![]() |
![]() |
Adriana
Lecouvreur Commedia-dramma Libretto
von Arturo Colautti Personaggi Maurizio,
conte di Sassonia (Tenore) Il Principe
di Bouillon (Basso) L'abate di
Chazeuil (Tenore) Michonnet,
direttore di scena alla Comédie Française (Baritono) Quinault,
socio della Comédie (Basso) Poisson,
idem (Tenore) Un
Maggiordomo (Tenore) Adriana
Lecouvreur, della Comédie (Soprano) La
Principessa di Bouillon (Mezzosoprano) Mad.lla
Jouvenot, socia della Comédie (Soprano) Mad.lla
Dangeville, idem (Mezzosoprano) Una
Cameriera (Comparsa) Dame -
Signori Comparse -
Servi di scena - Valletti
Paride,
pastorello frigio Mercurio,
messaggero di Giove Giunone,
dea della Serenità Pallade, dea della Forza e della Saggezza Venere, dea
della Bellezza Iridi -
Amazzoni - Cariti - Amorini Parigi nei
1730 Atto
primo Atto secondo Atto
terzo Il »Foyer«
della Comédie Française Sala
quadrangolare
di stile Rinascimento. Nel mezzo,
in fondo, caminetto adorno Ai lati
della scena, due mensole a specchi con vari oggetti teatrali. Presso al
caminetto acceso, un piccolo paravento, una tavola dorata, poltroncine,
sedie e
sgabelli di damasco fiorito, disposti in semicerchio: a destra, in
fondo, un
tavolino da giuoco con sopra una scacchiera: nel mezzo altre poltrone e
un
canapè. Sulle mensole doppieri accesi. Il fuoco arde nel caminetto. All'alzarsi
della tela, madamigella Jouvenot, turchescamente vestita da »Zatima«
nel Bajazet,
siede a sinistra dinanzi al cristallo, e dà l'ultimo ritocco alla sua
acconciatura. Nel mezzo,
adagiata sul canapè, nel civettuolo costume di »Lisetta« delle Follie
d'amore,
madamigella Dangeville ripassa, a tratti, la sua parte. A destra in
piedi presso il caminetto, Quinault, sotto le spoglie del »visir
Aconat«, si
pavoneggia rimpetto alla mensola, mettendosi il turbante. Più
innanzi, seduto al tavoliere, Poisson, nelle vesti campestri di
»Crispino«, sta
consultando uno specchietto a mano. Michonnet,
in abito comune, con le mani e con le braccia cariche di cose sceniche,
corre
su e giù, a dritta e a sinistra affaccendato e trafelato, trovando una
risposta
e un sorriso per tutti, a tutti recando gli oggetti richiestigli. Nel fondo,
passano attori e comparse nei costumi del Bajazet e delle Follie
d'amore: servi
di scena imparruccati portano attrezzi; macchinisti dispongono i
praticabili. Movimento
animato. Scena I M.lla
Jouvenot, M.lla Dangeville, Michonnet, Quinault, Poisson. LA JOUVENOT
dalla mensola.
Michonnet, della biacca! MICHONNET
alla Jouvenot, indicando la mensola. Là sopra, signorina ... POISSON dal
tavoliere.
Michonnet, MICHONNET a
Poisson, accennando al tavolino.
Là dentro, nel tiretto ... LA
DANGEVILLE dal canapè.
Michonnet, la mia ventola! QUINAULT
dal caminetto.
Michonnet, il mio manto! ... MICHONNET
correndo dall'uno all'altro.
Ecco qua, miei signori ... LE DUE
DONNE.
Spicciatevi! MICHONNET
umilmente.
Ho soltanto due mani ... QUINAULT
deridendolo.
E quattro gambe ... LA
DANGEVILLE.
Le mie pasticche! ... Presto ... LA
JOUVENOT.
Un neo! ... Presto ... QUINAULT.
La mia spada! ... Presto ... POISSON.
La cintola! ... Presto ... TUTTI E QUATTRO spazientiti. Presto, dunque, Morfeo! ... MICHONNET con sdegno represso. Michonnet, su! Michonnet, giù! Auff! non ne posso più ...
A me tutti gl'incarichi,
tutti i fastidi a me ...
Un direttor di scena
sta peggio d'un lacchè ...
In mezzo a tanti re
di cartapesta c'è da perder la testa ... Seguir le chiacchiere,
molcer le invidie,
placar le collere,
romper le cabale, sventar le insidie delle pettegole, mattino e vespro, vespro e mattin, senza mai fin! Malinconicamente.
Ah! se non fosse il posto sospirato
di socio proprietario,
per sbarcare il lunario
e starle sempre allato ... Fa un gesto
di minaccia verso gli attori. POISSON
seccato, a Michonnet. Che mai borbotti? MICHONNET scuotendosi. Nulla ... LA
DANGEVILLE sbadigliando e masticando pasticche.
Che noia, l'aspettare! ... QUINAULT
studiando un atteggiamento dinanzi allo specchio con la scimitarra
sguainata.
»Trema, codardo!« Tirando una
botta, infilza quasi Michonnet, che è risalito. Scusa ... MICHONNET schivandola con un salto. Fate pur ... POISSON a
Michonnet, che ridiscende. Che ti par? MICHONNET ironico. Magnifico! Un Narciso ... LA JOUVENOT
sempre allo specchio. Un neo ancor mi manca ... LA DANGEVILLE
interrompendo la lettura, perfidamente.
Solamente?
Sfacciata! LA
DANGEVILLE con una spallata di sprezzo.
Superba!
Sono stanca! ... Sfacciata! LA DANGEVILLE
alzandosi pure.
Ed io nauseata! LA JOUVENOT
con una riverenza esagerata.
Marchesa morganatica! LA
DANGEVILLE imitandola.
Principessa di picche!
Badate alla grammatica! MICHONNET
spaventato si slancia per dividere le due attrici e si busca colpi di
ventaglio.
Signore, si va in scena! QUINAULT.
Molière v'ascolta ... là ... Scena II Il Principe
di Bouillon, l'Abate di Chazeuil e detti. L'uscio di
sinistra si apre. Il Principe entra solennemente, seguito da Chazeuil. MICHONNET
cerimoniosamente ai sopraggiunti.
Il Principe di Bouillon ... e l'Abate di
Chazeuil ...
Che fortuna! ...
(Colui?) POISSON in
disparte.
(Il mecenate della Duclos ...
di chimica dilettante e d'amore ...)
(E l'abatino?) POISSON.
(Il ninnolo della moglie ...) L'ABATE
arricciando il naso.
Che odore! MICHONNET
con un inchino esagerato.
Odor di palcoscenico ... IL PRINCIPE
con fatuità, sbirciando con l'occhialino le attrici. Delle Grazie è il respir ... POISSON
piegandosi fino a terra dinanzi al Principe.
IL PRINCIPE
con un gesto di protezione.
Caro, caro ... QUINAULT
all'Abate, salutando all'uso turco.
Abate! ...
Gran Visir! IL PRINCIPE
galantemente alla Jouvenot.
Madamigella, come vi chiamerem stasera?
»Zatima«. L'ABATE
alla Dangeville, con grazia affettata.
E voi?
»Lisetta« ... IL PRINCIPE
c.s.
Siete una vera Sultana del Serraglio ... L'ABATE
c.s.
E voi la Primavera ... LA JOUVENOT
indicandogli la spalla.
IL PRINCIPE
chinandosi fin quasi a baciarlo.
D'Amore parmi un bersaglio ... L'ABATE tra
due sospiri.
Ardo nel guardarvi ... LA
DANGEVILLE ridendo forte.
Abate, eccovi il mio ventaglio ... IL PRINCIPE
leziosamente.
Fior d'amor, arma di Venere,
dolce neo che splendi al seno
come un astro nel sereno,
per le vie d'un bianco mar
verso il porto dell'oblio,
Argonauti del desio,
fai gli sguardi navigar ... L'ABATE
leziosamente.
Dell'augel di Leda eburneo
vaga piuma ondoleggiante
sovra un petto d'adamante
che d'Artemide è l'altar,
se l'ardor ne ammorzi un poco
d'altri mille il chiuso foco
fai repente divampar ... I due
galanti si scostano e vanno ad osservare nelle scene dagli usci
socchiusi,
l'uno a destra e l'altro a sinistra. L'ABATE a
Michonnet, che ridiscende.
E la Duclos? IL PRINCIPE
come a caso. Infatti, la Duclos? MICHONNET asciutto. Si veste ... LA JOUVENOT
ammiccando, ridendo forte.
Volete dir: si spoglia ... LA
DANGEVILLE velenosa.
Per sembrar più celeste! IL PRINCIPE
impaziente a Michonnet.
Ma quando si principia? MICHONNET.
Bajazet fra un istante: poi le Follie
d'amore ...
La sala è riboccante ...
Lo credo ben ... Stasera la Duclos e
Adriana
nella stessa tragedia! IL PRINCIPE
entusiasta.
La Duclos è sovrana! ... MICHONNET
di ripicco.
La Lecouvreur, divina! LA JOUVENOT
con una smorfia.
In ciel non è rimasta! ... L'ABATE
indeciso.
Scandisce bene i versi ... LA
DANGEVILLE.
Per caso ...
Eccola ... basta! Scena III Adriana e
detti. Adriana
Lecouvreur, nel costume orientale di »Rossana« entra dall'ultimo uscio
di
destra, col rotolo della sua parte tra le mani. Le altre attrici le
voltano
dispettosamente le spalle; il ADRIANA
ristudiando la parte, declama lentamente.
»
»Tutti uscite! e ogni soglia sia chiusa
all'audace ...«
No, così non va bene! ... Facendosi
più innanzi, e ricominciando in tono più solenne.
»Tutti uscite; e ogni soglia sia chiusa
all'audace ...«
»E ritorni al Serraglio l'angusta sua pace
...« IL
Splendida! L'ABATE.
Portentosa! IL PRINCIPE
accostandosi.
Musa! L'ABATE
egualmente.
Diva! IL PRINCIPE
baciandole la mano.
Sirena! ADRIANA con
vera modestia.
Troppo, signori ... troppo! Ecco: respiro
appena ... Semplicemente.
lo son l'umile ancella
del Genio creator:
ei m'offre la favella,
io la diffondo ai cor ...
l'eco
il fragile strumento
vassallo della man ...
Mite, gioconda, atroce,
mi chiamo Fedeltà:
un soffio è la mia voce,
che al novo dì morrà ...
E che cercate voi? ADRIANA.
La verità ... L'ABATE
accennando a Poisson e Quinault. Temprata foste da insigni artisti ... ADRIANA
alzando le spalle.
No, da nessuno ... Accorgendosi
di Michonnet.
Ingrata! Umile cor devoto, forte ingegno
il consiglier mio solo, il solo amico mio,
è questo ...
Michonnet ...
MICHONNET commosso fino alle lagrime. Adriana ... tu scherzi, figlia mia ... Fai male ... vedi ... soffoco! L'avvisatore,
dal fondo, fa un cenno a Michonnet.
Signori, sono pronti? ... LA JOUVENOT
protestando.
Non sono a punto ancora! LA
DANGEVILLE.
lo neppure ... ADRIANA.
lo lo sono ... IL
E la Duclos? MICHONNET.
Or ora nel camerin stava scrivendo in
fretta ...
A chi?
A voi no, certamente ... LA
DANGEVILLE egualmente.
Sa che attendete qui ... QUINAULT al
tavolino.
Scacco al re! POISSON
mangiando un pezzo, trionfalmente.
Scacco matto! QUINAULT
protestando.
Matto sarete voi ... POISSON
inalberandosi.
A me QUINAULT in
piedi, la mano sull'elsa, con esagerata dignità.
E poi? Signori, andiam! La Jouvenot
e la Dangeville scappano, ridendo, tra le quinte IL PRINCIPE
all'Abate, sbuffando.
Abate, quel biglietto ... L'ABATE.
Della Duclos? IL
Lo voglio! ... L'ABATE
imbarazzato.
Ma come fare? IL PRINCIPE
dandogli una borsa.
Ho detto!!! ... Il Principe
esce dall'uscio ond'era entrato; l'Abate dal fondo, dalla porta dei
camerini. Scena IV Michonnet e Adriana. MICHONNET
tra sé, guardando amorosamente Adriana che studia sempre.
Eccoci soli alfin! ... per un minuto ... S'avanza
d'un passo, sospirando.
Son cinque anni che l'amo e che sospiro ... e resto muto ... e dentro mi martiro! ... Indietreggiando.
Che giova? È tanto giovane ...
mentr'io nol sono più! Avviandosi.
Devo o non devo dirglielo? Indietreggiando
ancora.
Meglio domani ...
ma doman sarò vecchio anche di più ... Risolutamente.
Sbigottimenti vani!
Dunque si parli, orsù! ... Si accosta
vivamente ad Adriana, poi di nuovo si arresta, finalmente chiama.
Adriana! ... ADRIANA
senza voltar la testa. Che c'è? ... MICHONNET. Una notizia ... ADRIANA
c.s.
Buona o cattiva? MICHONNET
titubante.
Secondo ... Lo zio di Carcassona ... il
farmacista ... ADRIANA subito. E poi?
È morto ... ADRIANA.
Male! MICHONNET
rapidamente. Ma ... mi lascia diecimila lire in eredità ...
Bene! MICHONNET con intenzione. Che devo farne? Eccomi imbarazzato ... ADRIANA.
Tanto peggio! MICHONNET.
Non tanto, perché m'hanno ispirato un'idea
...
Un'idea? MICHONNET
insinuante.
Strana, bizzarra ... ADRIANA.
Quale? MICHONNET
risoluto.
Un matrimonio ... ADRIANA
ridendo.
Tanto meglio! MICHONNET
dolcemente sorpreso.
Che! Naturale ti sembra? ADRIANA.
Certamente ... Sospirando.
Ah, se potessi anch'io! MICHONNET
palpitante.
Come! Anche tu! ADRIANA.
Ci penso ... un poco ... MICHONNET tra sé. (Immenso
Iddio!) Decidendosi.
(Allora, glielo dico ...) ADRIANA
malinconicamente.
L'ingegno mio è mutato ... MICHONNET
con impeto.
Cresciuto, vorrai dire! ... ADRIANA
esitando.
Ier sera ... MICHONNET.
Hai recitato »Fedra« come Melpòmene stessa
... ADRIANA
confidenzialmente.
Correa la voce d'una battaglia ... Niuna
notizia! ...
un'ansia atroce! ... Era forse ferito! ...
Chi? ADRIANA
abbandonandosi.
Il mio cavalier ... MICHONNET
rabbrividendo.
Un cavalier? ... ADRIANA con
gioia. Ma oggi ... MICHONNET come un'eco. Oggi? ADRIANA.
... è ritornato! MICHONNET
tremante.
E l'ami? ADRIANA
ardente.
Se l'amo! ... MICHONNET
tra sé, le braccia penzolanti.
(lo casco giù) ADRIANA non
potendo più tacere.
Per voi non ho misteri ... MICHONNET
lasciandosi cadere in una poltrona.
(Non glielo dico più!)
Era un semplice alfiere
l'eroico pretendente figlio al re di
Polonia ...
Partì per la guerra di Curlandia ... Nè più
ebbi di lui novella ... ler lo rividi ...
MICHONNET balzando in piedi, smarrito. Lui? ADRIANA senza comprendere. E oggi udrà »Rossana ...« MICHONNET tra sé, disperatamente. (Michonnet, sei servito! ...) ADRIANA
alzandosi pure.
Oh, come son felice! MICHONNET.
Ragazza mia, paventa la gioia tentatrice
... S'odono tre
colpi di bastone dal fondo.
Ecco il segnale ... Michonnet
risale e scompare tra le quinte. Adriana si rimette a sedere presso il
caminetto, per ripassare ancora la parte.
Adriana e
Maurizio. Maurizio,
in costume di semplice ufficiale, apre il primo uscio di destra
riservato agli
artisti; rimane incerto un momento; poi volgendosi per ridiscendere,
scorge Adriana
intenta nella lettura, e corre a lei, palpitante. MAURIZIO.
Adriana! ADRIANA
alzandosi, con ebbrezza.
Maurizio!
ADRIANA
ricomponendosi.
Voi qua? MAURIZIO.
Oh! tardavate tanto ... Vedo là una scala
...
Vogliono opporsi ... Chieggo di voi.
Incauto! MAURIZIO.
Perché? Sincero amor
non soffre divieto, non conosce rossor ...
La dolcissima effigie sorridente
in te rivedo della madre cara;
nel tuo cor, della mia patria dolce,
preclara
l'aura ribevo, che m'aprì la mente ...
Bella tu sei, come la mia bandiera,
delle pugne fiammante entro i vapor;
tu sei gioconda, come la chimera
della Gloria, promessa al vincitor ...
Bella tu sei, tu sei gioconda ...
Ciel! quante belle frasi ... MAURIZIO. Sì! Amor mi fa poeta ... ADRIANA per mutar discorso. E
il vostro
avanzamento?
Parliam di cosa lieta ... ADRIANA
insistendo.
Ed il ministro? MAURIZIO
gaiamente, con una punta d'ironia.
Ho tentato ... promette, e non mantiene!
... Conoscerlo vorrei ... MAURIZIO c.s. Perché? ADRIANA.
Senza tradirmi, piegarlo io ben saprei
in favor vostro ... MAURIZIO
simulando timore.
Grazie! ... È un uomo pericoloso. ADRIANA.
Lo so: tutte le donne l'amano. MAURIZIO.
Io son geloso ... ADRIANA.
Fanciullo! MAURIZIO
con finta rassegnazione.
Ebben, di me parlategli ... La bacia
sull'avambraccio. ADRIANA
schermendosi.
Che fate? Guardando
verso il fondo.
Entrar debbo in iscena ...
Crudele, mi discacciate! ADRIANA
prendendolo per mano.
Per voi, per voi soltanto, reciterò stasera
... Tenerissimamente. E beverò nei tuoi sguardi l'anima intera, e ti farò pianger, se tu m'ascolterai ...
Che importa a me dei plausi, dei doni e degli omaggi? Ah, della Francia tutti non valgono i tesor una tua pura lagrima, diamante d'amor ...
T'ascolterò, Adriana, come un devoto
ascolta
la divina parola ... ADRIANA.
Dove sarai stavolta? MAURIZIO.
Nel terzo palco a destra ...
Lasciami! ... MAURIZIO
anelante.
E poi? ADRIANA.
Non qua ... Attendimi all'uscita ... Staccandosi
dal seno un mazzetto di viole e mettendolo alla bottoniera
Un pegno ... MAURIZIO
baciandolo.
Grazie! ADRIANA
Va! Adriana
corre verso il fondo poi entra con incesso solenne in palcoscenico.
Maurizio
esce dalla porta dei palchi, a sinistra. Scena VI Il
Principe, l'Abate; poi M.lla Dangeville e M.lla Jouvenot. Il Principe
entra da sinistra, l'Abate dal fondo di destra. IL PRINCIPE
ansioso.
Or dunque, Abate? L'ABATE
mostrandogli in atto di trionfo una lettera.
Corpus delicti ... IL PRINCIPE
diffidente.
Come? L'ABATE
facendo schioccare le dita.
Penelope ... IL
La cameriera? L'ABATE
abbassando la voce.
Cento luigi! ... IL PRINCIPE
prendendo la lettera.
Caro! ... la cera è molle ... L'ABATE.
Meglio! Il Principe
la dissuggella.
Son suoi caratteri? IL PRINCIPE
soffregandosi gli occhi.
Ma contraffatti ... L'ABATE.
Pessimo segno! IL PRINCIPE
ridandogli il biglietto.
Leggi ... M'offusca gli occhi lo sdegno ... A questo
punto fan capolino la Jouvenot e la Dangeville. L'ABATE
leggendo.
Stasera alle undici, laggiù, nel solito
villino presso la Senna ... IL PRINCIPE
sbuffando.
Il mio!
per un affare d'alta politica ... Fra due
sbuffi.
Ah, graziosissima! IL PRINCIPE
dolorosamente.
Lo so ben io! ... L'ABATE
ripigliando la lettura.
... atteso siete ... Fede e silenzio ...
Punto ... IL E la firma? L'ABATE. Costanza ... IL PRINCIPE
scattando.
Perfida! ... L'ABATE
frenando a stento le risa.
Il suo pseudonimo? IL
Da me trovato! ... L'ABATE per
secondarlo.
O donna immemore! IL PRINCIPE
smaniando.
O cuore ingrato. L'ABATE.
Costanza ironica! IL
Fede istrionica! ... Dopo una
pausa.
Ed il recapito? L'ABATE
guardando la soprascritta.
Terzo palchetto a destra ... Battendosi
la fronte.
Diavolo! ... Quale sospetto! ... IL PRINCIPE
ansiosamente.
Conosci il complice? L'ABATE.
Forse ... Maurizio ... IL PRINCIPE
stupefatto.
Il Conte? ... L'ABATE.
Entrare l'ho visto là ... IL PRINCIPE
furioso.
È dunque lui? L'ABATE.
Dubbio non v'ha ... IL PRINCIPE
incrociando le braccia.
Che far? L'ABATE
imitandolo.
Che
far? IL PRINCIPE
stillandosi il cervello.
Laggiù ... L'ABATE
grattandosi la fronte.
Nel villino? Le due
attrici, inoltrandosi cautamente un pochino, tendono il collo per
meglio udire. Il Principe
afferrando una idea.
Un gaio festino ... L'ABATE
cogliendola a volo.
offerto agli attor? ... Il Principe
all'Abate.
Ti piace il disegno? L'ABATE
inchinandosi.
Mirabile! ardito! Il
Di guerra partito ... L'ABATE.
tranello d'amor ... Il Principe
infervorandosi.
Cogliamo due tortori ... L'ABATE
Secondandolo.
senz'altro sospetto ... Il
e il dolce duetto ... L'ABATE.
rimetter dovran ... Il Di Marte e di Venere ... L'ABATE.
l'error si ripete ... Il
ma tende la rete ... L'ABATE.
l'offeso Vulcan Il
e tutta Parigi ... L'ABATE.
appena ridesta ... Il
dell'ilare festa ... L'ABATE.
l'intento saprà ... Il
Già ridono incauti ... L'ABATE.
Amore ed Imene ... Il Principe
con un gesto di minaccia.
ma riderà bene ... L'ABATE
imitandolo.
chi poi riderà ... Il Principe
risale verso il fondo, e visto un servo di scena fra le quinte, lo
chiama con
un cenno. IL PRINCIPE
al servo, accennando al primo uscio a sinistra.
Questo al numero tre, a destra
... con mister
... Gli
consegna il foglio e una moneta d'oro; il servo parte all'uscio
indicato. IL
Non soltanto dei Numi ...
... la vendetta è piacer! ... M.lla
Jouvenot, M.lla Dangeville, Quinault, Poisson, quindi Michonnet. Mentre il LA
JOUVENOT.
Quanto è burlevole! LA
DANGEVILLE.
Quanto è piacevole! QUINAULT.
Perché ridete? POISSON.
Che grilli avete? LA
JOUVENOT.
L'arzillo LA
DANGEVILLE.
maturo satiro ... LA
JOUVENOT.
è protettore LA
DANGEVILLE.
a tutte l'ore ... LA
JOUVENOT.
della Duclos ... LA
DANGEVILLE.
detta Rondò ... QUINAULT.
Chi non lo sa? POISSON.
Ciascun lo sa ... LA
JOUVENOT. Ma la fraschetta ... LA DANGEVILLE. è pur protetta ... LA
JOUVENOT.
per buona sorte ... LA
DANGEVILLE.
dalla consorte ... QUINAULT.
Nobile cuor! POISSON.
Senza rancor ... LA
JOUVENOT.
una spagnola ... LA
DANGEVILLE.
che si consola ... LA
JOUVENOT. Dunque, un terzetto ... LA DANGEVILLE. anzi, un quartetto ... LA
JOUVENOT.
poi che c'è un altro ... LA
DANGEVILLE.
ed è il più scaltro ... LA
JOUVENOT.
Sicuramente ... LA
DANGEVILLE.
naturalmente ... QUINAULT.
Per la Duclos? POISSON.
Detta Rondò? LA
JOUVENOT. Il vecchio ardente ... LA DANGEVILLE. molto prudente ... QUINAULT. Sicché, lei stessa? POISSON.
La Principessa? LA
JOUVENOT. un verde nido ... LA DANGEVILLE. degno di Gnido ... QUINAULT.
Che bel bisticcio! POISSON.
Che gran pasticcio! LA
JOUVENOT.
fuor delle mura ... LA
DANGEVILLE.
tutto natura ... LA
JOUVENOT.
schiuse alla bella ... LA
DANGEVILLE.
Ma la monella ... LA
JOUVENOT.
di greca fede ... LA
DANGEVILLE.
la chiave cede ... LA
JOUVENOT.
spesso alla moglie ... LA
DANGEVILLE.
che poi v'accoglie ... LA
JOUVENOT.
senza rossor ... LA
DANGEVILLE.
il suo amator ... QUINAULT.
Intrigo amen ... POISSON.
di Lafontaine! ... LA
JOUVENOT.
Ma già una lettera ... LA
DANGEVILLE.
di quella ... eccetera. QUINAULT.
Nel vecchio Adon ... POISSON.
spunta Atteon ... LA
JOUVENOT.
certo, un invito ... LA
DANGEVILLE.
nel dolce sito ... LA
JOUVENOT.
al generoso ... LA
DANGEVILLE.
principe ombroso ... LA
JOUVENOT.
vendè stasera ... LA
DANGEVILLE.
la cameriera ... QUINAULT.
E la commedia ... POISSON.
volge in tragedia! ... LA
JOUVENOT.
e il vecchio LA
DANGEVILLE.
Vulcan novello ... LA
JOUVENOT.
sulla civetta ... LA
DANGEVILLE.
giurò vendetta ... LA
JOUVENOT.
Or si domanda ... LA
DANGEVILLE.
chi va? chi manda? ... QUINAULT.
Aspro quesito! ... POISSON.
Problema ardito! LA
JOUVENOT.
L'appuntamento ... LA
DANGEVILLE.
in tal momento ... LA
JOUVENOT.
val per la sposa? LA
DANGEVILLE.
o l'amorosa? Il Principe
esce con passo marziale dal primo uscio a sinistra che dà sui
palchetti:
l'Abate lo segue contraffacendolo. MICHONNET
dal fondo.
Signori, tocca a voi! LA JOUVENOT
rassettandosi la veste.
Tosto. LA
DANGEVILLE E POISSON.
Per me c'è tempo ... MICHONNET.
Perdete la battuta! ... LA JOUVENOT
sprezzante.
Che importa? QUINAULT.
Al vostro posto! ... La Jouvenot
e Quinault escono verso il palcoscenico. La Dangeville e Poisson
rientrano nei
camerini. Scena VIII Michonnet. MICHONNET
ascoltando nel fondo verso la scena.
Ecco il monologo ...
Silenzio sepolcral! ... grave momento! Strugger di gioia e di timor mi sento ... Bene! Benissimo! ... Inebriato.
Così ... così ... che fascino! che accento!
Quanta semplicità! Com'è profonda e umana!
Men sincera è la stessa verità! Rialzandosi,
sdegnato.
Che fanno, dunque, là? Applaudite, beoti! Di dentro
il pubblico applaude, ed anch'egli batte le mani.
Ah, stupenda, mirabile! sublime! Con uno
scatto di gelosia, osservando sempre.
Ah! L'ha visto! ... e glielo esprime
con gli sguardi, i sorrisi, i gesti, i moti
... Con le
lagrime nella voce.
E dir che così bene
recita per un altro, e non per me! ...
Ma rimedio non c'è!
non c'è costrutto! ...
In ascoltarla, affogo le mie pene, e rido, e piango, e sogno, e dimentico tutto.
Dov'è dunque, il biglietto di Zatima?
L'avevo nel farsetto ... Fruga nel
tiretto della mensola a destra.
Bisogna che lo trovi ad ogni costo ... Scena IX Maurizio,
Michonnet, poi Quinault; indi M.lla Jouvenot. Maurizio
rientra turbato dal primo uscio di sinistra, mentre Michonnet seguita a
rovistare in tutti i mobili della sala. MAURIZIO
tra sé, fermandosi nel mezzo.
Maledetta politica! ... maledetto il
momento
che accettai quei favori! ... Perder
l'appuntamento
con Adriana? Mai! ... Spiegazzando
la lettera mandatagli dal
Però, questo biglietto che la Duclos
m'invia ...
(Ah! forse in quel tiretto ...) MAURIZIO
seguitando.
E sempre per quell'altra ... Si tratta,
certamente,
della mia nuova impresa ... MICHONNET.
(Eccolo, finalmente!)
Parlato al Cardinale la Principessa avrà
...
Che fare? ... Aspetterò l'uscita d'Adriana
... Michonnet
depone sopra la tavola a destra la pergamena trovata nel tiretto:
Maurizio si adagia
su una poltrone a destra. Rientra Quinault. MICHONNET
scorgendo Quinault.
Darete questo foglio per »Rossana« a
»Zatima«. QUINAULT di
malumore, con sussiego.
Glielo darò ... Quinault
esce dal fondo verso il palcoscenico, Michonnet si rimette ad
osservare.
Maurizio sempre seduto, prende sbadatamente sulla tavola vicina la
pergamena
depositatavi da Michonnet. MAURIZIO
tra sé, spiegando la lettera.
Neppure una parola! Colpito da
un'idea.
lo ce ne metterò ... un'astuzia di guerra! Si mette a
scrivere con la matita sul rotolo spiegato. MICHONNET
guardando fra le quinte.
Ah! ecco la Duclos ...
Povera figlia, sgòlati! ... meglio se
stessi zitta! ...
Cantar ti piace? Canta, canta, canta ...
sei fritta!
Michonnet, la mia carta ... per »Rossana«? MICHONNET
indicando la tavola.
È là ... MAURIZIO
alzandosi e porgendo la pergamena all'attrice.
Madamigella ... LA JOUVENOT
prendendola, con una riverenza.
Grazie!
Presto! La Jouvenot
entra di corsa nelle quinte. MAURIZIO
soddisfatto.
Adriana avrà due mie parole
dalla man di »Zatima«.
Così saprà che prima di domani non posso. Con un
gesto di sconforto.
O grama Curlandia, quanto mi costi!
Andiamo ... chè l'altra è in agonia ...
»Zatima« entra in scena ... Ma che! non ha il biglietto? Sì ... lo porge a »Rossana« ...
Ciel! malgrado il rossetto
impallidisce ... trema ... vacilla ...
Arte divina! ... Un uragano
di applausi prorompe dal teatro. Tutti meno
Maurizio. QUINAULT
furibondo.
Un delirio! Io soffoco! LA JOUVENOT
sdegnata.
Che furore! Io la sfido! POISSON
sprezzante.
Che pubblico! Io fremo! LA
DANGEVILLE nauseata.
Che orrore! Io piango!
Io rido! Dalla porta
dei palchi rientrano il IL PRINCIPE
entusiasta.
Magnifica! Sublime! L'ABATE
rincarando.
Sovrana! Sovrumana! LA JOUVENOT
stupita, al Principe.
Come! anche voi? IL PRINCIPE
con un gesto di minaccia.
Mi vendico! ... LA
DANGEVILLE stupita, all'Abate.
Come! anche voi?
Mi emancipo! Adriana
entra dal fondo, pallida, fremente, disfatta. Si regge appena, IL PRINCIPE
E L'ABATE inchinandosi.
Gloria dell'arte al fior! TUTTI.
Ad Adriana onor!
Io tutti v'invito a gaio convito. Ad Adriana.
Farannovi omaggio ... Indicando
gli attori.
la scena ... I nobili.
la Corte ... L'ABATE a
se stesso.
il Clero ... IL PRINCIPE
sardonico.
Ed il forte eroe di Sassonia, nonché di
Polonia ... ADRIANA
colta da un'idea.
Conoscerlo bramo ... IL PRINCIPE
inchinandosi e porgendole una chia ve.
Ed ecco la chiave
Il verde villino al vostro vicino ...
(Parlargli potrò ...) IL
Verrete?
Verrò. IL
A mezzanotte! TUTTI.
A mezzanotte! Adriana, al
braccio di Michonnet, risale al fondo, in mezzo ai grandi saluti ed
agli
applausi |
Oper in vier
Akten Moritz, Graf von Sachsen Der Fürst von Bouillon Der Abbé von Chazeuil Michonnet Quinault,
Die Fürstin von Bouillon Fräulein Jouvenot,
Athénaïs, Herzogin von Aumont, Die Marquise, Die Baronin, Eine Kammerzofe, stumme Personen Damen, Herren, Statisten, Theaterdiener, Lakaien
Paris, phrygischer Schäfer Merkur, Bote Jupiters Juno, Göttin der Hoheit Pallas, Göttin der Kraft und Weisheit Venus, Göttin der Schönheit
Beschreibung der Szene nur in Italienisch
Schminke,
Michonnet, Schminke! POISSON vom Spieltisch her. Auch
mir fehlt
rote Schminke! MICHONNET zu Frl. Jouvenot, auf die Konsolen
hinweisend. Da
oben rechts,
mein Fräulein! Im
Schubfach! Dort
das linke! FRL. DANGEVILLE vom Sofa. Bitte,
Michonnet,
den Fächer! QUINAULT vom Kamin her. Bitte,
Michonnet,
den Mantel! MICHONNET von einem zum andern laufend. Allsogleich,
ihr
Quäler! DIE BEIDEN DAMEN. Beeile
dich! MICHONNET demütig. Ach!
zwei Hände nur
hab ich! QUINAULT ihn verspottend. Doch
wohl vier
Beine! FRL. DANGEVILLE. Und
mir Pastillen! FRL. JOUVENOT. Ein
Fleckchen! QUINAULT. Meinen
Säbel! POISSON. Den
Gürtel her! ALLE VIER ungeduldig. Schnell
doch, rühr
dich, du Schlafmütz'!
Michonnet
hin,
Michonnet her! Ach
nein, ich kann
nicht mehr! Auf
mir allein
ruht alle Last und Schererei! Ein
Regisseur
hat's schlimmer fast fürwahr wie'n Lakai! Die
Kartenkön'ge
soll ich gar hofieren, Werd'
den Kopf
noch verlieren; Geschwätz
zu
hören, Neid
zu
beschwören, Zorn
zu
beschwichtigen, Ränke
zu stören, Und
böser Zungen
Klatsch zu berichtigen Von
früh bis spät,
von spät bis früh!.. Nur Plag' und Müh'!
Ach,
wär's der
Wunsch nicht, Die
Stellung zu
erlangen Als
Mitglied
dieser Bühne; Der
Gedanke, der
kühne, Ohn'
ihn Schon
längst wär
ich gegangen!
Was
murmelst du
da? MICHONNET zusammenfahrend. Gar
nichts! FRL. DANGEVILLE gähnend und Pastillen kauend. Vom
Warten wird
mir schlecht! QUINAULT. Feigling,
erzittre! Verzeihung!
MICHONNET mit einem Sprunge ausweichend. Nichts
zu sagen! POISSON zu Michonnet, der wieder nach vorn
kommt. Ist's
so recht? MICHONNET ironisch. Verführend
schön!
Ein Narziss! FRL. JOUVENOT immer am Spiegel. Ein
Pflästerchen
noch fehlt mir! FRL. DANGEVILLE ihre Lektüre unterbrechend,
boshaft. Wirklich
eins nur? FRL. JOUVENOT dreht sich um, wie von einer Ta rantel gestochen. Unverschämte! FRL. DANGEVILLE mit verächtlichem
Achselzucken. Aufgeblähte! FRL. JOUVENOT sich mit einem Ruck erhebend. Ich
bin's müde! FRL. DANGEVILLE ebenfalls aufstehend. Und
mir ... ist's
zuwider! FRL. JOUVENOT mit übertrieben tiefer
Verbeugung. Die
Frau Marquise
linker Hand! FRL. DANGEVILLE ihr nachäffend. Die
Pikettkarten-Königin! POISSON sie verspottend. Sprecht
nur stets
richtig und gewandt! MICHONNET entsetzt. Meine
Damen,
gleich fängt das Spiel an!
Molière
hört den
Streit! Zweiter Auftritt. Der Fürst von Bouillon, der Abbé von
Chazeuil, die Vorigen.
Ah
Durchlaucht,
Fürst von Bouillon Und
Herr Abbé von
Chazeuil. Welche
Gnade! Bewegung bei den Damen. QUINAULT leise zu Poisson. Und
jener ... POISSON beiseite. ist
als Mäcen
bekannt Der
Duclos; in
Liebe und in Chemie ein Dilettant!
QUINAULT wie oben. Und
der Abbé? POISSON leise. Ein
Spielzeug nur
seiner Gattin! ABBE die Nase rümpfend. Diese
Düfte? MICHONNET mit übertriebener Verbeugung. Auf
allen Bühnen
duftet's so! FÜRST. Unsre
Divas
hauchen Duft! Durchlaucht! FÜRST mit herablassender Gebärde. Nun, mein Lieber! QUINAULT zum Abbé auf türkische Weise grüssend. Abbé! ABBE vertraulich. Grossvezier! FÜRST galant zu Frl. Jouvenot. Mein schönes Fräulein! Wie wird man Sie heut abend nennen! FRL. JOUVENOT kokett. »Zatime«! ABBE mit affektierter Anmut zu Frl. Dangeville. Und Sie? FRL. DANGEVILLE unhöflich. »Lisette«! FÜRST wie oben. Sie muss als Sultanin man immer anerkennen! ABBE wie oben. Und Sie ... Sie sind der Frühling! FRL. JOUVENOT ihm ihre Schulter zeigend. Fürst! sehn Sie dies Fleckchen! FÜRST sich bückend, als ob er es küssen will. Ein Pfeil Amor, dem Rächer! ABBE zwischen zwei Seufzern. Glut weckt mir Ihr Anblick! FRL. DANGEVILLE laut lachend. Abbé, nehmen Sie meinen Fächer! FÜRST zärtlich. Blüte Amors, Waffe der Venus hold, Süsses Fleckchen, am Busen flimmernd, Wie ein Stern, am Himmel schimmernd! Durch des Meeres weisse Flut, Dorthin, wo die Wünsche reifen, Lässt du meine Blicke schweifen, Sie, die Schiffer meiner Glut! ABBE ebenfalls. Du, von Ledas schneeweissem Vogel stammender Flaum, so lieblich, so weich dich schmiegend, Auf demant'nem Herzen liegend, Das der Artemis heilig Glut. Ist gedämpft auch jetzt das Feuer - Tausend andre, die einst dir teuer, Sie entflammen neu die Glut!
Und die Duclos? FÜRST wie beiläufig. Ja, wo ist die Duclos? MICHONNET trocken. Beim Anziehn! FRL. JOUVENOT mit den Augen blinzelnd. Sie meinen wohl beim Ausziehn! FRL. DANGEVILLE boshaft. Um noch himmlischer zu scheinen! FÜRST ungeduldig zu Michonnet. Doch wann fängt's endlich an? MICHONNET. »Bajazet« in wenigen Augenblicken. Dann folgt »Der Liebe Narrheit«. ABBE auf den Zuschauerraum zeigend. Der Saal voll zum Erdrücken! MICHONNET mit Nachdruck. Das glaub' ich wohl, man sieht heut' Die Duclos und Adrienne beid' In derselben Tragödie. FÜRST enthusiastisch. Die Duclos, unvergleichlich! MICHONNET beleidigt erwidernd. Die Lecouvreur ein Engel! FRL. JOUVENOT mit einer Grimasse. Sie kann nur noch nicht fliegen. ABBE unentschieden. Kann recht gut deklamieren. FRL. DANGEVILLE. Nach Zufall. MICHONNET auf den Hintergrund weisend. Sie selbst! Das wird genügen! Dritter Auftritt. Adrienne und die Vorigen.
ADRIENNE ihre Rolle durchgehend, langsam. Ich ergebe mich Murads, des Sultans Gewalt! »Fort! entfernt euch! Es verschliesst dem Kühnen dies Haus mein Wille!« Sich unterbrechend. Nein, 's ist noch nicht richtig! »Fort, entfernt euch! Es verschliesst dem Kühnen dies Haus mein Wille!« Und zurück ins Serail kehrt vornehme Stille!
FÜRST in die Hände klatschend. Grossartig! ABBE ihm nachahmend. Ganz entzückend! FÜRST ihr näher kommend. Muse! ABBE gleichfalls. Göttin! FÜRST ihr die Hand küssend. Berückend! ADRIENNE mit aufrichtiger Bescheidenheit. Zuviel, meine Herren, zuviel! Lächelnd. Sehn
sie, ich bin
ganz atemlos! Einfach. Ich bin nur die Magd, die schwache, Des Genius, der da schafft; Er leiht mir seine Sprache, In Herzen streut sie meine Kraft. Ich bin des Lieds Betonung, Sein Schicksalswiderhall; Sein Werkzeug, seine Wohnung, Der starken Hand Vasall. Bald mild, bald heiter, bald Unheil kündend, Man nennt mich: »Treu dem Sinn«, Mein Klang: ein Lüftchen, schwindend Im Tagesgraun dahin! FÜRST. Was suchen Sie denn noch? ADRIENNE. Die Wahrheit. ABBE. Ihr Lehrer ist wohl ein grosser Künstler? ADRIENNE achselzuckend. Nein, ich habe keinen! Michonnet bemerkend. O, Undank! Schlicht mir ein Herz ergeben, Hochbegabt, doch bescheiden, Mein Hal in Freud' und Leiden, Mein einz'ger Freund im Leben, Hier steht er: s'ist Michonnet! MICHONNET bis zu Tränen gerührt. Adrienne, du scherzest, meine Tochter Sieh nur, ich ersticke. Laut rufend. Sind die Herrschaften fertig? FRL. JOUVENOT protestierend. Nein, ich noch keinen Schimmer! FRL. DANGEVILLE. Ich, desgleichen! ADRIENNE. Ich, ich bin es! FÜRST UND ABBE zu Michonnet. Und die Duclos? MICHONNET. Jetzt eben schreibt sie im Zimmer Dort einen Brief in Eile. FÜRST lebhaft. An wen? FRL. JOUVENOT zum Fürsten, mit Betonung. Sie sind's nicht, das ist sicher! FRL. DANGEVILLE ebenfalls. Sie weiss, dass Sie hier stehn! QUINAULT am Schachtisch. Schach dem König! POISSON indem er ein Stückchen Brot kaut, triumphierend. Schach und matt jetzt! QUINAULT protestierend. Matt, das sind eben Sie! POISSON in Zorn geratend. Gilt mir das »Sie?« Mir scheint, du steckst voll Hochmut! QUINAULT. Nun, wie? MICHONNET von hinten. Meine Herrschaften, 's geht los!
Abbé, diesen Brief muss ich sehn! ABBE. Von der Duclos? FÜRST. Ich will es! ABBE unschlüssig. Wie ist das möglich? FÜRST gibt ihm eine Geldbörse. Es muss gehn!
Michonnet, Adrienne. MICHONNET. Endlich wir beide allein! für eine Minute! Schon fünf Jahre lang lieb ich so heiss die Gute, Und kanns nicht sagen, Muss stumm die Qual ertragen! Zurückweichend. Was hilft's auch? Sie ist so jung und licht ... Und mein Mai Ist längst vorbei! Kommt wieder näher. Sag ich's oder sag ich's jetzt noch nicht? Besser wohl morgen! Aber morgen bin ich noch älter alsdann, Entschlossen. Törichte Angst und Sorgen! Nun denn! ich sag's! wohlan! Adrienne!
Was gibt's? MICHONNET nach Worten suchend. Etwas Neues! ADRIENNE wie oben. Gut oder böse? MICHONNET zaudernd. Das fragt sich ... mein Oheim aus Boulogne, Der Apotheker ... ADRIENNE. Nun, was denn? MICHONNET. Ist tot. ADRIENNE. Traurig! MICHONNET schnell. Und in seinem Testament Vermacht er mir zehntausend Pfund. ADRIENNE. Prächtig! MICHONNET mit Bedeutung. Doch was beginnen? Bin darum sehr verlegen ... ADRIENNE. Um so schlimmer! MICHONNET. Nicht ganz so ... dies will in mir erregen ... Einen Gedanken ... ADRIENNE. Einen Gedanken? MICHONNET eindringlich. Seltsam, possierlich ... ADRIENNE. Welchen? MICHONNET entschlossen. An eine Heirat! ADRIENNE lachend. Um so besser! MICHONNET angenehm überrascht. Wie? es erscheint dir natürlich? ADRIENNE. Ganz natürlich! Seufzend. Ach! käm auch ich dazu! MICHONNET mit klopfendem Herzen. Wirklich? Also auch du? ADRIENNE. Ich denk daran.. zuweilen ... MICHONNET für sich, die Augen gegen die Decke erhoben. Allmächtiger Gott! Jetzt ist es Zeit, zu eilen!
Mein Talent ist nicht mehr dasselbe. MICHONNET ungestüm. Gewachsen, willst du sagen. ADRIENNE zögernd. Gestern abend ... MICHONNET wie oben. Spieltest du die Phädra, als wär's Melpomene selber. ADRIENNE vertraulich. Man hörte, eine Schlacht sei geschlagen. Und keine Kunde ... Die Angst ... »Er hat vielleicht eine Wunde!« MICHONNET zurückweichend, wie erschreckt. Wer? ADRIENNE sich ihm vertrauend. Wer anders als mein Retter? MICHONNET schaudernd. Sie sagt: mein Retter ... ADRIENNE freudig. Doch heute ... MICHONNET wie ein Echo. Heute ... ADRIENNE. Er kam zurück! MICHONNET am ganzen Körper zitternd. Du liebst ihn? ADRIENNE glühend. Ob ich ihn liebe! ... MICHONNET für sich, die Arme hängen lassend. Das trifft mich schwer! ADRIENNE kann nicht mehr an sich halten. Vor Ihnen hab ich kein Geheimnis! MICHONNET lässt sich in einen Lehnstuhl fallen. Jetzt sag ich ihr nichts mehr! ADRIENNE. 's ist ein einfacher Fähnrich Beim polnischen Königssohne, Dem Grafen von Sachsen, dem Helden, Der sich erkämpft eine Krone. Er zog in den Krieg, weit, weit fort nach Kurland hin, Und ich wusst nicht, was mit ihm geschehen, Gestern sah ich ihn wieder! MICHONNET aufspringend, verwirrt. Ihn? ADRIENNE ohne auf ihn zu hören. Und heut wird er Roxane sehen. MICHONNET verzweifelt, bei sich. Michonnet, du bist fertig! ADRIENNE steht ebenfalls auf. Wie jauchzt mein Herz im Glücke! MICHONNET den Kopf schüttelnd. Mein gutes Mädchen! Bedenke! Das Glück ist oft voll Tücke! Horch! das Signal!
MORITZ. Adrienne! ADRIENNE sich umdrehend, wie vor Freude berauscht. Ach, mein Moritz! MORITZ sie schwärmerisch anblickend. Du Herzenskönigin! ADRIENNE wieder zu sich kommend. Sie hier? MORITZ. Ach! musste lange warten! Ich seh hier eine Treppe; Man will mich hindern ... frage nach Ihnen ... ADRIENNE halb beleidigt, halb geschmeichelt. Unbesonnener! MORITZ. Warum? Die rechte Liebe Kennt in heissem Triebe Kein Verbot, Wird
nicht rot! Mit wachsender Leidenschaft. Meiner teuren Mutter Bild, so lieblich lächelnd, Seh ich in dir mich wieder freundlich grüssen. An deiner Brust umwehn mich der Heimat Lüfte so fächelnd, Die mit holdem Zauber mir das Herz erschliessen. Schön bist du, Liebchen! Schön wie mein Banner winkend, Dort, wo das Kampfgewühl wogt, flammet so heiss, Du bist so reizend, wie der Traum, der blinkend Mir den Ruhm zeigt, der einst des Sieges Preis. ADRIENNE bewegt lächelnd. Gott, wie so herrlich spricht er! MORITZ ebenfalls lächelnd. Die Lieb macht mich zum Dichter! ADRIENNE um den Gegenstand des Gesprächs zu wechseln. Wie steht's mit der Beförderung? MORITZ protestierend. Wir wollen uns unterhalten! ADRIENNE auf ihrer Frage beharrend. Und der Minister und der tapfre Graf von Sachsen? MORITZ lustig, mit etwas Ironie. Er versprach's mir; doch scheint er's nicht zu halten. ADRIENNE. Ich lernte gern ihn kennen. MORITZ wie oben. Warum? ADRIENNE. Ich möchte mich besinnen, Wie's möglich wär, für Sie ihn zu gewinnen. MORITZ Furcht heuchelnd. Danke! man soll ihn gefährlich nennen. ADRIENNE. Ich weiss es; alle Frauen lieben ihn. MORITZ wie oben. Bin eifersüchtig. ADRIENNE mit dem Fächer nach ihm schlagend. Wie töricht! MORITZ mit erheuchelter Resignation. Nun wohl, so sprechen Sie mit ihm!
Was tun Sie? Sieht sich nach rückwärts um. Ich darf nicht länger bleiben Erhebt sich eilig. MORITZ trostlos. Wie grausam, wie grausam, mich zu vertreiben. ADRIENNE seine Hand fassend. Für Sie nur allein sprech' ich am Abend heute! Mit deiner Augen Strahl wird deine Seele mich grüssen, Hörst du meine Stimme, wird deine Träne fliessen. Was gelten Beifall mir heute, Geschenke, Kränze der Leute? Wiegen denn alle Schätze aus unserm ganzen Land Eine Träne von dir nur auf, der Liebe Diamant?
Ich lausche dir, Adrienne, wie am heiligen Orte, Der Beter lauscht dem göttlichen Worte. ADRIENNE sich seiner Umarmung entziehend. Wo ist dein Platz heut' Abend? MORITZ. Die Loge drei zur rechten. Versucht ihr Antlitz zu küssen. ADRIENNE ihn sanft abwehrend. Lass mich! MORITZ schwer atmend. Und nachher? ADRIENNE. Nicht hier! Erwarte mich am Ausgang! Ein Pfand!
Dank! Geh!
Der Fürst, der Abbé, dann Frl. Jouvenot und Dangeville.
FÜRST ängstlich. Wie steht's, Abbé? DER ABBE zeigt ihm triumphierend einen Brief. Das Corpus delicti! DER FÜRST misstrauisch. Wie denn? DER ABBE mit den Fingern schnalzend. Penelope! FÜRST. War es die Zofe? ABBE mit gedämpfter Stimme. Hundert Dukaten! FÜRST nimmt den Brief. Teuer!
... Das
Wachs ist noch weich! Um so besser! Der Fürst entsiegelt den Brief. Die Handschrift der ihren gleich? FÜRST sich die Augen reibend. Doch sehr verstellt. ABBE. Das ist recht schlimm. FÜRST ihm das Billet zurückgebend. Lies nur! mir trübt die Augen der Grimm.
ABBE vorlesend. Heut' abend, Punkt elf Uhr ... Drunten in dem bekannten Häuschen, dicht an der Seine FÜRST zornschnaubend. Das meine. ABBE fortfahrend. In einer hochpolitischen Sache. Losplatzend. O! die kann reizend sein! FÜRST kummervoll. Reizend wie keine. ABBE die Lektüre wieder aufnehmend. Gebrauchen Sie Vorsicht! ... »Treu und verschwiegen,« Punktum! FÜRST. Und die Unterschrift? ABBE. Constanze. FÜRST wütend. Treulose! ABBE mit Mühe das Lachen unterdrückend. Ihr Pseudonym ist das? FÜRST. Für mich das Zeichen! ABBE um ihm beizustehen. O Falschheit ohnegleichen! FÜRST tobend. Die Undankbare! ABBE wie vorher. Ein Spott auf ihren Namen! FÜRST wie vorher. So sind die Bühnendamen! Nach einer Pause. Und die Adresse? ABBE besieht die Aufschrift. »Dritte Loge rechts« Sich vor die Stirn schlagend. Teufel! welch ein Verdacht! FÜRST angstvoll. Kennst du den andern? ABBE. Möglich ... Moritz. FÜRST verdutzt. Der Graf? ABBE. Ich sah ihn eintreten ... da! FÜRST wütend. Und er ist's also? ABBE. Er ist's, den ich sah. FÜRST die Arme verschränkend. Was tun? ABBE ihm nachahmend. Was tun? FÜRST sich den Kopf zerbrechend. Dort drüben? ABBE kratzt sich die Stirn. In dem Häuschen?
Ein Fest und ein Stückchen ... ABBE greift den Gedanken sofort auf. Den Künstlern zur Schau FÜRST. Gefällt dir mein Plänchen? ABBE. Verwegen und fröhlich FÜRST. Die Kriegslist befehl' ich, ABBE. Ja, Liebe macht schlau. FÜRST. Wir fangen die Täubchen ein! ABBE. Jetzt müssen ihr Lieben FÜRST. Sie beide verschieben; ABBE. Noch täuscht sie ihr Wahn! FÜRST. Von Mars und von Venus ABBE. Die alten Geschichten! FÜRST. Das Netz wird schon richten ABBE. Voll Rache Vulkan! FÜRST. Bald weiss ganz Paris schon ABBE. Was auf unserm Feste FÜRST. Erlebten die Gäste, ABBE. Wenn früh es erwacht; FÜRST. Jetzt lachen wohl sorglos ABBE. Gott Amor und Hymen FÜRST. Doch kann sich nur rühmen, ABBE. Wer lacht ganz zuletzt!
Hier nach Nummer drei zur Rechten! Schweig
und nimm! Übergibt ihm das Billet und ein Goldstück, der Diener verschwindet durch die bezeichnete Türe. FÜRST kommt zum Abbé zurück, erleichtert aufseufzend. Nicht den Göttern allein ... ABBE das Zitat beendigend. Löscht
die Rache
den Grimm ... Siebenter Auftritt. Frl. Jouvenot, Frl. Dangeville, Quinault, Poisson, später Michonnet.
FRL. JOUVENOT. Das ist ein prächtiger Scherz! FRL. DANGEVILLE. Hoch auf mir hüpft mein Herz! QUINAULT. Was soll das Lachen? POISSON. Was sind's für Sachen? FRL. JOUVENOT. Durchlaucht voll Frohnatur FRL. DANGEVILLE. Ein alter Satyr nur FRL. JOUVENOT. Steht fest im Bunde FRL. DANGEVILLE. Zu jeder Stunde FRL. JOUVENOT. Mit der Duclos. FRL. DANGEVILLE. Ach! die Rondò! QUINAULT. Ist's nicht bekannt? POISSON. Jedem bekannt? FRL. JOUVENOT. Ja, der Kokette FRL. DANGEVILLE. Wird durch die nette FRL. JOUVENOT. Gattin, o höret. FRL.
DANGEVILLE. Schutz noch gewähret QUINAULT. Wie hoheitsvoll! POISSON. Kennt keinen Groll! FRL. JOUVENOT. Die weiss am besten FRL. DANGEVILLE. Auch sich zu trösten QUINAULT. Für die Duclos, POISSON. Ach! die Rondò! FRL. JOUVENOT. Welch ein Terzettchen! FRL. DANGEVILLE. Nein, ein Quartettchen! QUINAULT. Wirklich, sie selber? POISSON. Die Fürstin selber? FRL. JOUVENOT. Dann kommt was andres, FRL. DANGEVILLE. Noch viel Pikantres! FRL. JOUVENOT. Alles verrät es! FRL. DANGEVILLE. Jeder versteht es! FRL. JOUVENOT. Der Alte baute FRL. DANGEVILLE. Für seine Traute FRL. JOUVENOT. Weich ihr ein Nestchen FRL. DANGEVILLE. Wie ein Schmuckkästchen QUINAULT. Intrigant schön! POISSON.
Nach Lafontaine! FRL.
JOUVENOT. Wie ab vom Städtchen FRL. DANGEVILLE. Um mit dem Mädchen FRL. JOUVENOT. Heimlich zu kosen. - FRL. DANGEVILLE. Doch von der Losen FRL. JOUVENOT. Lässt oft verstohlen FRL. DANGEVILLE. Schlüssel sich holen FRL. JOUVENOT. Die Fürstin, ihren FRL. DANGEVILLE. Buhlen zu führen QUINAULT. Des Fürsten Stirn vorn POISSON. Schmückt schon ein Horn. FRL. JOUVENOT. So ganz allein FRL. DANGEVILLE. Zum Stelldichein. FRL. JOUVENOT. Doch einen Liebesbrief FRL. DANGEVILLE. Von ihr, der jenen rief FRL. JOUVENOT. Mit süssem Worte FRL. DANGEVILLE. Zum stillen Orte FRL. JOUVENOT. Hat abgefangen, FRL. DANGEVILLE. Durchlaucht voll Bangen, FRL. JOUVENOT. Dem Kammerkätzchen FRL. DANGEVILLE. Füllend das Tätzchen. FRL. JOUVENOT. Der alte Galan FRL. DANGEVILLE. Nimmt wie Vulkan FRL. JOUVENOT. Für solche Sache FRL. DANGEVILLE. Furchtbare Rache. FRL. JOUVENOT. Nun lasst uns fragen, FRL. DANGEVILLE. Wem gilt das Jagen, FRL. JOUVENOT. Die List und Tücke FRL. DANGEVILLE. Im Augenblicke? QUINAULT. Und die Komödie POISSON. Schwierige Frage! FRL. JOUVENOT. Der Angetrauten FRL. DANGEVILLE. Oder der Trauten? QUINAULT. Wird zur Tragödie POISSON. Wie kommt's zutage? ALLE. Ei ja! so ratet!
MICHONNET aus dem Hintergrunde. Meine Herrschaften! Sie sind dran! FRL. DANGEVILLE UND POISSON. Ich hab' noch Zeit! FRL. JOUVENET ihr Kostüm in Ordnung bringend. Schnelle! MICHONNET die Hände ringend. Sie versäumen noch das Stichwort! FRL. JOUVENOT verächtlich. Was schadet's? QUINAULT Michonnet beim Vorbeigehen von oben herab ansehend. An Ihre Stelle!
Achter Auftritt. Michonnet.
Jetzt ist es grabesstille ... wie wird's nur gehen? Ich will vor Freude und auch vor Angst vergehen! Recht so, recht gut, mein Kind! Vergnügt. Ja, so! ja, so! wie zaubervoll erklingend, Wie einfach, schlicht und klar, Tief aus der Seele dringend Wie so menschlich, unvergleichlich wahr! Was machen sie nur da? Nun, so klatscht doch, ihr Tröpfe! Ah! Zum Staunen! Ganz wunderbar, ohnegleichen! Ah! Sie sieht ihn und gibt ihm Zeichen Bald durch Blicke, bald durch Lächeln, Durch Gesten, durch Fächeln
Und alles dies nur immer Ach, für ihn, jenen andern und nicht für mich! Doch bleibt mir sicherlich Kein Hoffnungsschimmer ... Wenn ich sie nur höre, - Ob auch mein Schmerz sich bäume - Dann lach ich und weine und träume Und - vergessen ist alles! Sich an die Stirn schlagend. Doch wohin ist Zatimas Billet gekommen? Ich hab's doch schon genommen! Das Briefchen muss zur Stelle Auf alle Fälle!
Neunter Auftritt. Moritz, Michonnet, dann Quinault, später Frl. Jouvenot.
O, verwünschte Politik! Ha! Verwünscht sei die Stunde, Da ich ihr mich überlassen! Soll das Rendezvous mit Adrienne ich verpassen? Niemals! Zerknittert den Brief, den ihm der Fürst
zugeschickt hat. Jedoch, was wohl die Sache Mit
der Duclos
bedeutet? Liest es noch einmal durch. MICHONNET für sich, auf die Konsole links zeigend. Ach, wohl in diesem Fache! MORITZ fortfahrend. Und stets nur diese andre! Es handelt selbstverständlich Sich um meinen neuen Plan ... MICHONNET. Sieh einmal, da ist's endlich! MORITZ unschlüssig. Die Fürstin sprach vielleicht beim Kardinal dafür. Wenn Adrienne herauskommt, dann sag ich's ihr.
Sie geben wohl der Zatime diesen Brief für Roxane. QUINAULT übel gelaunt und sehr gemessen. Es kann geschehn!
Ich seh nichts darauf stehn! Von einer plötzlichen Idee erfasst. Halt! Jetzt mach ich es so! Eine Kriegslist! Hier Schreib ich ihr!
Ah! sieh nur! die Duclos! Mitleidig. Armes Mädchen, quäl dich nur! Besser schon wär's, du schwiegst! Du möchtest singen? Singe, sing nur! Singe! Du unterliegst! Du unterliegst!
Michonnet, he, wo ist mein Brief? der Brief für Roxane? MICHONNET zeigt auf den Tisch. Er ist hier! MORITZ steht auf und gibt der Dame das Pergament. Bitte, mein Fräulein. FRL. JOUVENOT nimmt das Blatt mit einer Verbeugung. Danke!
Schnell fort!
So wird nun Zatime die Botschaft jetzt an Adrienne besorgen, Und sie erfährt, dass ich nicht kommen kann vor morgen. O böses Kurland! Was musst ich für dich hingeben! Ich gehe! Denn jene harrt voll Beben. Ab nach rechts.
Zatime tritt auf die Bühne ... doch wie! ... Sie hat den Brief nicht! ... Doch ... jetzt gibt sie Ihn Roxane! Gott! Ich sah trotz der Schminke sie erbleichen, Zittern ... und schwanken! Ausser sich vor Freude. Kunst!
Du bist
göttlich! Ohnegleichen! Zehnter Auftritt. Alle ausser Moritz. QUINAULT wütend. Welch ein Toben! FRL. JOUVENOT zornig. Wie verschroben! POISSON verächtlich. Welch Publikum! FRL. DANGEVILLE angeekelt. Wie schrecklich dumm! QUINAULT. Ich ersticke noch! FRL. JOUVENOT. Ich will Rache! POISSON. 's ist zum Rasen! FRL. DANGEVILLE lachend. 's ist zum Weinen! MICHONNET trocknet sich die Augen, jubelnd, bei sich. Und ich lache!
Wie grossartig! ABBE ihn noch überbietend. Welch ein Können! FÜRST. Ganz einzig! ABBE. Göttlich zu nennen! FRL. JOUVENOT erstaunt zum Fürsten. Wie, Fürst, auch Sie? FÜRST mit drohender Gebärde. Ich räch mich mal! FRL. DANGEVILLE erstaunt zum Abbé. Wie denn! Auch Sie? ABBE dem Fürsten nachahmend. Mir ist's egal! FÜRST UND ABBE sich verneigend. Vollkommner gibt's keine Kunst!
Adrienne Ehre und Gunst! ADRIENNE schwankend. Zuviel ... stille! ... Weh mir! MICHONNET leise, sie stützend. Du leidest? ADRIENNE mit erlöschender Stimme. Er war hier! FÜRST zu den andern. Frische Luft! ABBE. Schnell etwas Äther! ADRIENNE die Augen öffnend. Dank! FÜRST UND ABBE. Sie lebt! MICHONNET leise zu Adrienne. Bezwing dich! FÜRST im Kreise umhersehend. Ihr Freunde, wollt hören! Den Künstlern zu Ehren Lad' euch all ich als Gäste Zu fröhlichem Feste! Ein würdiger Schluss Für solch hohen Genuss! ADRIENNE die Hand hebend. Ich kann nicht MICHONNET halblaut. Nur mutig! FÜRST zu Adrienne. Man huldigt Ihnen dort Auf die Schauspieler weisend. »Das Theater« Auf die adeligen Herren zeigend. »Der Adel«. ABBE bei sich. Der Klerus. FÜRST mit sardonischem Lachen. Und den kühnen Helden von Sachsen vergass ich zu nennen. ADRIENNE von einer Idee ergriffen. Ich lernt ihn gern kennen. FÜRST sich verbeugend und ihr einen Schlüssel gebend. Das öffnet die Pforte Zum lieblichen Orte! ABBE ergänzend. Dem Häuschen, dem grünen, Ganz nahe bei Ihnen. ADRIENNE bei sich. Ich sprech ihn wohl dann. FÜRST UND ABBE. Sie kommen? ADRIENNE aufstehend. Wohlan!
Um zwölf Uhr nachts! ALLE. Um zwölf Uhr nachts? Der Vorhang fällt.
Ende des ersten Aufzugs. |