Atto primo   Atto   secondo    Atto   terzo
Atto quarto


  Quadro secondo

La scena a destra: nel primo piano un altare dedicato a Marat, sopportante il suo busto, avanti al quale stanno appese collane di fiori appassiti, nastri, e una lampada spenta. Il dado, il piedestallo e i gradini sono qua e là coperti di cartelli appiccicativi sopra. Uno dice: Unità e individualità della Repubblica! un altro: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza! un terzo, più terribile: Così, o Morte! altri sono solamente votivi e si accontentano di un: Gloria a Marat! qualche altro non è che un avviso teatrale e annuncia pomposamente il: Gran Yerodramma pantomimo-lirico di X Y Z.

A sinistra: nel primo piano la terrazza del Feuillants e il Caffè Hottot; tavolini e sedie fuori all'aperto tra alberi e vasi enormi di fiori.

Nel fondo: l'ex »Cours-la-Reine« che diagonalmente attraversa la scena, allargandosi a destra, restringendosi a sinistra, difeso dalla Senna, che gli scorre parallela: da parapetto, platani, lanterne. Di scorcio, obliquamente, il ponte Peronnet che attraversa la Senna e conduce al palazzo dei Cinquecento.


È una giornata del giugno del 1794 nel pomeriggio.

La scena è animatissima. Alla terrazza del Caffè vi è discreta affluenza di avventori. Vi si distingue la mulatta Bersi per la sua acconciatura bizzarra in contrasto colla tinta olivastra della sua pelle e per quell'esagerato modo di vestire che fa già qualificare la donnina elegante di allora per una Meravigliosa, prodotto voluttuoso che, da poco tempo, coll' Incredibile, non ostante il Terrore, osa mostrarsi in pubblico e gittare il suo lusso e la sua risata gaja come una sfida audace.Infatti là vi è ascoltatissimo un Incredibile, sbalodditivamente elegante, coll'abito a grandi risvolti, colletto nero, parrucca bionda, il randello Costituzione e il mento immerso nella immensa cravatta, che non lascia mai di osservare attentamente tutto quanto fa la Bersi e ne scruta ogni sguardo, gesto e parola. Presso all'altare stanno il Sanculotto Mathieu detto Populus e la Carmagnola Orazio Coclite, costui forse chiamato così per una gran benda nera che di sotto al berretto frigio gli copre l'occhio sinistro.





Andrea Chénier siede tutto solo ad un tavolino in disparte.

MATHIEU »POPULUS« indica ad Orazio Coclite il busto di Marat che egli ha tolto dall'altare e ripulisce, a sferzate energiche di fazzoletto, dalla pol    vere.
    Per l' ex inferno!
    ecco ancor della polvere
    sul capo di Marat! ...

Strizza l'occhio all'amico e con una rapida mossa di capo accenna verso il Caffè Hottot alla Bersi, borbottando sospettoso.

    Che ci covasse scherno? ...
    Ah, troppo spesso
    da un poco sgualdrineggiano
    quelle donnine là! ...

Trincia l'aria con un gran gesto di gigantesca falciata. La Carmagnola ride col suo occhio solo, egli pure sottolineando il gesto dell'amico con un altro pure minaccioso.

MATHIEU ripone con riguardi pieni di devozione il busto sull'altare esclamando.
    È male! ... male! ... male!
    Benedetto, o Rasojo nazionale! ...
    Tu sol, tu solo non risenti il sesso! ...

Ma dal Ponte Peronnet e dai due sbocchi dell'ex Cours-la-Reine, pei giardini delle Tuileries, si rovesciano, urlando a squarciagola, agitandoli alto colle mani, i giornali che vendono, dei ragazzi rivenditori di giornali, piccoli straccioni in berretto frigio.

MATHIEU POPULUS.

Compera un giornale e siede comodamente col suo indivisibile Orazio Coclite sui gradini del Reposoir Marat per leggerlo. Lo apre, lo distende, ma a un tratto getta un grido di sdegno, strappa il giornale, fa un gesto di minaccia, cerca con una torva occhiata il birichino del giornale, ma gli strilloni sono spariti già, chi da una parte, chi dall'altra.

    M'ha appioppato un giornale
    di cinque mesi fa!
BERSI all'Incredibile, accortasi di essere spiata guardandolo fisso negli occhî.
    È ver che Robespierre allevi spie? ...
L'INCREDIBILE alla sua volta fissando audacemente Bersi.
    Vuoi dire, cittadina »Osservatori
    dello spirito pubblico ...«
BERSI.
    Come tu vuoi.
L'INCREDIBILE.
    Non so,

Subito.

    nè lo posso sapere!

Fissando ancora gli occhî ostinati in quelli della Meravigliosa.

    Hai tu a temere?
BERSI arrossendo, ma vedendo che l' attenzione di tutte e di tutti pesa su lei, si rimette.
    Temer? ... Perchè? Perchè temer dovrò?
    Non sono, come te, una vera figlia
    autentica della Rivoluzione?
    Amo viver così! ... Vivere in fretta
    di questa febbre gaja d'un godere
    rapido, acuto e quasi inconscïente! ...
    Qui il giuoco ed il piacere ... là la morte! ...
    Qui il suon de le monete e il biribisso!
    Laggiù il cannone e il rullo de' tamburi!
    Qui inebria il vino ... laggiù inebria il sangue!
    Qui riso e amore;

Indica verso il palazzo dei Cinquecento.

    là si pensa e s'odia!
    Qui la Meravigliosa e l'Incredibile
    che brindan col Bordeaux, collo Sciampagna;










Afferra un bicchiere colmo di Sciampagna e additando verso l'ex Cours-la-Reine di dove sbocca il »piccolo paniere« carico di condannati condotti alla ghigliottina.

    le mercatine là e le pescivendole
    e la carretta di Sanson che passa!

E vuotato il bicchiere ridendo, corre via dietro alla carretta dei condannati che passa rapidamente attraverso al fondo.



L'INCREDIBILE fra sè, guardando dietro a la Bersi, mentre si allontana.
    No, non m'inganno! Era proprio con lei
    la bella bionda! ... Ho scovato la traccia! ...


Estrae di tasca un piccolo taccuino e vi scrive su rapidamente.

    La cittadina Bersi, far sospetto
    di corruzione non spontanea;
    guardò Chénier di sottecchi. Osservarla!
    Andrea Chénier per qualche ora in attesa
    con febbril ansia evidente. Osservarlo!



E si allontana verso il fondo.


Roucher entra dal Cours-la-Reine.

CHÉNIER vedendolo.
    Roucher!
ROUCHER con gioja.
    Chénier! ... Tutto il giorno ti cerco!


Rapidamente e sottovoce.

    La tua salvezza tengo! ...

Gli mostra un foglio.

CHÉNIER.
    Un passaporto?
ROUCHER.
    Qui tutto intorno è periglio per te!
    La tua preziosa vita salva - parti!
CHÉNIER.
    Il mio nome mentir! ... Fuggire! ... No! ...
ROUCHER.
    Te ne prego, Chénier!
CHÉNIER.
    Credi al destino? ...
    Io credo! ... Credo a una possanza arcana
    che benigna o maligna i nostri passi
    or guida or svia pei diversi sentieri
    de l' esistenza umana! - Una possanza
    che dice a un uomo: - Tu sarai poeta!
    A un altro: - A te una spada, sii soldato!
    Or bene, il mio destin forse qui vuolmi! ...


Risoluto.

    Se quel che bramo mi si avvera, resto!
ROUCHER.
    Se non si avvera? ...
CHÉNIER stringendogli la mano.
    Allora partirò!

Poi, con grande dolcezza.

    Seguo il destino umano dell'amore.
    Io non ho amato ancor! ...
    Pure sovente - nella vita
    ho sentita
    sul mio cammin vicina
    passar la donna che il destin fa mia;
    passare tutta bella - ideal, divina
    come la poesia;
    passar con lei sul mio cammin l'amor! ...
    Sì, più volte ha parlato
    la sua voce al mio cuore;
    udita io l'ho sovente
    con la sua voce ardente
    dirmi: »Credi all'amore;
    tu sei Chénier, amato!«


E preso sottobraccio Roucher lo allontana dal caffè Hottot, narrandogli confidenzialmente.

    Da tempo mi pervengon strane lettere
    or soavi ed or gravi - or rampogne, or consigli!
    Scrive una donna misteriosa ognora!
    In quelle sue parole vibra un'anima!
    Chi sia, indagato ho invano!


ROUCHER.
    Ancor? ...




CHÉNIER.
    Finora!
    Ma or guarda!

Gli mostra una lettera.

ROUCHER legge.
    Qui un ritrovo?
CHÉNIER con un grido di trasporto.
    Ah! la vedrò!
ROUCHER sempre gli occhî fissi sulla lettera.
    La misteriosa alfin solleva il velo! ...
CHÉNIER.
    Non riderei
ROUCHER.
    Vediam!

Prende la lettera, l'esamina e sorride ironicamente alla firma »Speranza«.

    Calligrafia
    invero femminil! Carta elegante! ...

Fiuta la lettera.

    Ma, ohimè! profumo »alla Rivoluzione!!«


Restituendo la lettera.

    Questo gentil biglietto,
    a profumo di rosa,
    provocatore,
    non m'inganno, lo giuro,
    esce da un salottino
    troppo noto all'amore:
    Chénier, te l'assicuro,
    il tuo destino
    ti ha dato il cuor ... d'una Meravigliosa
    Riprendi il passaporto e ... via la lettera.
CHÉNIER.
    Non credo!
ROUCHER.
    Tu non credi?
CHÉNIER.
    No, non credo!
ROUCHER.
    La femminil marea parigina
    in gaje onde irrequiete or qui rovescia!
    Io le conosco tutte! Passeranno,
    ed io ti mostrerò la misteriosa!
CHÉNIER colpito.
    Una Meravigliosa
    la bella creatura
    del mio pensier sognata?!
    Non donna, ma ...
ROUCHER.
     ... una cosa.
CHÉNIER.
    Una caricatura?!
    Una moda?!
ROUCHER.
     ... Una faccia imbellettata!
CHÉNIER.
    La sconosciuta mia?
ROUCHER.
    La tua divina
    soave poesia
    in fisciù a la Bastiglia! ...
CHÉNIER.
    ... ed il nero alle ciglia?!
ROUCHER.
    ... e con rimesse chiome! ...
CHÉNIER.
    Oh, cosa senza nome! ...

Lacera la lettera.

    Accetto il passaporto! ...
ROUCHER offrendogli il passaporto.
    È provvido consiglio!

Intanto presso il ponte Peronnet si accalca gran folla nell'attesa della uscita dei Rappresentanti dal palazzo dei Cinquecento. Folla varia, diversa e strana! Tutto il torrente dell'Opinione pubblica è là ad aspettare l'idolo dell'opinione pubblica, la bussola del patriotismo: Massimiliano Robespierre.

Eccoli i rappresentanti della Nazione!

L'entusiasmo della folla è alla maggior parte di questi uomini indifferente; sanno che non è per loro che un uomo solo ha ora quello che da tanti secoli fu privilegio di re.

E Robespierre lo sa quanto loro, ed è per questo che egli sa essere solo in quella folla.

Eccolo! Procede egli tranquillo e borghesemente bonario con quell'enigmatico sorriso che scarna ancor maggiormente il suo profilo secco e procede, l'Incorruttibile, leggermente curva la testa sulla spalla destra, la destra mano nascosta nel suo abito bleu abbottonato, la sinistra stringe la sua canna dal pomo d'oro. Passa, ed è un agitare di fazzoletti, cappelli, coccarde, berretti frigi; e un grido immenso erompe da tutti i petti - Viva Robespierre! - Le Mercatine e le Pescivendole spingono un bambino. Corre questi e va ad offrire un mazzo di fiori, e Robespierre lo solleva e lo bacia. Le donne gli inviano sorrisi e carezze.

ROUCHER.
    Vedi? Dal ponte Peronnet
    s'agglomera la folla.
CHÉNIER.
    La eterna cortigiana!

Con amarezza.

    Vi si schiera
    per incurvar la fronte
    al nuovo iddio!
LA FOLLA.
    Ecco laggiù Gérard!
    Gérard! ... Viva Gérard!

Gérard saluta, ma ad un cenno Dell'Incredibile esce premuroso dalle file dei rappresentanti e gli si avvicina lasciandosi trarre da lui in disparte.

MATHIEU.
    Evviva Robespierre!
LA FOLLA vedendo comparire Massimiliano Robespierre
    Evviva Robespierre!
CHÉNIER accennando a Robespierre.
    Egli cammina solo.
L'INCREDIBILE a Gérard.
    La donna che mi hai chiesto di cercare
    è bianca e bionda? ...
GÉRARD con entusiasmo.
    Azzurro occhio di cielo
    sotto una fronte candida;
    bionda la chioma con riflessi d'oro;
    una dolcezza in viso
    ed un sorriso
    di donna non umano;
    nel suo vestir modesto;
    pudico velo
    sovra il tesoro
    d'un puro sen virgineo
    ed una bianca cuffia sulla testa.
LA FOLLA.
    Barère!
    Collot d'Herbois!
    Quello è Couthon!
    Saint-Just!
    David
ROUCHER.
    E quanto spazio ad arte
    fra il nume e i sacerdoti!
    Ecco Tallien! ...
CHÉNIER.
    L'enigma!
LA FOLLA.
    Tallien!
    Fréron!
    Barras!
    Fouché!
ROUCHER accennando a Chénier il fratello di Robespierre che viene ultimo.
    Ultimo, vedi?
CHÉNIER ironico.
    Robespierre il piccolo!
LA FOLLA.
    Le Bas
    Sieyès!
    Thuriot!
    Carnot!
    e Robespierre!
GÉRARD.
    - Dammi codesta creatura vaga!
    ti dissi - Cerca! Indaga!
    Dinanzi mi è passata qual baleno
    un dì, ma poscia
    io l'ho perduta!
    Or più non vivo; peno!
    Mi salva tu da questa grande angoscia
    e ... tutto avrai! ...
L'INCREDIBILE pigliando alcune note.
    Stasera la vedrai!

L'Incredibile segue sempre con vivo interesse, attaccandosi cautamente ai loro passi, Chénier e Roucher. - Intanto, non ancora si sono allontanati pel Cours-la-Reine i rappresentanti della Nazione, che, ecco, attraverso ai giardini delle Tuileries, apparire una vivacissima e gaja schiera di bellissime donne. Sono le Meravigliose! ...

La Bersi viene ultima, tiene un ventaglio tragico detto »Sangue di Foulon« ventaglio che è un'opinione.

ROUCHER a Chénier.
    Eccole! ... Strani tempi! Là vanno i pensatori.
    Qui lo stormo chiassoso, di que' vivi bagliori.
    Tu presso a me ti poni! Di qui facile cosa
    sarà scoprir chi sia la tua misteriosa!
CHÉNIER.
    Partiamo!
ROUCHER.
    Guarda! Guarda! ...
CHÉNIER.
    No! non voglio: partiamo!
BERSI a Roucher.
    Non mi saluti?

Rapidamente gli susurra.

    Qui trattien Chénier.
    Son spiata! qui fra poco tornerò!

Ed ecco ricomparire l'Incredibile che si avvicina alla Bersi.

L'INCREDIBILE.
    Procace Bersi,
    qui sono ancor per te! Meco giù scendi?

BERSI sorridendogli indifferente.
    Per poco?


L'INCREDIBILE.
    Non ti chiedo che una Trenitz.


BERSI.
    E perchè no?


L'INCREDIBILE.
    Scendiam?
BERSI.
    Scendiam!

E Bersi segue l'Incredibile nei sotterranei del Caffè.

LE MERAVIGLIOSE vedendo Barras discendere nei sotterranei del Caffè Hottot.
    Ah, riderem davver.
    È là Barras!
    La sua rivoluzion nome ha »piacer«.
    Ci aspetta là
    fra il giuoco ed il bicchier.
    Siam Riso, siamo Baci, siamo Amor
    anche in dì di Terror.
    Uno oggidì baciato diman muor ...
    Vedove ... e spose ognor.
    Repubblicani, eroi o aristocratici
    che importa a noi,
    purchè sia Amor?
    Amante innamorato
    così lo vuole il cuor
    soltanto e ognor! ...
    Siam Riso, siamo Baci, siam l'Amor ...
    Vedove ... e spose ognor! ...

E - ridendo - ondeggiandosi sulle loro alte canne - passano e scendono giù alle orgie della danza, del giuoco, nei sotterranei del Caffè.

CHÉNIER.
    Una meravigliosa!
ROUCHER.
    Ho indovinato?
    Son male esche d'abbocco! ...
CHÉNIER.
    Tuttavia ...
    Che mi vuol dir? ...
ROUCHER.
    È sera! ... Ora propizia!

Fa il gesto di fuggire.

    E all'alba di domani ... Via! ... In cammino!
CHÉNIER con disperazione.
    O mio bel sogno, addio! ...

Ecco infatti ritornare la Bersi.

BERSI.
    Andrea Chénier!
L'Incredibile appare dietro un vaso di fiori e osserva e ascolta.

    Fra poco, a te, una donna minacciata
    da gran periglio qui verrà.

Indica l'altare di Marat.

    Là attendi!

L'Incredibile scompare rapidamente.

CHÉNIER trattenendola.
    Dimmi il suo nome! ...
BERSI.
    Il suo nome ... Speranza! ...
ROUCHER.
    La ignota tua scrittrice! ... No ... è un tranello!
CHÉNIER.
    Io là verrò! ...

Bersi fugge via.

ROUCHER.
    È un agguato.

CHÉNIER.
    M'armerò! ...

E insofferente d'altri consigli si allontana bruscamente da lui per l'ex Cours-la-Reine.

ROUCHER.
    Ah, veglierò su lui!

È già sera, e col giorno l'apparenza di gajezza è scomparsa. L'aria stessa appare livida; il ponte Peronnet assume un aspetto sinistro. Il passo cadenzato delle pattuglie in diverse direzioni completa il terrore. Sì: è proprio la Parigi del Terrore.

Alcuni accenditori pubblici corrono per diverse parti, uno accende i lampioni del ponte, un altro quelli dell' imboccatura di Cours-la-Reine, - poi via, correndo, scompajono tutti nelle nebbie dense che già si inalzano su per la Senna. - Passa un'altra pattuglia e attraversa il ponte Peronnet, poscia tutto è profondo silenzio. - Mathieu riappare. Viene a dar lume alla lanternina dell'altare a Marat, canticchiando la Carmagnola.

L'INCREDIBILE esce guardingo dal Caffè e va a porsi allo sbocco della via laterale al caffè, nascondendovisi dietro l'angolo.
    Ed il mio piano è fatto! ... Ora attendiamo!

Sul ponte Peronnet appare una forma di donna che si avanza cautamente.

MADDALENA.
    Viene l'altare ...

Si guarda intorno; è impaurita di quel silenzio.

    Nessuno! ... Ho paura!


L'INCREDIBILE.
    Ecco già il maschio!

E guarda, ritraendosi giù per l'ex Cours-la-Reine. - Infatti di là appare l'ombra di un uomo avvolto in un ferrajolo a pellegrina.

MADDALENA commossa.
    Ah, è lui!
    Andrea Chénier!
CHÉNIER.
    Son io! ...

Maddalena tenta parlare, la commozione sua è grande e non può profferire parola.

CHÉNIER sorpreso di quel silenzio.
    Deggio seguirti? ...

Maddalena risponde con un gesto: No!

    Sei mandata? ...
    Dimmi da chi? Di', chi mi brama!
MADDALENA.
    Io, sono!

E si appoggia tremante all'altare pubblico.

CHÉNIER sorpreso ed ingannato all'abbigliamento da officiosa di lei.
    Tu? Ebben, chi sei? - Di'!


L'Incredibile cautamente si porta più vicino ai due, nascondendosi dietro un albero.


MADDALENA.
    Ancor ricordi? ... Ascolta! ...

E Maddalena, per richiamarglisi alla mente, gli ricorda le parole che Chénier le ha rivolto la sera del loro incontro al castello di Coigny.



CHÉNIER a quella dolcissima voce, a quel soavissimo ricordo, sorpreso, si entusiasma.
    Sì: mi ricordo! ... Udita io ti ho di già! ...
    Ah nuova la tua voce non mi parla.
    Ch'io ti vegga! ...



MADDALENA scostando la mantiglia ed avanzandosi sotto la luce della lampada che arde davanti all'altare di Marat.
    Guardatemi!
CHÉNIER.
    Ah, Maddalena di Coigny! ...

L'INCREDIBILE.
    Ah è lei! La bionda! ... Or tosto da Gérard!


E cautamente si allontana.
CHÉNIER.
    Voi? Voi! ...
MADDALENA atterrita.
    Guardate là!
CHÉNIER.
    Dove?
MADDALENA.
    Là! ... Un'ombra!
CHÉNIER va all'angolo dove prima era l'Incredibile, ma non vede alcuno.
    Nessun! ... Pur questo loco è periglioso
    E qui ... sola ...
MADDALENA.
    Fu Bersi che l' ha scelto.
    Or essa è là, giù, al giuoco e se un periglio ...
    ne minacciasse ... Sono un'officiosa
    che le viene a recar la sua mantiglia!
CHÉNIER.
    La mia scrittrice?! ... Voi la mia celata
    amica ognor fuggente?!

MADDALENA.
    Eravate possente,
    io invece minacciata; -
    pur nella mia tristezza
    pensai sovente d'impetrar da voi
    pace e salvezza,
    ma ... non l' osai!
    E ognora il mio destino
    sul mio cammino
    vi sospingea!
    Ognora io vi seguivo, e strano assai,
    ognor pensavo a voi
    come a un fratello! -
    E allora vi scriveva
    quanto il cuore o il cervello
    dettavami alla mente.
    Sì, il cuore mi diceva che difeso
    avreste quella che v' ha un giorno offeso.

Passa un momento di silenzio. - Chénier alla dolcissima voce della fanciulla, dimentico d'ogni cosa, ascolta rapito, affascinato.

    Al mondo Bersi sola mi vuol bene
    (è lei che m'ha nascosta). Ma da un mese
    v'ha chi mi spia e m'insegue. E Bersi pure!
    Mutammo nascondigli, e più veemente
    era la caccia! ... Ove fuggir? ... Fu allora
    che pure voi non più potente seppi,
    e son venuta. - Udite! Sono sola!
    Son sola e minacciata! Io più non reggo!
    Son sola al mondo! Sola ed ho paura
    Io spero in voi! Proteggermi volete?

CHÉNIER con tutta la esaltazione della sua anima.
    Ora dolcissima,
    sublime ora d'amore! ...
    Possente l' anima
    sfida il terrore! ...
 Con grande slancio a Maddalena.
    Tu mi fai puro il cuore
    d' ogni viltà! ...
    Bramo la vita,
    ma non temo la morte.
    Ora dolcissima
    che segni la mia sorte,
    deh, rimani infinita!
Stende le mani in atto di preghiera verso Maddalena.
MADDALENA sorridendogli.
    Vicina nei perigli? - Vicina nel terrore? ...
CHÉNIER.
    Sì! Vieni al braccio mio! Tu sei l'amore! ...
    Fino alla morte insieme?
Le porge il braccio.
MADDALENA.
    Fino alla morte insieme!

E Maddalena prende il braccio di Chénier. - Ma appena Chénier e Maddalena hanno fatto pochi passi, ecco dietro il Caffè Hottot correre verso di loro Gérard, faticosamente seguito dall'Incredibile.

GÉRARD gittasi risoluto attraverso alla strada per impedirla ai due.
    Maddalena, contessa di Coigny!
MADDALENA riconosce, rischiarato come rimane, il viso di Gérard, dalle lanterne del ponte Peronnet.
    Gérard!
GÉRARD.
    A guisa di notturna
    io vi ritrovo a notte intorno ...
CHÉNIER minaccioso.
    Segui
    per la tua strada e non dar noja a gente
    che si rincasa! ...
GÉRARD avventandosi contro Chénier per strappargli Maddalena.
    È merce proïbita!

Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al bastone e ne sferza il viso a Gérard che dà in un urlo di rabbia e di dolore. - Ed ecco accorrere Roucher. Chénier lo vede e gli addita Maddalena.

   
Salvala!


Roucher fa per allontanarsi con Maddalena.

GÉRARD vedendoli allontanarsi, urla con voce che nulla ha più di umano all'Incredibile.
    Fugge! ... Inseguila!

mentre, sguainata la spada, si getta contro a Chénier

ROUCHER spiana contro all'Incredibile un pajo di pistole da tasca.
    A te bada! ...
L'INCREDIBILE arretra e appigliandosi a più prudente consiglio.
    Alla sezione!

E fugge.

GÉRARD buttandosi contro a Chénier.
    Io ti rubo a Sanson!
CHÉNIER deridendolo nel vederlo battersi con altrettanto coraggio e slancio, quanta imperizia nelle armi.
    Ah, tu non sei che un frate! ... Sei Chabot? ...
GÉRARD ferito.
    Son còlto! ...

Cade sui gradini dell'altare di Marat.

CHÉNIER.
    L'hai voluto! ...
GÉRARD.
    Odi, Chénier ...
    Fuggi! ... Il tuo nome già Fouquier Tinville
    ha noto! ... Va ...

Il sangue gli sale alla gola ed è con un rantolo che a fatica soggiunge.

   



Proteggi Maddalena!

Si sente accorrere gente e la voce dell'Incredibile che grida: »Al ponte Peronnet!« - Chénier fugge. - Da tutte le parti irrompe gente. - L'Incredibile con guardie nazionali.




MATHIEU riconoscendo nel ferito Gérard.
    Gérard ferito?!


L'INCREDIBILE.
    Il feritore ...
GÉRARD sollevandosi, fa uno sforzo e guardando l'Incredibile trova ancora l'energia di impedirgli di parlare, balbettando.
    Ignoto! ...

E sviene.

MATHIEU levandosi ritto sui gradini dell'altare e agitando la picca.
    L'han fatto assassinare i Girondini!

Un urlo terribile di minaccia si leva. - Dal Caffè Hottot sbucano le Meravigliose, giuocatori e cittadini serventi, tutti affollandosi curiosamente e interrogando.

    Assassinato? Chi?
ALCUNI rispondono confusamente.
    Gérard!
LE MERAVIGLIOSE.
    Gérard?

Allora Mathieu ha una grande idea: incrocia la sua picca con altre di alcuni Sanculotti e alcune Carmagnole e improvvisa una barella sulla quale viene steso Gérard e portato a spalle. Intorno al corpo grondante sangue si affolla quella tumultuosa folla, alla strana luce sanguigna delle torcie, urlante nella notte resa più sinistra da lividi lampi che solcano un cielo nero e minaccioso.

Morte agli ultimi Girondini!


 






 







 






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Vierter Akt

Zweites Bild.

Die Bühne rechts: vorn ein Altar, Marat geweiht, seine Büste tragend, vor welcher verwelkte Blumengirlanden, Bänder und eine erloschene Lampe aufgehängt sind. Der steinerne Untersatz, das Postament und die Stufen sind hie und da mit Plakaten beklebt. Auf dem einen steht: Einheit und Unteilbarkeit der Republik! auf einem andern: Freiheit, Gleichheit, Brüderlichkeit! auf einem dritten: Also oder der Tod! Andere sind nur papierne Votivtafeln und begnügen sich mit einem: Ehre sei Marat! auch eine Theateranzeige ist dabei, in welcher ruhmredig angekündigt wird: Großes lyrisch-pantomimisches Hierodrama von X. Y. Z. - Links: im Vordergrunde die Terrasse der Feuillants und das Caffé Hottot; Tische und Stühle draußen im Freien zwischen Bäumen und großen Blumenvasen. Im Hintergrunde: der »Ex-Cours-la-Reine«, der schräg die Bühne durchkreuzt, sie nach rechts erweiternd, nach links einschränkend, von der Seite begrenzt, die parallel mit ihm läuft: Brustwehr, Platanen, Laternen. Am Ausgang in schräger Richtung die Brücke Peronnet, die über die Seine zum Palaste der Fünfhundert führt.



Es ist ein Juninachmittag des Jahres 1794.

Die Bühne ist sehr belebt. Auf der Terrasse des Kaffeehauses ist ein nicht aufdringlich gehaltenes Zusammenströmen der Gäste. Unter ihnen tut sich die Mulattin Bersi hervor durch ihren bizarren Kopfputz, der grell von ihrer olivenfarbenen Haut absticht, und durch die extravagante Art sich zu kleiden, welche das elegante Dämchen von früher in eine Merveilleuse verwandelt hat, ein der Wollust dienstbares Geschöpf, das im Verein mit dem Incroyable der Schreckensherrschaft ein Schnippchen schlägt, indem er seine Üppigkeit und sein frohes Gelächter herausfordernd zum besten gibt. Hier zeigt sich ein solcher Incroyable in seiner aufschneiderischen betäubenden Herrlichkeit, im Rock mit den breiten Aufschlägen und den schwarzen Kragen; er trägt die blonde Perücke, den kurzen Konstitutionsrock, das Kinn in der ungeheuren Krawatte vergraben. Mit den Gebärden eines Spiones verfolgt er alles, was die Bersi tut und treibt. Neben dem Altar stehen der Sansculotte Matthien, genannt Populus, und die Carmagnolenjacke Horatius Cocles; der letztere hat seinen Namen von einer schwarzen Binde, die unter der phrygischen Mütze sein linkes Auge verdeckt.

André Chénier sitzt ganz allein abseits an einem Tische.

MATTHIEU POPULUS zeigt dem Horatius Cocles die Büste Marats, die er vom Altar herabgenommen hat, um sie mit seinem Taschentuche vom Staube zu reinigen.
    Beim blauen Teufel! Sehr bedenklich ist verstaubt
    Des Marat hochverehrtes Haupt.

Vom Pont Peronnet her und aus den Mündungen des Coursla-Reine stürzen sich, aus vollem Halse schreiend und die neuen Zeitungen mit den Händen in der Luft schwenkend, die Journalverkäufer durch die Gärten der Tuilerien, kleine Strolche mit der phrygischen Mütze.








MATTHIEU kauft ein Blatt und macht es sich mit seinem unzertrennlichen Horatius Cocles auf dem Rasen unterhalb des Marat-Altares bequem, um zu lesen.
    Angeschmiert! Schon sieben Wochen alt
    Ist dieses Blatt!



















BERSI zu dem Incroyable, von dem sie sich beobachtet sieht, ihn fixierend.
    Ist's wahr, daß Robespierre Spione hat?
INCROYABLE ihr ins Gesicht mit dreistrer Miene.
    Du willst wohl sagen, Bürgerin,
    »Wächter des öffentlichen Geistes« sind angestellt?
BERSI.
    Wie's dir gefällt.
INCROYABLE.
    Ich weiß es nicht, kann es nicht wissen ...

Seine Augen unablässig in die der Merveilleuse bohrend.

    Doch dein Gewissen?




BERSI beunruhigt; da sie aber die Aufmerksamkeit aller auf sich gerichtet sieht, schnell gefaßt.
    Gottlob, ist rein!
    Und könnt' es anders sein?
    Bin ich nicht ganz wie du
    Der Revolution beglaubigt Kind,
    Und ihrem Schoß entsprossen?
    Freiheit ist mein Panier!
    Leben und lieben,
    Ausleeren ganz den Taumelkelch
    Der Freude will ich hier,
    Das Leben ist wie bald verflossen!
    Hier Hochgenüsse sonder Zahl,
    Und dort des Todes Qual!
    Bei Würfeln und Karten hier
    Der Spieler Rundgesang,
    Und dort Kanonengebrüll,
    Der Trommeln scharfer Klang!
    Hier Wein und Liebe,
    Dort Blut und wilde Triebe;
    Hier laute Prasser,
    Dort

Auf den Palast der Fünfhundert zeigend.

    stille Hasser!
    Hier läßt die Merveilleuse sich's
    Beim Glase Champagner behagen,

Sie ergreift ein Glas, mit Champagner gefüllt, und weist auf den Cours-la-Reine hin, von welchem her der »kleine Korb« gefahren kommt, der Karren, mit Verurteilten beladen, die zur Guillotine gebracht werden.

    Dort tanzt das Trödelweib mit der Lumpensammlerin
    Um Samsons allerliebsten Wagen!

Sie leert lachend das Glas und läuft dem Wagen nach, der schnell den Hintergrund passiert. Geschrei der Menge, die dem Wagen folgt.

INCROYABLE hinter der Bersi herschauend, die sich entfernt, für sich.
    Nicht ging ich irre! Sie verkehrt
    Mit jener reizenden Blondine! Ja,
    Die Spur hab ich gefunden.

Er zieht ein kleines Notizbuch aus der Tasche und schreibt schnell etwas hinein.

    Die Bürgerin Bersi macht sich verdächtig
    Des Eigennutzes, der Bestechung;
    Denn mit Chénier tauscht oft sie Blicke.
    Wohl zu merken!
    André Chénier ist schon seit Stunden
    In offenkundiger Erregung ...
    Wohl zu merken!

Er entfernt sich nach dem Hintergrunde zu.


Roucher kommt vom Cours-la-Reine her.

CHÉNIER sieht ihn.
    Roucher!
ROUCHER voll Freude.
    Chénier! Bist endlich du gefunden!
    Die Rettung halt' ich hier in Händen!

Er zeigt ihm ein Blatt.





CHÉNIER.
    Den Paß zur Reise?
ROUCHER.
    Von allen Seiten droht dir hier Gefahr!
    Erhalte uns dein teures Leben, flieh!
CHÉNIER.
    Soll meinen Namen ich verleugnen, fliehn?
ROUCHER.
    O tu's, Chénier!
CHÉNIER.
    Nein, nein! ... Glaubst du ein Schicksal?
    Ich glaub' es. Glaub' an Mächte, geheimnisvoll,
    Welche zum Guten oder Bösen
    Des Menschen Schritte leiten durch all die
    Verschlungnen Wege rätselhaften Daseins;
    An Mächte, die unwidersprechlich sagen:
    Du wirst ein Dichter! Du nimm einen Säbel,
    Du sollst Soldat sein! Also heißt mich
    Mein Schicksal hier zu bleiben!

Entschlossen.

    Wenn, was ich wünsche, sich bestätigt, bleib' ich.
ROUCHER.
    Doch wenn es fehlschlägt?
CHÉNIER ihm die Hand hinstreckend.
    Reis' ich ab sogleich.

Mit großer Zartheit.

    Wit weichem Händchen winkt ein Schicksal mir,
    Das Liebe gibt ...
    Noch hab' ich nie geliebt;
    Doch sah ich oft auf stillen Wegen
    Mir hold entgegen
    Die Heißersehnte schweben,
    Die vom Geschick erwählt, für mich zu leben;
    So hehr in himmlischem Glanze,
    So schöngegliedert wie eine Stanze,
    Kam sie daher, des Dichters Ideal!
    Ja, auch die Stimme meiner Schönen
    Hört' ich manchmal ertönen,
    Viel süße Himmelslaute,
    Denen ich gern vertraute:
    Glaub' an dein Glück, Chénier,
    Dir lacht der Liebe Strahl!

Er faßt Roucher unter den Arm und zieht ihn vom Café Hottot fort, indem er vertraulich ihm erzählt.

    Von fremder Seite gehn mir öfters Briefe zu,
    Wo scherzhaft bald, bald ernsthaft man mich tadelt,
    Mir guten Rat auch gibt. Nur eine Dame kann
    So reizend schreiben.
    Aus allen ihren Worten sprechen Herz und Geist.
    Umsonst verfolgt' ich ihre Spuren ...
ROUCHER.
    Und bis wann?
CHÉNIER zeigt einen Brief vor.
    Bis heut! Nun aber ...
ROUCHER liest.
    Kommen will sie?
CHÉNIER mit einem Ausruf des Entzückens.
    Ja,
    Ich soll sie sehn!







ROUCHER immer die Augen auf den Brief gerichtet.
    Und das Geheimnis
    Wird endlich sich entschleiern ... Laß doch sehn.




Er nimmt den Brief, prüft ihn näher und lächelt ironisch, wie er die Unterschrift »Hoffnung« erblickt.

    Die Schrift ist richtig eine Frauenhand.
    Feines Papier auch.

Beriecht den Brief.

    Pfui, wie riecht das!
    Ich kenne das Parfüm.

Er gibt den Brief zurück.

    Dies zarte Briefchen,
    Welches nach Rosenöl, ganz à la Mode duftet,
    Chénier, du kannst drauf schwören, denn ich wittr' es,
    Kam dir aus einem Hause, das der Liebe
    Geweiht ist. Chénier, laß dich doch belehren:
    Dein vielgerühmtes Schicksal schenkte dir
    Das Herz 'ner Merveilleuse! ...
    Nimm deinen Paß und reise ... sei
    Nicht abgeschmackt!

CHÉNIER.
    Ich glaub' es nicht.
ROUCHER.
    Das ganze Weibermeer der Stadt Paris,
    In bunten Wogen fließt es hier vorüber;
    Ich kenne jede Welle! Gib nur acht,
    Dein fremdes schönes Rätsel will ich bald
    Dir zeigen.


CHÉNIER betroffen.
    Eine Merveilleuse wäre
    Mein süß Geheimnis nun, die Göttin
    Der stillen Träume?! ... Ach, das heißt
    Die Gottheit lästern! ... Holde Träume,
    Lebt wohl!

Er zerreißt den Brief.






ROUCHER.
    Von gestern eine Jungfrau, Tagesschönheit,
    Trägt deiner Gottheit Bildnis das Fichu
    Der tollen Schwestern! Herrlich anzuschauen,
    Geschwärzt die Brauen!
CHÉNIER.
    Nun her mit deinem Passe!
ROUCHER ihm den Paß gebend.
    Das laß ich mir gefallen!








Inzwischen drängt sich bei der Brücke Peronnet eine große Menge Volkes zusammen, in der Erwartung, die Repräsentanten der Fünfhundert herauskommen zu sehen. Allerlei verlaufenes und merkwürdiges Gesindel. Der ganze Schwarm, der die öffentliche Meinung macht, ist da, um sein Idol zu begrüßen, den »Kompaß des Patriotismus«: Maximilian Robespierre. Das sind die Vertreter der Nation! Die Begeisterung der Menge ist zum größten Teile von gleichgültigen Menschen geheuchelt; sie wissen recht gut, daß sie das nicht bekommen, was das Vorrecht der Könige Jahrhunderte hindurch war, und was nun ein einzelner Mensch hat. Und Robespierre weiß das ebenfalls, und darum versteht er sich in dieser Menge zu behaupten. Da kommt er! Er schreitet ruhig und bieder wie ein gemütlicher Bürger voran mit seinem geheimnisvollen Lächeln, das sein nüchternes Profil noch magerer erscheinen läßt. Der Unbestechliche neigt den Kopf leicht auf die rechte Schulter. Seine Rechte verbirgt sich in dem blauen, zugeknöpften Rocke, die Linke hält den Stock mit dem goldenen Apfel fest. Er geht weiter unter Tücherschwenken, Hutwerfen, Mützenschleifen und Vivatgeschrei. Die Marktfrauen und Fischweiber halten ihm ihre Kinder entgegen. Eines überreicht ihm einen Blumenstrauß. Robespierre hebt es in die Höhe und küßt es. Die Frauen lächeln, kokettieren mit ihm.



ROUCHER.
    Siehst du! Dort von der Brücke her
    Wälzt sich die große Masse.
CHÉNIER.
    Wie ich das Treiben hasse!
    Im Staube ihre Ehrfurcht zeigt die Rotte
    Dem neuen Gotte.




CHOR.
    Sehet ihr dort Gérard?
    Vivat Gérard!

Gérard dankt; aber auf ein Zeichen des Incroyable tritt er eilig aus der Reihe der Repräsentanten, nähert sich ihm und läßt sich von ihm beiseite führen.

MATTHIEU UND CHOR sobald Robespierre erscheint.
    Vivat Robespierre!
    Schreit Vivat!
CHÉNIER Auf Robespierre hindeutend.
    Er muß gesondert gehen.
INCROYABLE zu Gérard.
    Die Dame, die du meinst, mit sanfter Miene
    Ist eine Blondine?

GÉRARD entzückt.
    Von schlankem Wuchs! mit Augen blau als wie der Himmel, jung und hold!
    Leuchtend ihr Haupthaar wie gediegnes Gold!
    Licht wie die liebe Sonne!
    Um ihre Lippen
    Das Lächeln der Madonne!
    Sehr einfach angekleidet;
    Keusch liegt ein Schleier über dem Paar,
    Das unter Rosen weidet!
    Ein weißes Spitzenband im blonden Haar.

CHOR.
    Barère!
    Collot d'Herbois!
    Seht ihr Couthon?
    Saint-Just!
    David!
ROUCHER.
    Gemessen ist der Raum dort
    Zwischen Gott und seinen Priestern! ...
    Das ist Tallien!
CHÉNIER.
    Das Rätsel!
CHOR.
    Tallien!
    Fréron!
    Barras!
    Fouché!
ROUCHER.
    Sieh nur das Männlein!

CHÉNIER höhnisch.
    Wohl Robespierre, der Kleine!
CHOR.
    Le Bas!
    Thuriot!
    Carnot!
    Robespierre!

GÉRARD..
    Laß mich begegnen diesem Engelskinde!
    Ich sage: Suche nur und finde!
    Gleich einem Blitz war sie erschienen hier,
    Und schnell verloren ging sie mir! ...
    So kann ich nimmer leben!
    Schaff' sie herbei, und ich will geben
    Gern alles dir!

INCROYABLE macht sich Notizen.
    Du bist noch heut bei ihr!

Der Incroyable verfolgt dabei, immer mit lebhafter Aufmerksamkeit, Chénier und Roucher und heftet sich nach Gérards Abgange an ihre Schritte. Noch haben sich die Repräsentanten des Volkes nicht über den Cours-la-Reine entfernt, als auch schon durch die Gärten der Tuilerien eine sehr lebhafte Schar von Merveilleusen kommt. Die Bersi als letzte unter ihnen. - Von jetzt an wird es allmählich Nacht, aber erst völlig finster, wenn die Ronde erscheint.


ROUCHER zu Chénier.
    Wie wunderbar sind die Zeiten!
    Dort sieht den Ernst man schreiten:
    Lauter würdige Lichter!
    Und hier freche Gesichter,
    Kontraste für den Dichter!
CHÉNIER.
    Ich gehe.
ROUCHER.
    Warte!

BERSI zu Roucher.
    Kennst du mich nicht?

Flüstert ihm schnell zu.

    Chénier erwarte mich! Still, man belauscht uns!
ROUCHER.
    Schon gut.


INCROYABLE tritt dreist zwischen die Bersi und Roucher.
    Nun, kühne Bersi,
    Mich reizt dein froher Mut!
    Willst du mir folgen?
BERSI mit gleichgültigem Lachen.
    Auf lange?
CHÉNIER zu Roucher.
    Eine Merveilleuse!
INCROYABLE zu der Bersi.
    Nur auf ein Viertelstündchen?
ROUCHER zu Chénier.
    Was sagt dazu ihr Mündchen?
BERSI zu dem Incroyable.
    Von Herzen gern.
CHÉNIER zu Roucher.
    Du hattest recht!
INCROYABLE zu der Bersi.
    Nicht schlecht!
BERSI zu dem Incroyable.
    So komm!

Sie folgt dem Incroyable in das Souterrain des Cafés.

































ROUCHER.
    Die Nacht kommt. Nütze diese Stunde!

Er macht die Gebärde des Fliehens.

    Mit Tagesanbruch bist du nah der Grenze!
CHÉNIER in Verzweiflung.
    Ade mein schönes Traumbild!

Die Bersi kommt eilig zurück; der Incroyable erscheint hinter einer Blumenvase als Späher.

BERSI halblaut und sehr schnell.
    André Chénier, bei dir wird eine Dame
    Alsbald erscheinen, die du schützen sollst.




Sie zeigt auf Marats Altar.
    Hier warte!




CHÉNIER hält sie bei der Hand fest.
    Sag' ihren Namen!
BERSI.
    Sie nennt sich »Hoffnung« ...

Der Incroyable verschwindet.
CHÉNIER.
    Ich warte hier.

Die Bersi läuft weg.

ROUCHER.
    Wär' es die Unbekannte? Nein; es ist
    Ein Hinterhalt, 'ne Falle!
CHÉNIER.
    Ich seh' mich vor.

Er entfernt sich hastig von ihm über den Cours-la-Reine.

ROUCHER.
    Bewachen will ich ihn!

Es ist Nacht. Auf der Brücke und am Eingange zum Cours-la-Reine werden die Laternen angezündet. - Drei Patrouillen marschieren vorüber, die eine von rechts, die andere von links, die dritte von der Brücke. - Sie erfüllen, solange die Ronde dauert, die Szene und verlassen sie, sobald jene aufhört. - Matthieu tritt wieder auf und zündet die Laterne vor dem Altar Marats an.

MATTHIEU die Ronde mitsingend.
    La, la, la.





INCROYABLE tritt, um sich spähend, aus dem Café und geht an die Mündung der Seitenstraße, wo er sich hinter der Ecke des Cafés verbirgt.
    Nun sind wir bald im Reinen! ... Ich will lauern.

Auf der Brücke wird die Gestalt eines Weibes sichtbar, das vorsichtig näher kommt.

MADELEINE.
    Das ist der Altar.

Sie sieht sich um, die Stille beängstigt sie.

    Niemand noch zu sehen.
    Wie schaurig!

Der Incroyable blickt den Cours-la-Reine hinunter; dort erscheint der Schatten eines in einen Pilgermantel gehüllten Mannes.




MADELEINE erregt.
    Ha, er ist's! ... André Chénier!

CHÉNIER näherkommend.
    Ich bin's.

Madeleine versucht zu sprechen, aber in ihrer Bewegung versagen ihr die Worte.

   
Soll ich dir folgen?

Sie erwidert mit einer verneinenden Gebärde.

    Bist du
    Gesendet? Sage, wer dich schickt.
MADELEINE sehr schwach.
    Ich.

Sie nähert sich zitternd dem Altar.

CHÉNIER überrascht und irregeführt durch ihre Dienerinnentracht.
    Du?
    Wer bist du denn?

Der Incroyable schleicht behutsam näher an die Beiden heran indem er sich hinter einem Baume verbirgt.

MADELEINE um sich ihm ins Gedächtnis zurückzurufen, erinnert sie ihr an die Worte, die Chénier am Abend ihrer Begegnung in Schlosse von Coigny an sie gerichtet hat.
    Hast du vergessen?
CHÉNIER sinnt nach.
    Nein, laß mich sinnen ...
MADELEINE.
    »Ihr kennt die Liebe nicht ...«
CHÉNIER bei der süßen Stimme Madeleines wird er mächtig von der Erinnerung ergriffen.
    Ach, woran mahnt mich diese süße Stimme?
MADELEINE fortfahrend.
    »Sie ist göttliche Gabe,
    Ist höchstes Gut.«
CHÉNIER hingerissen.
    O laß dich sehn!
MADELEINE läßt die Mantille fallen und tritt in das Licht der Laterne, die vor dem Altare Marats brennt.
    Wohl kennst du mich!

CHÉNIER.
    Ah, Madeleine
    Von Coigny! Ihr? Ihr!
INCROYABLE für sich.
    's ist meine Blonde!
    Nun eilig zu Gérard!

Er entfernt sich vorsichtig.

MADELEINE fährt zusammen.
    Seht dorthin! Seht den Schatten!


CHÉNIER geht zu dem Winkel, in welchem der Incroyable zuvor gesteckt, sieht aber nichts.
    's ist niemand hier. Doch ist der Ort
    Nicht ungefährlich sonst.



MADELEINE.
    Gewählt hat ihn die Bersi.
    Wenn mich Gefahr bedrohen sollte ...
    So bin ich eine Dienerin, die gekommen,
    Den Mantel hier zu holen!
CHÉNIER.
    Und Ihr schriebt
    Die Briefe? Die geheimnisvolle Fremde
    Seid Ihr, die längstgesuchte?!
MADELEINE.
    Ihr waret angesehen, mächtig,
    Und ich beargwöhnt als verdächtig;
    Da mußt' ich Euer denken!
    Zu Euch den irren, schwanken, müden Schritt
    Dacht' ich zu lenken,
    Und wagt' es nicht!
    Nun will uns das Geschick zum zweitenmal vereinen,
    Als Leidensgefährte, Freund und Bruder
    Solltet Ihr mir erscheinen!
    Oft hab' ich Euch geschrieben,
    Weil ich von höheren Gewalten
    Mich fühlte angetrieben.
    Mein Herz sagt deutlich mir,
    Daß edel Ihr verteidigt,
    Die eines Tages Euch beleidigt!


Chénier hört, alles um sich her vergessend, ihr voll Entzücken zu.

   
    Die Bersi hat sich meiner angenommen,
    Sie war's, die mich versteckte,
    Doch ist man auf die Spur mir dort gekommen.
    Wohin entfliehn?
    Und habt Ihr Eure Macht seither verloren,
    Zu Euch nun mußt' ich ziehn.
    Erhört mein Flehn! Verlassen!
    Von Menschen, die mich hassen,
    Verfolgt, verraten! Weh mir Armen!
    Wollt Ihr Euch mein erbarmen?
    O sagt nicht nein!
CHÉNIER mit der ganzen Begeisterung seiner Seele.
    Heil dir, o Süße,
    Und Segen dieser Stunde!
    Dankbar begrüße
    Ich lang ersehnte Kunde!
    Mir aus der Seele treibst du Zagen und Pein!
    Das Leben lieben und den Tod nicht scheu'n
    Du lehrtest mich's allein!
MADELEINE ihn anlächelnd.
    Die drohenden Gefahren
    Nicht flößen Schreck dir ein?
CHÉNIER.
    Mit meinem Arme will ich dich bewahren,
    Will bis zum Tod dein eigen sein!
MADELEINE, CHÉNIER.
    Ja, bis zum Tode bin ich dein!







Er reicht ihr den Arm um sie wegzuführen. - Aber kaum sind sie ein paar Schritte weit gegangen, als ihnen aus dem Café Hottot heraus Gérard entgegen läuft, atemlos gefolgt von dem Incroyable.

GÉRARD ihnen den Weg abschneidend.
    Wie? Madeleine von Coigny!?

MADELEINE schreit auf, indem sie ihn erkennt.
    Gérard!

GÉRARD.
    Als Straßendirne durch die Nacht spazierend!

CHÉNIER drohend.
    Geh' deines Weges du!


GÉRARD wendet sich gegen Chénier und sucht Madeleine ihm zu entreißen.
    Verbotne Ware!

Chénier zieht rasch den im Stock verborgenen Stoßdegen, und verwundet Gérard im Gesicht, der in ein Geheul von Wut und Schmerz ausbricht. Roucher läuft herbei. Chénier sieht ihn und deutet auf Madeleine.

CHÉNIER.
    Errette sie!

Roucher entflieht mit Madeleine.

GÉRARD der die Flucht Madeleines bemerkt, schreit den Incroyable an.
    Verfolge sie!

Er zieht den Degen und wirft sich auf Chénier. Roucher spannt ein paar Taschenpistolen gegen den Incroyable.


INCROYABLE weicht zurück, als fiele ihm etwas Besseres ein.
    Bis auf die Sitzung!

Flieht.

GÉRARD mit Chénier fechtend.
    Samson komm' ich zuvor!
CHÉNIER verspottet ihn, da er sieht, wie ungeschickt er trotz seiner Tapferkeit mit dem Degen umgeht.
    Nein, du gehörst ins Kloster! ... Sieh dich vor!







GÉRARD fällt mit einem Schrei auf die Stufen des Altars.
    Ah!
    Du bist Chénier ... o fliehe!

Mit erstickter Stimme.

    Fouquier Tinville
    Schrieb dich schon in die Liste! ... Fort!

Röchelnd.

    Beschütze Madeleine!

Chénier eilt hinweg.

INCROYABLE hinter der Szene.
    Zur Brücke Peronnet!

Von allen Seiten strömt Volk herbei. Der Incroyable mit Nationalgarden.

MATTHIEU erkennt Gérard in dem Verwundeten.
    Gérard ermordet?
CHOR.
    Ha, ermordet?
INCROYABLE.
    Ja, und der Mörder ...
GÉRARD erhebt sich mit viel Anstrengung und findet noch so viel Kraft, um den Incroyable am Sprechen zu verhindern; lallend.
    War ein Fremder!

Fällt in Ohnmacht.

MATTHIEU stellt sich aufrecht auf die Stufen des Altares.
    Gedungen war er von den Girondisten!

Ein fürchterlich drohendes Wutgeheul erhebt sich.



















CHOR.
    Tod allen Girondisten! Tötet sie!