera ...

LA DANGEVILLE.

    di quella ... eccetera.

QUINAULT.

    Nel vecchio Adon ...

POISSON.

    spunta Atteon ...

LA JOUVENOT.

    certo, un invito ...

LA DANGEVILLE.

    nel dolce sito ...

LA JOUVENOT.

    al generoso ...

LA DANGEVILLE.

    principe ombroso ...

LA JOUVENOT.

    vendè stasera ...

LA DANGEVILLE.

    la cameriera ...

QUINAULT.

    E la commedia ...

POISSON.

    volge in tragedia! ...

LA JOUVENOT.

    e il vecchio bello ...

LA DANGEVILLE.

    Vulcan novello ...

LA JOUVENOT.

    sulla civetta ...

LA DANGEVILLE.

    giurò vendetta ...

LA JOUVENOT.

    Or si domanda ...

LA DANGEVILLE.

    chi va? chi manda? ...

QUINAULT.

    Aspro quesito! ...

POISSON.

    Problema ardito!

LA JOUVENOT.

    L'appuntamento ...

LA DANGEVILLE.

    in tal momento ...

LA JOUVENOT.

    val per la sposa?

LA DANGEVILLE.

    o l'amorosa?

 

Il Principe esce con passo marziale dal primo uscio a sinistra che dà sui palchetti: l'Abate lo segue contraffacendolo.

 

MICHONNET dal fondo.

    Signori, tocca a voi!

LA JOUVENOT rassettandosi la veste.

    Tosto.

LA DANGEVILLE E POISSON.

    Per me c'è tempo ...

MICHONNET.

    Perdete la battuta! ...

LA JOUVENOT sprezzante.

    Che importa?

QUINAULT.

    Al vostro posto! ...

 

La Jouvenot e Quinault escono verso il palcoscenico. La Dangeville e Poisson rientrano nei camerini.


Scena VIII

 

 

Michonnet.

 

MICHONNET ascoltando nel fondo verso la scena.

    Ecco il monologo ...

    Silenzio sepolcral! ... grave momento!

    Strugger di gioia e di timor mi sento ...

    Bene! Benissimo! ...

 

Inebriato.

 

    Così ... così ... che fascino! che accento!

    Quanta semplicità! Com'è profonda e umana!

    Men sincera è la stessa verità!

 

Rialzandosi, sdegnato.

 

    Che fanno, dunque, là? Applaudite, beoti!

 

Di dentro il pubblico applaude, ed anch'egli batte le mani.

 

    Ah, stupenda, mirabile! sublime!

 

Con uno scatto di gelosia, osservando sempre.

 

    Ah! L'ha visto! ... e glielo esprime

    con gli sguardi, i sorrisi, i gesti, i moti ...

 

Con le lagrime nella voce.

 

    E dir che così bene

    recita per un altro, e non per me! ...

    Ma rimedio non c'è!

    non c'è costrutto! ...

    In ascoltarla, affogo le mie pene,

    e rido, e piango, e sogno,

    e dimentico tutto.

 


Battendosi la fronte.

 

    Dov'è dunque, il biglietto di Zatima?

    L'avevo nel farsetto ...

 

Fruga nel tiretto della mensola a destra.

 

    Bisogna che lo trovi ad ogni costo ... 

 


Scena IX

 

 

Maurizio, Michonnet, poi Quinault; indi M.lla Jouvenot.

 

Maurizio rientra turbato dal primo uscio di sinistra, mentre Michonnet seguita a rovistare in tutti i mobili della sala.

 

MAURIZIO tra sé, fermandosi nel mezzo.

    Maledetta politica! ... maledetto il momento

    che accettai quei favori! ... Perder l'appuntamento

    con Adriana? Mai! ...

 

Spiegazzando la lettera mandatagli dal Principe.

 

    Però, questo biglietto che la Duclos m'invia ...




MICHONNET tra sé, indicando la mensola a sinistra.

    (Ah! forse in quel tiretto ...)

MAURIZIO seguitando.

    E sempre per quell'altra ... Si tratta, certamente,

    della mia nuova impresa ...

MICHONNET.

    (Eccolo, finalmente!)


MAURIZIO tentennando.

    Parlato al Cardinale la Principessa avrà ...

    Che fare? ... Aspetterò l'uscita d'Adriana ...

 

Michonnet depone sopra la tavola a destra la pergamena trovata nel tiretto: Maurizio si adagia su una poltrone a destra. Rientra Quinault.

 

MICHONNET scorgendo Quinault.

    Darete questo foglio per »Rossana« a »Zatima«.

QUINAULT di malumore, con sussiego.

    Glielo darò ...

 

Quinault esce dal fondo verso il palcoscenico, Michonnet si rimette ad osservare. Maurizio sempre seduto, prende sbadatamente sulla tavola vicina la pergamena depositatavi da Michonnet.

 

MAURIZIO tra sé, spiegando la lettera.

    Neppure una parola!

 

Colpito da un'idea.

 

    lo ce ne metterò ... un'astuzia di guerra!

 

Si mette a scrivere con la matita sul rotolo spiegato.

 

MICHONNET guardando fra le quinte.

    Ah! ecco la Duclos ...

 


Compassionando.

 

    Povera figlia, sgòlati! ... meglio se stessi zitta! ...

    Cantar ti piace? Canta, canta, canta ... sei fritta!



LA JOUVENOT a Michonnet.

    Michonnet, la mia carta ... per »Rossana«?

MICHONNET indicando la tavola.

    È là ...

MAURIZIO alzandosi e porgendo la pergamena all'attrice.

    Madamigella ...

LA JOUVENOT prendendola, con una riverenza.

    Grazie!



MICHONNET facendo segno di sbrigarsi.

    Presto! 

La Jouvenot entra di corsa nelle quinte. 

MAURIZIO soddisfatto.

    Adriana avrà due mie parole

    dalla man di »Zatima«.

    Così saprà che prima di domani non posso.

 

Con un gesto di sconforto.

 

    O grama Curlandia, quanto mi costi!

    Andiamo ... chè l'altra è in agonia ...



MICHONNET fra sé, guardando sempre verso il palcoscenico.

    »Zatima« entra in scena ...

    Ma che! non ha il biglietto?

    Sì ... lo porge a »Rossana« ...

    Ciel! malgrado il rossetto

    impallidisce ... trema ... vacilla ...

    Arte divina! ...

 

Un uragano di applausi prorompe dal teatro.

 


 Scena X

 

 

Tutti meno Maurizio.

 

QUINAULT furibondo.

    Un delirio! Io soffoco!

LA JOUVENOT sdegnata.

    Che furore! Io la sfido!

POISSON sprezzante.

    Che pubblico! Io fremo!

LA DANGEVILLE nauseata.

    Che orrore! Io piango!









MICHONNET asciugandosi gli occhi, gongolante.

    Io rido!

 

Dalla porta dei palchi rientrano il Principe e l'Abate, insieme a vari altri signori.

 

IL PRINCIPE entusiasta.

    Magnifica! Sublime!

L'ABATE rincarando.

    Sovrana! Sovrumana!

LA JOUVENOT stupita, al Principe.

    Come! anche voi?

IL PRINCIPE con un gesto di minaccia.

    Mi vendico! ...

LA DANGEVILLE stupita, all'Abate.

    Come! anche voi?





L'ABATE imitando il
Principe.

    Mi emancipo!

 

Adriana entra dal fondo, pallida, fremente, disfatta. Si regge appena, tanta è ancora la sua emozione.

 

IL PRINCIPE E L'ABATE inchinandosi.

    Gloria dell'arte al fior!

TUTTI.

    Ad Adriana onor!






























IL
PRINCIPE.

    Io tutti v'invito a gaio convito. 

Ad Adriana. 

    Farannovi omaggio ... 

Indicando gli attori. 

    la scena ... 

I nobili. 

    la Corte ...

L'ABATE a se stesso.

    il Clero ...

IL PRINCIPE sardonico.

    Ed il forte eroe di Sassonia, nonché di Polonia ...

ADRIANA colta da un'idea.

    Conoscerlo bramo ...

IL PRINCIPE inchinandosi e porgendole una chia ve.

    Ed ecco la chiave del nido soave ...


L'ABATE completando.

    Il verde villino al vostro vicino ...



ADRIANA tra sé.

    (Parlargli potrò ...)

IL PRINCIPE E L'ABATE.

    Verrete?


ADRIANA decisa.

    Verrò.

IL PRINCIPE.

    A mezzanotte!

TUTTI.

    A mezzanotte!

 

Adriana, al braccio di Michonnet, risale al fondo, in mezzo ai grandi saluti ed agli applausi del compagni e dei signori.

 

 

Fine del primo atto

 


 

 Adriana Lecouvreur

 

Oper in vier Akten

 

 Personen

 

 

Moritz, Graf von Sachsen

 

Der Fürst von Bouillon

 

Der Abbé von Chazeuil

 

Michonnet
Regisseur vom Théâtre-Français

 

Quinault,


Poisson, Mitglieder des Théâtre-Français

 


Adrienne Lecouvreur

 

Die Fürstin von Bouillon

 

Fräulein Jouvenot,


Fräulein Dangeville, Mitglieder des Théâtre-Français

Athénaïs, Herzogin von Aumont,

Die Marquise,

Die Baronin,

Eine Kammerzofe, stumme Personen

 

Damen, Herren, Statisten, Theaterdiener, Lakaien

 

 


Ballet

 

 

Paris, phrygischer Schäfer

 

Merkur, Bote Jupiters

 

Juno, Göttin der Hoheit

 

Pallas, Göttin der Kraft und Weisheit

 

Venus, Göttin der Schönheit

 

Götterboten, Amazonen, Choristinnen, Amoretten

 
Paris im Monat März 1730.

 
Erster Akt    Zweiter Akt    Dritter Akt
Vierter Akt


 

Beschreibung der Szene nur in Italienisch
















































Erster Auftritt.

 




FRL. JOUVENOT am Spiegeltisch.

    Schminke, Michonnet, Schminke!

POISSON vom Spieltisch her.

    Auch mir fehlt rote Schminke!

MICHONNET zu Frl. Jouvenot, auf die Konsolen hinweisend.

    Da oben rechts, mein Fräulein!

    Im Schubfach! Dort das linke!

FRL. DANGEVILLE vom Sofa.

    Bitte, Michonnet, den Fächer!

QUINAULT vom Kamin her.

    Bitte, Michonnet, den Mantel!

MICHONNET von einem zum andern laufend.

    Allsogleich, ihr Quäler!

DIE BEIDEN DAMEN.

    Beeile dich!

MICHONNET demütig.

    Ach! zwei Hände nur hab ich!

QUINAULT ihn verspottend.

    Doch wohl vier Beine!

FRL. DANGEVILLE.

    Und mir Pastillen!

FRL. JOUVENOT.

    Ein Fleckchen!

QUINAULT.

    Meinen Säbel!

POISSON.

    Den Gürtel her!

ALLE VIER ungeduldig.

    Schnell doch, rühr dich, du Schlafmütz'!


MICHONNET im Vordergrund, für sich, mit unterdrücktem Zorn.

    Michonnet hin, Michonnet her!

    Ach nein, ich kann nicht mehr!

    Auf mir allein ruht alle Last und Schererei!

    Ein Regisseur hat's schlimmer fast fürwahr wie'n Lakai!

    Die Kartenkön'ge soll ich gar hofieren,

    Werd' den Kopf noch verlieren;

    Geschwätz zu hören,

    Neid zu beschwören,

    Zorn zu beschwichtigen,

    Ränke zu stören,

    Und böser Zungen Klatsch zu berichtigen

    Von früh bis spät, von spät bis früh!..

    Nur Plag' und Müh'!

 






Melancholisch.

 

    Ach, wär's der Wunsch nicht,

    Die Stellung zu erlangen

    Als Mitglied dieser Bühne;

    Der Gedanke, der kühne,

    Ohn' ihn

    Schon längst wär ich gegangen!


POISSON der dies bemerkt, zu Michonnet.

    Was murmelst du da?

MICHONNET zusammenfahrend.

    Gar nichts!

FRL. DANGEVILLE gähnend und Pastillen kauend.

    Vom Warten wird mir schlecht!

QUINAULT.

    Feigling, erzittre!

    Verzeihung!





MICHONNET mit einem Sprunge ausweichend.

    Nichts zu sagen!

POISSON zu Michonnet, der wieder nach vorn kommt.

    Ist's so recht?

MICHONNET ironisch.

    Verführend schön! Ein Narziss!

FRL. JOUVENOT immer am Spiegel.

    Ein Pflästerchen noch fehlt mir!

FRL. DANGEVILLE ihre Lektüre unterbrechend, boshaft.

    Wirklich eins nur?

FRL. JOUVENOT dreht sich um, wie von einer Ta    rantel gestochen.

    Unverschämte!

FRL. DANGEVILLE mit verächtlichem Achselzucken.

    Aufgeblähte!

FRL. JOUVENOT sich mit einem Ruck erhebend.

    Ich bin's müde!

FRL. DANGEVILLE ebenfalls aufstehend.

    Und mir ... ist's zuwider!

FRL. JOUVENOT mit übertrieben tiefer Verbeugung.

    Die Frau Marquise linker Hand!

FRL. DANGEVILLE ihr nachäffend.

    Die Pikettkarten-Königin!

POISSON sie verspottend.

    Sprecht nur stets richtig und gewandt!

MICHONNET entsetzt.

    Meine Damen, gleich fängt das Spiel an!


QUINAULT.

    Molière hört den Streit!

 


Zweiter Auftritt.

 

 

Der Fürst von Bouillon, der Abbé von Chazeuil, die Vorigen.

 




MICHONNET zeremoniell zu den Genannten.

    Ah Durchlaucht, Fürst von Bouillon

    Und Herr Abbé von Chazeuil.

    Welche Gnade! 

Bewegung bei den Damen. 

QUINAULT leise zu Poisson.

    Und jener ...

POISSON beiseite.

    ist als Mäcen bekannt

    Der Duclos; in Liebe und in Chemie ein Dilettant!


QUINAULT wie oben.

    Und der Abbé?

POISSON leise.

    Ein Spielzeug nur seiner Gattin!

ABBE die Nase rümpfend.

    Diese Düfte?

MICHONNET mit übertriebener Verbeugung.

    Auf allen Bühnen duftet's so!

FÜRST.

    Unsre Divas hauchen Duft!
POISSON sich vor dem Fürsten bis zur Erde neigend.

    Durchlaucht!

FÜRST mit herablassender Gebärde.

    Nun, mein Lieber!

QUINAULT zum Abbé auf türkische Weise grüssend.

    Abbé!

ABBE vertraulich.

    Grossvezier!

FÜRST galant zu Frl. Jouvenot.

    Mein schönes Fräulein!

    Wie wird man Sie heut abend nennen!

FRL. JOUVENOT kokett.

    »Zatime«!

ABBE mit affektierter Anmut zu Frl. Dangeville.

    Und Sie?

FRL. DANGEVILLE unhöflich.

    »Lisette«!

FÜRST wie oben.

    Sie muss als Sultanin man immer anerkennen!

ABBE wie oben.

    Und Sie ... Sie sind der Frühling!

FRL. JOUVENOT ihm ihre Schulter zeigend.

    Fürst! sehn Sie dies Fleckchen!

FÜRST sich bückend, als ob er es küssen will.

    Ein Pfeil Amor, dem Rächer!

ABBE zwischen zwei Seufzern.

    Glut weckt mir Ihr Anblick!

FRL. DANGEVILLE laut lachend.

    Abbé, nehmen Sie meinen Fächer!

FÜRST zärtlich.

    Blüte Amors, Waffe der Venus hold,

    Süsses Fleckchen, am Busen flimmernd,

    Wie ein Stern, am Himmel schimmernd!

    Durch des Meeres weisse Flut,

    Dorthin, wo die Wünsche reifen,

    Lässt du meine Blicke schweifen,

    Sie, die Schiffer meiner Glut!

ABBE ebenfalls.

    Du, von Ledas schneeweissem Vogel stammender

    Flaum, so lieblich, so weich dich schmiegend,

    Auf demant'nem Herzen liegend,

    Das der Artemis heilig Glut.

    Ist gedämpft auch jetzt das Feuer -

    Tausend andre, die einst dir teuer,

    Sie entflammen neu die Glut!





ABBE zu Michonnet, der von vorn kommt.

    Und die Duclos?

FÜRST wie beiläufig.

    Ja, wo ist die Duclos?

MICHONNET trocken.

    Beim Anziehn!

FRL. JOUVENOT mit den Augen blinzelnd.

    Sie meinen wohl beim Ausziehn!

FRL. DANGEVILLE boshaft.

    Um noch himmlischer zu scheinen!

FÜRST ungeduldig zu Michonnet.

    Doch wann fängt's endlich an?

MICHONNET.

    »Bajazet« in wenigen Augenblicken.

    Dann folgt »Der Liebe Narrheit«.

ABBE auf den Zuschauerraum zeigend.

    Der Saal voll zum Erdrücken!

MICHONNET mit Nachdruck.

    Das glaub' ich wohl, man sieht heut'

    Die Duclos und Adrienne beid'

    In derselben Tragödie.

FÜRST enthusiastisch.

    Die Duclos, unvergleichlich!

MICHONNET beleidigt erwidernd.

    Die Lecouvreur ein Engel!

FRL. JOUVENOT mit einer Grimasse.

    Sie kann nur noch nicht fliegen.

ABBE unentschieden.

    Kann recht gut deklamieren.

FRL. DANGEVILLE.

    Nach Zufall.

MICHONNET auf den Hintergrund weisend.

    Sie selbst! Das wird genügen!

 


Dritter Auftritt.

 

 

Adrienne und die Vorigen.

 







ADRIENNE ihre Rolle durchgehend, langsam.

    Ich ergebe mich Murads, des Sultans Gewalt!

    »Fort! entfernt euch!

    Es verschliesst dem Kühnen dies Haus mein Wille!«

 

Sich unterbrechend.

 

    Nein, 's ist noch nicht richtig!

    »Fort, entfernt euch!

    Es verschliesst dem Kühnen dies Haus mein Wille!«

    Und zurück ins Serail kehrt vornehme Stille!



FÜRST in die Hände klatschend.

    Grossartig!

ABBE ihm nachahmend.

    Ganz entzückend!

FÜRST ihr näher kommend.

    Muse!

ABBE gleichfalls.

    Göttin!

FÜRST ihr die Hand küssend.

    Berückend!

ADRIENNE mit aufrichtiger Bescheidenheit.

    Zuviel, meine Herren, zuviel!

 

Lächelnd.

 

    Sehn sie, ich bin ganz atemlos! 

Einfach. 

    Ich bin nur die Magd, die schwache,

    Des Genius, der da schafft;

    Er leiht mir seine Sprache,

    In Herzen streut sie meine Kraft.

    Ich bin des Lieds Betonung,

    Sein Schicksalswiderhall;

    Sein Werkzeug, seine Wohnung,

    Der starken Hand Vasall.

    Bald mild, bald heiter, bald Unheil kündend,

    Man nennt mich: »Treu dem Sinn«,

    Mein Klang: ein Lüftchen, schwindend

    Im Tagesgraun dahin!

FÜRST.

    Was suchen Sie denn noch?

ADRIENNE.

    Die Wahrheit.

ABBE.

    Ihr Lehrer ist wohl ein grosser Künstler?

ADRIENNE achselzuckend.

    Nein, ich habe keinen!

 

Michonnet bemerkend.

 

    O, Undank!

    Schlicht mir ein Herz ergeben,

    Hochbegabt, doch bescheiden,

    Mein Hal in Freud' und Leiden,

    Mein einz'ger Freund im Leben,

    Hier steht er: s'ist Michonnet!

MICHONNET bis zu Tränen gerührt.

    Adrienne, du scherzest, meine Tochter

    Sieh nur, ich ersticke.

 

Laut rufend.

 

    Sind die Herrschaften fertig?

FRL. JOUVENOT protestierend.

    Nein, ich noch keinen Schimmer!

FRL. DANGEVILLE.

    Ich, desgleichen!

ADRIENNE.

    Ich, ich bin es!

FÜRST UND ABBE zu Michonnet.

    Und die Duclos?

MICHONNET.

    Jetzt eben schreibt sie im Zimmer

    Dort einen Brief in Eile.

FÜRST lebhaft.

    An wen?

FRL. JOUVENOT zum Fürsten, mit Betonung.

    Sie sind's nicht, das ist sicher!

FRL. DANGEVILLE ebenfalls.

    Sie weiss, dass Sie hier stehn!

QUINAULT am Schachtisch.

    Schach dem König!

POISSON indem er ein Stückchen Brot kaut, triumphierend.

    Schach und matt jetzt!

QUINAULT protestierend.

    Matt, das sind eben Sie!

POISSON in Zorn geratend.

    Gilt mir das »Sie?«

    Mir scheint, du steckst voll Hochmut!

QUINAULT.

    Nun, wie?

MICHONNET von hinten.

    Meine Herrschaften, 's geht los!






FÜRST zornschnaubend zum Abbé.

    Abbé, diesen Brief muss ich sehn!

ABBE.

    Von der Duclos?

FÜRST.

    Ich will es!

ABBE unschlüssig.

    Wie ist das möglich?

FÜRST gibt ihm eine Geldbörse.

    Es muss gehn!

 







Vierter Auftritt.

 

 

Michonnet, Adrienne.

 

MICHONNET.

    Endlich wir beide allein! für eine Minute!

    Schon fünf Jahre lang lieb ich so heiss die Gute,

    Und kanns nicht sagen,

    Muss stumm die Qual ertragen!

 

Zurückweichend.

 

    Was hilft's auch? Sie ist so jung und licht ...

    Und mein Mai

    Ist längst vorbei!

 

Kommt wieder näher.

 

    Sag ich's oder sag ich's jetzt noch nicht?

    Besser wohl morgen!

    Aber morgen bin ich noch älter alsdann,

 

Entschlossen.

 

    Törichte Angst und Sorgen!

    Nun denn! ich sag's! wohlan!

    Adrienne!










ADRIENNE ohne den Kopf zu wenden.

    Was gibt's?

MICHONNET nach Worten suchend.

    Etwas Neues!

ADRIENNE wie oben.

    Gut oder böse?

MICHONNET zaudernd.

    Das fragt sich ... mein Oheim aus Boulogne,

    Der Apotheker ...

ADRIENNE.

    Nun, was denn?

MICHONNET.

    Ist tot.

ADRIENNE.

    Traurig!

MICHONNET schnell.

    Und in seinem Testament

    Vermacht er mir zehntausend Pfund.

ADRIENNE.

    Prächtig!

MICHONNET mit Bedeutung.

    Doch was beginnen? Bin darum sehr verlegen ...

ADRIENNE.

    Um so schlimmer!

MICHONNET.

    Nicht ganz so ... dies will in mir erregen ...

    Einen Gedanken ...

ADRIENNE.

    Einen Gedanken?

MICHONNET eindringlich.

    Seltsam, possierlich ...

ADRIENNE.

    Welchen?

MICHONNET entschlossen.

    An eine Heirat!

ADRIENNE lachend.

    Um so besser!

MICHONNET angenehm überrascht.

    Wie? es erscheint dir natürlich?

ADRIENNE.

    Ganz natürlich!

 

Seufzend.

 

    Ach! käm auch ich dazu!

MICHONNET mit klopfendem Herzen.

    Wirklich? Also auch du?

ADRIENNE.

    Ich denk daran.. zuweilen ...

MICHONNET für sich, die Augen gegen die Decke erhoben.

    Allmächtiger Gott! Jetzt ist es Zeit, zu eilen!



ADRIENNE melancholisch.

    Mein Talent ist nicht mehr dasselbe.

MICHONNET ungestüm.

    Gewachsen, willst du sagen.

ADRIENNE zögernd.

    Gestern abend ...

MICHONNET wie oben.

    Spieltest du die Phädra, als wär's Melpomene selber.

ADRIENNE vertraulich.

    Man hörte, eine Schlacht sei geschlagen.

    Und keine Kunde ...

    Die Angst ... »Er hat vielleicht eine Wunde!«

MICHONNET zurückweichend, wie erschreckt.

    Wer?

ADRIENNE sich ihm vertrauend.

    Wer anders als mein Retter?

MICHONNET schaudernd.

    Sie sagt: mein Retter ...

ADRIENNE freudig.

    Doch heute ...

MICHONNET wie ein Echo.

    Heute ...

ADRIENNE.

    Er kam zurück!

MICHONNET am ganzen Körper zitternd.

    Du liebst ihn?

ADRIENNE glühend.

    Ob ich ihn liebe! ...

MICHONNET für sich, die Arme hängen lassend.

    Das trifft mich schwer!

ADRIENNE kann nicht mehr an sich halten.

    Vor Ihnen hab ich kein Geheimnis!

MICHONNET lässt sich in einen Lehnstuhl fallen.

    Jetzt sag ich ihr nichts mehr!

ADRIENNE.

    's ist ein einfacher Fähnrich

    Beim polnischen Königssohne,

    Dem Grafen von Sachsen, dem Helden,

    Der sich erkämpft eine Krone.

    Er zog in den Krieg, weit, weit fort nach Kurland hin,

    Und ich wusst nicht, was mit ihm geschehen,

    Gestern sah ich ihn wieder!

MICHONNET aufspringend, verwirrt.

    Ihn?

ADRIENNE ohne auf ihn zu hören.

    Und heut wird er Roxane sehen.

MICHONNET verzweifelt, bei sich.

    Michonnet, du bist fertig!

ADRIENNE steht ebenfalls auf.

    Wie jauchzt mein Herz im Glücke!

MICHONNET den Kopf schüttelnd.

    Mein gutes Mädchen! Bedenke!

    Das Glück ist oft voll Tücke!

    Horch! das Signal!

 






Fünfter Auftritt.

 

 


Adrienne und Moritz.

 






MORITZ.

    Adrienne!

ADRIENNE sich umdrehend, wie vor Freude berauscht.

    Ach, mein Moritz!

MORITZ sie schwärmerisch anblickend.

    Du Herzenskönigin!

ADRIENNE wieder zu sich kommend.

    Sie hier?

MORITZ.

    Ach! musste lange warten! Ich seh hier eine Treppe;

    Man will mich hindern ... frage nach Ihnen ...

ADRIENNE halb beleidigt, halb geschmeichelt.

    Unbesonnener!

MORITZ.

    Warum? Die rechte Liebe

    Kennt in heissem Triebe

    Kein Verbot,

    Wird nicht rot! 

Mit wachsender Leidenschaft. 

    Meiner teuren Mutter Bild, so lieblich lächelnd,

    Seh ich in dir mich wieder freundlich grüssen.

    An deiner Brust umwehn mich

    der Heimat Lüfte so fächelnd,

    Die mit holdem Zauber mir das Herz erschliessen.

    Schön bist du, Liebchen!

    Schön wie mein Banner winkend,

    Dort, wo das Kampfgewühl wogt, flammet so heiss,

    Du bist so reizend, wie der Traum, der blinkend

    Mir den Ruhm zeigt, der einst des Sieges Preis.

ADRIENNE bewegt lächelnd.

    Gott, wie so herrlich spricht er!

MORITZ ebenfalls lächelnd.

    Die Lieb macht mich zum Dichter!

ADRIENNE um den Gegenstand des Gesprächs zu wechseln.

    Wie steht's mit der Beförderung?

MORITZ protestierend.

    Wir wollen uns unterhalten!

ADRIENNE auf ihrer Frage beharrend.

    Und der Minister und der tapfre Graf von Sachsen?

MORITZ lustig, mit etwas Ironie.

    Er versprach's mir; doch scheint er's nicht zu halten.

ADRIENNE.

    Ich lernte gern ihn kennen.

MORITZ wie oben.

    Warum?

ADRIENNE.

    Ich möchte mich besinnen,

    Wie's möglich wär, für Sie ihn zu gewinnen.

MORITZ Furcht heuchelnd.

    Danke! man soll ihn gefährlich nennen.

ADRIENNE.

    Ich weiss es; alle Frauen lieben ihn.

MORITZ wie oben.

    Bin eifersüchtig.

ADRIENNE mit dem Fächer nach ihm schlagend.

    Wie töricht!

MORITZ mit erheuchelter Resignation.

    Nun wohl, so sprechen Sie mit ihm!


ADRIENNE sich wehrend.

    Was tun Sie?

 

Sieht sich nach rückwärts um. 

    Ich darf nicht länger bleiben

 

Erhebt sich eilig.

 

MORITZ trostlos.

    Wie grausam, wie grausam, mich zu vertreiben.

ADRIENNE seine Hand fassend.

    Für Sie nur allein sprech' ich am Abend heute!

    Mit deiner Augen Strahl wird deine Seele mich            grüssen,

    Hörst du meine Stimme, wird deine Träne fliessen.

    Was gelten Beifall mir heute,

    Geschenke, Kränze der Leute?

    Wiegen denn alle Schätze aus unserm ganzen Land

    Eine Träne von dir nur auf, der Liebe Diamant?




MORITZ wie berauscht.

    Ich lausche dir, Adrienne, wie am heiligen Orte,

    Der Beter lauscht dem göttlichen Worte.

ADRIENNE sich seiner Umarmung entziehend.

    Wo ist dein Platz heut' Abend?

MORITZ.

    Die Loge drei zur rechten.

 

Versucht ihr Antlitz zu küssen.

 

ADRIENNE ihn sanft abwehrend.

    Lass mich!

MORITZ schwer atmend.

    Und nachher?

ADRIENNE.

    Nicht hier! Erwarte mich am Ausgang!

    Ein Pfand!





MORITZ es küssend.

    Dank!
ADRIENNE.

    Geh!

 






Sechster Auftritt.

 

 

Der Fürst, der Abbé, dann Frl. Jouvenot und Dangeville.

 


FÜRST ängstlich.

    Wie steht's, Abbé?

DER ABBE zeigt ihm triumphierend einen Brief.

    Das Corpus delicti!

DER FÜRST misstrauisch.

    Wie denn?

DER ABBE mit den Fingern schnalzend.

    Penelope!

FÜRST.

    War es die Zofe?

ABBE mit gedämpfter Stimme.

    Hundert Dukaten!

FÜRST nimmt den Brief.

    Teuer! ... Das Wachs ist noch weich!
ABBE.

    Um so besser!

 

Der Fürst entsiegelt den Brief.

 

    Die Handschrift der ihren gleich?

FÜRST sich die Augen reibend.

    Doch sehr verstellt.

ABBE.

    Das ist recht schlimm.

FÜRST ihm das Billet zurückgebend.

    Lies nur! mir trübt die Augen der Grimm.




ABBE vorlesend.

    Heut' abend, Punkt elf Uhr ...

    Drunten in dem bekannten Häuschen, dicht an der Seine

FÜRST zornschnaubend.

    Das meine.

ABBE fortfahrend.

    In einer hochpolitischen Sache.

 

Losplatzend.

 

    O! die kann reizend sein!

FÜRST kummervoll.

    Reizend wie keine.

ABBE die Lektüre wieder aufnehmend.

    Gebrauchen Sie Vorsicht! ...

    »Treu und verschwiegen,« Punktum!

FÜRST.

    Und die Unterschrift?

ABBE.

    Constanze.

FÜRST wütend.

    Treulose!

ABBE mit Mühe das Lachen unterdrückend.

    Ihr Pseudonym ist das?

FÜRST.

    Für mich das Zeichen!

ABBE um ihm beizustehen.

    O Falschheit ohnegleichen!

FÜRST tobend.

    Die Undankbare!

ABBE wie vorher.

    Ein Spott auf ihren Namen!

FÜRST wie vorher.

    So sind die Bühnendamen!

 

Nach einer Pause.

 

    Und die Adresse?

ABBE besieht die Aufschrift.

    »Dritte Loge rechts«

 

Sich vor die Stirn schlagend.

 

    Teufel! welch ein Verdacht!

FÜRST angstvoll.

    Kennst du den andern?

ABBE.

    Möglich ... Moritz.

FÜRST verdutzt.

    Der Graf?

ABBE.

    Ich sah ihn eintreten ... da!

FÜRST wütend.

    Und er ist's also?

ABBE.

    Er ist's, den ich sah.

FÜRST die Arme verschränkend.

    Was tun?

ABBE ihm nachahmend.

    Was tun?

FÜRST sich den Kopf zerbrechend.

    Dort drüben?

ABBE kratzt sich die Stirn.

    In dem Häuschen?





FÜRST ihm kommt plötzlich eine Idee.

    Ein Fest und ein Stückchen ...

ABBE greift den Gedanken sofort auf.

    Den Künstlern zur Schau

FÜRST.

    Gefällt dir mein Plänchen?

ABBE.

    Verwegen und fröhlich

FÜRST.

    Die Kriegslist befehl' ich,

ABBE.

    Ja, Liebe macht schlau.

FÜRST.

    Wir fangen die Täubchen ein!

ABBE.

    Jetzt müssen ihr Lieben

FÜRST.

    Sie beide verschieben;

ABBE.

    Noch täuscht sie ihr Wahn!

FÜRST.

    Von Mars und von Venus

ABBE.

    Die alten Geschichten!

FÜRST.

    Das Netz wird schon richten

ABBE.

    Voll Rache Vulkan!

FÜRST.

    Bald weiss ganz Paris schon

ABBE.

    Was auf unserm Feste

FÜRST.

    Erlebten die Gäste,

ABBE.

    Wenn früh es erwacht;

FÜRST.

    Jetzt lachen wohl sorglos

ABBE.

    Gott Amor und Hymen

FÜRST.

    Doch kann sich nur rühmen,

ABBE.

    Wer lacht ganz zuletzt!





FÜRST zu dem Theaterdiener auf die erste Tür rechts zeigend.

    Hier nach Nummer drei zur Rechten!

    Schweig und nimm! 

Übergibt ihm das Billet und ein Goldstück, der Diener verschwindet durch die bezeichnete Türe.

 

FÜRST kommt zum Abbé zurück, erleichtert aufseufzend.

    Nicht den Göttern allein ...

ABBE das Zitat beendigend.

    Löscht die Rache den Grimm ...

 


Siebenter Auftritt.

 

 

Frl. Jouvenot, Frl. Dangeville, Quinault, Poisson, später Michonnet.

 






FRL. JOUVENOT.

    Das ist ein prächtiger Scherz!

FRL. DANGEVILLE.

    Hoch auf mir hüpft mein Herz!

QUINAULT.

    Was soll das Lachen?

POISSON.

    Was sind's für Sachen?

FRL. JOUVENOT.

    Durchlaucht voll Frohnatur

FRL. DANGEVILLE.

    Ein alter Satyr nur

FRL. JOUVENOT.

    Steht fest im Bunde

FRL. DANGEVILLE.

    Zu jeder Stunde

FRL. JOUVENOT.

    Mit der Duclos.

FRL. DANGEVILLE.

    Ach! die Rondò!

QUINAULT.

    Ist's nicht bekannt?

POISSON.

    Jedem bekannt?

FRL. JOUVENOT.

    Ja, der Kokette

FRL. DANGEVILLE.

    Wird durch die nette

FRL. JOUVENOT.

    Gattin, o höret.

FRL. DANGEVILLE.

    Schutz noch gewähret

QUINAULT.

    Wie hoheitsvoll!

POISSON.

    Kennt keinen Groll!

FRL. JOUVENOT.

    Die weiss am besten

FRL. DANGEVILLE.

    Auch sich zu trösten

QUINAULT.

    Für die Duclos,

POISSON.

    Ach! die Rondò!

FRL. JOUVENOT.

    Welch ein Terzettchen!

FRL. DANGEVILLE.

    Nein, ein Quartettchen!

QUINAULT.

    Wirklich, sie selber?

POISSON.

    Die Fürstin selber?

FRL. JOUVENOT.

    Dann kommt was andres,

FRL. DANGEVILLE.

    Noch viel Pikantres!

FRL. JOUVENOT.

    Alles verrät es!

FRL. DANGEVILLE.

    Jeder versteht es!

FRL. JOUVENOT.

    Der Alte baute

FRL. DANGEVILLE.

    Für seine Traute

FRL. JOUVENOT.

    Weich ihr ein Nestchen

FRL. DANGEVILLE.

    Wie ein Schmuckkästchen

QUINAULT.

    Intrigant schön!

POISSON.

    Nach Lafontaine!

FRL. JOUVENOT.

    Wie ab vom Städtchen

FRL. DANGEVILLE.

    Um mit dem Mädchen

FRL. JOUVENOT.

    Heimlich zu kosen. -

FRL. DANGEVILLE.

    Doch von der Losen

FRL. JOUVENOT.

    Lässt oft verstohlen

FRL. DANGEVILLE.

    Schlüssel sich holen

FRL. JOUVENOT.

    Die Fürstin, ihren

FRL. DANGEVILLE.

    Buhlen zu führen

QUINAULT.

    Des Fürsten Stirn vorn

POISSON.

    Schmückt schon ein Horn.

FRL. JOUVENOT.

    So ganz allein

FRL. DANGEVILLE.

    Zum Stelldichein.

FRL. JOUVENOT.

    Doch einen Liebesbrief

FRL. DANGEVILLE.

    Von ihr, der jenen rief

FRL. JOUVENOT.

    Mit süssem Worte

FRL. DANGEVILLE.

    Zum stillen Orte

FRL. JOUVENOT.

    Hat abgefangen,

FRL. DANGEVILLE.

    Durchlaucht voll Bangen,

FRL. JOUVENOT.

    Dem Kammerkätzchen

FRL. DANGEVILLE.

    Füllend das Tätzchen.

FRL. JOUVENOT.

    Der alte Galan

FRL. DANGEVILLE.

    Nimmt wie Vulkan

FRL. JOUVENOT.

    Für solche Sache

FRL. DANGEVILLE.

    Furchtbare Rache.

FRL. JOUVENOT.

    Nun lasst uns fragen,

FRL. DANGEVILLE.

    Wem gilt das Jagen,

FRL. JOUVENOT.

    Die List und Tücke

FRL. DANGEVILLE.

    Im Augenblicke?

QUINAULT.

    Und die Komödie

POISSON.

    Schwierige Frage!

FRL. JOUVENOT.

    Der Angetrauten

FRL. DANGEVILLE.

    Oder der Trauten?

QUINAULT.

    Wird zur Tragödie

POISSON.

    Wie kommt's zutage?

ALLE.

    Ei ja! so ratet!







MICHONNET aus dem Hintergrunde.

    Meine Herrschaften! Sie sind dran!

FRL. DANGEVILLE UND POISSON.

    Ich hab' noch Zeit!

FRL. JOUVENET ihr Kostüm in Ordnung bringend.

    Schnelle!

MICHONNET die Hände ringend.

    Sie versäumen noch das Stichwort!

FRL. JOUVENOT verächtlich.

    Was schadet's?

QUINAULT Michonnet beim Vorbeigehen von oben herab ansehend.

    An Ihre Stelle!

 



Achter Auftritt.

 

 

Michonnet.

 

  


 
Ihr Monolog beginnt!

    Jetzt ist es grabesstille ... wie wird's nur gehen?

    Ich will vor Freude und auch vor Angst vergehen!

    Recht so, recht gut, mein Kind!

 

Vergnügt.

 

    Ja, so! ja, so! wie zaubervoll erklingend,

    Wie einfach, schlicht und klar,

    Tief aus der Seele dringend

    Wie so menschlich, unvergleichlich wahr!

    Was machen sie nur da?

    Nun, so klatscht doch, ihr Tröpfe!

    Ah! Zum Staunen! Ganz wunderbar, ohnegleichen!

    Ah! Sie sieht ihn und gibt ihm Zeichen

    Bald durch Blicke, bald durch Lächeln,

    Durch Gesten, durch Fächeln

 






Mit tränenerstickter Stimme.

 

    Und alles dies nur immer

    Ach, für ihn, jenen andern und nicht für mich!

    Doch bleibt mir sicherlich

    Kein Hoffnungsschimmer ...

    Wenn ich sie nur höre, -

    Ob auch mein Schmerz sich bäume -

    Dann lach ich und weine und träume

    Und - vergessen ist alles!

 

Sich an die Stirn schlagend.

 

    Doch wohin ist Zatimas Billet gekommen?

    Ich hab's doch schon genommen!

    Das Briefchen muss zur Stelle

    Auf alle Fälle!

 




Neunter Auftritt.

 

 

Moritz, Michonnet, dann Quinault, später Frl. Jouvenot.

 





MORITZ in der Mitte, für sich.

    O, verwünschte Politik!

    Ha! Verwünscht sei die Stunde,

    Da ich ihr mich überlassen!

    Soll das Rendezvous mit Adrienne ich verpassen?

    Niemals! 

Zerknittert den Brief, den ihm der Fürst zugeschickt hat. 

    Jedoch, was wohl die Sache

    Mit der Duclos bedeutet? 

Liest es noch einmal durch. 

MICHONNET für sich, auf die Konsole links zeigend.

    Ach, wohl in diesem Fache!

MORITZ fortfahrend.

    Und stets nur diese andre!

    Es handelt selbstverständlich

    Sich um meinen neuen Plan ...

MICHONNET.

    Sieh einmal, da ist's endlich!

MORITZ unschlüssig.

    Die Fürstin sprach vielleicht beim Kardinal dafür.

    Wenn Adrienne herauskommt, dann sag ich's ihr.






MICHONNET Quinault bemerkend, zu ihm.

    Sie geben wohl der Zatime diesen Brief für Roxane.

QUINAULT übel gelaunt und sehr gemessen.

    Es kann geschehn!







MORITZ wickelt den Brief auf, überrascht, für sich.

    Ich seh nichts darauf stehn!

 

Von einer plötzlichen Idee erfasst.

 

    Halt! Jetzt mach ich es so!

    Eine Kriegslist! Hier

    Schreib ich ihr!


MICHONNET bei sich, zwischen die Kulissen sehend.

    Ah! sieh nur! die Duclos!

 

Mitleidig.

 

    Armes Mädchen, quäl dich nur!

    Besser schon wär's, du schwiegst!

    Du möchtest singen? Singe, sing nur!

    Singe! Du unterliegst! Du unterliegst!


FRL. JUVENOT zu Michonnet.

    Michonnet, he, wo ist mein Brief? der Brief für Roxane?

MICHONNET zeigt auf den Tisch.

    Er ist hier!

MORITZ steht auf und gibt der Dame das Pergament.

    Bitte, mein Fräulein.

FRL. JOUVENOT nimmt das Blatt mit einer Verbeugung.

    Danke!



MICHONNET winkt ihr, sich zu beeilen.

    Schnell fort!


MORITZ befriedigt, bei sich.

    So wird nun Zatime

    die Botschaft jetzt an Adrienne besorgen,

    Und sie erfährt, dass ich nicht kommen kann vor morgen.

    O böses Kurland! Was musst ich für dich hingeben!

    Ich gehe! Denn jene harrt voll Beben.

 

Ab nach rechts.

 



MICHONNET auf die Bühne sehend, für sich.

    Zatime tritt auf die Bühne ... doch wie! ...

    Sie hat den Brief nicht! ... Doch ... jetzt gibt sie

    Ihn Roxane! Gott! Ich sah

    trotz der Schminke sie erbleichen,

    Zittern ... und schwanken!

 

Ausser sich vor Freude. 

    Kunst! Du bist göttlich! Ohnegleichen! 

 


Zehnter Auftritt.

 

 

Alle ausser Moritz.

 

QUINAULT wütend.

    Welch ein Toben!

FRL. JOUVENOT zornig.

    Wie verschroben!

POISSON verächtlich.

    Welch Publikum!

FRL. DANGEVILLE angeekelt.

    Wie schrecklich dumm!

QUINAULT.

    Ich ersticke noch!

FRL. JOUVENOT.

    Ich will Rache!

POISSON.

    's ist zum Rasen!

FRL. DANGEVILLE lachend.

    's ist zum Weinen!

MICHONNET trocknet sich die Augen, jubelnd, bei sich.

    Und ich lache!





FÜRST enthusiastisch.

    Wie grossartig!

ABBE ihn noch überbietend.

    Welch ein Können!

FÜRST.

    Ganz einzig!

ABBE.

    Göttlich zu nennen!

FRL. JOUVENOT erstaunt zum Fürsten.

    Wie, Fürst, auch Sie?

FÜRST mit drohender Gebärde.

    Ich räch mich mal!

FRL. DANGEVILLE erstaunt zum Abbé.

    Wie denn! Auch Sie?

ABBE dem Fürsten nachahmend.

    Mir ist's egal!

FÜRST UND ABBE sich verneigend.

    Vollkommner gibt's keine Kunst!





ALLE die Hände erhebend.

    Adrienne Ehre und Gunst!

ADRIENNE schwankend.

    Zuviel ... stille! ... Weh mir!

MICHONNET leise, sie stützend.

    Du leidest?

ADRIENNE mit erlöschender Stimme.

    Er war hier!

FÜRST zu den andern.

    Frische Luft!

ABBE.

    Schnell etwas Äther!

ADRIENNE die Augen öffnend.

    Dank!

FÜRST UND ABBE.

    Sie lebt!

MICHONNET leise zu Adrienne.

    Bezwing dich!

FÜRST im Kreise umhersehend.

    Ihr Freunde, wollt hören!

    Den Künstlern zu Ehren

    Lad' euch all ich als Gäste

    Zu fröhlichem Feste!

    Ein würdiger Schluss

    Für solch hohen Genuss!

ADRIENNE die Hand hebend.

    Ich kann nicht

MICHONNET halblaut.

    Nur mutig!

FÜRST zu Adrienne.

    Man huldigt Ihnen dort

 

Auf die Schauspieler weisend.

 

    »Das Theater«

 

Auf die adeligen Herren zeigend.

 

    »Der Adel«.

ABBE bei sich.

    Der Klerus.

FÜRST mit sardonischem Lachen.

    Und den kühnen

    Helden von Sachsen vergass ich zu nennen.

ADRIENNE von einer Idee ergriffen.

    Ich lernt ihn gern kennen.

FÜRST sich verbeugend und ihr einen Schlüssel gebend.

    Das öffnet die Pforte

    Zum lieblichen Orte!

ABBE ergänzend.

    Dem Häuschen, dem grünen,

    Ganz nahe bei Ihnen.

ADRIENNE bei sich.

    Ich sprech ihn wohl dann.

FÜRST UND ABBE.

    Sie kommen?

ADRIENNE aufstehend.

    Wohlan!


FÜRST.

    Um zwölf Uhr nachts!

ALLE.

    Um zwölf Uhr nachts?

 

Der Vorhang fällt.

 

 


Ende des ersten Aufzugs.